Indice
Linda Hogan – Michelle Becka – Joao J. Vila-Chã,
Editoriale. Fra apocalittici e integrati
Abstracts
I. Tecnologia: fra apocalisse e integrazione
1. La tecnologia: questioni fondamentali
1.1 Paul Dumouchel, L’impatto della tecnologia: fondamenti antropologici
I/ Introduzione
II/ Riflessioni sulla tecnologia
III/ Tecnologia?
IV/ Tecnologie e affordance
1.2 Benedikt Paul Göcke, Gli ideali dell’umanità alla luce della biologia di sintesi e dell’intelligenza artificiale
I/ Le potenzialità dell’intelligenza artificiale e della biologia di sintesi
1/ Le potenzialità dell’intelligenza artificiale
2/ Le potenzialità della biologia di sintesi
II/ Il ritorno alla filosofia della storia
1/ Opportunità e problematiche delle nuove tecnologie
2/ Che fare? Il ritorno alla filosofia della storia
1.3 Paolo Benanti, Intelligenze artificiali, robot,bio-ingegneria e cyborg: nuove sfide teologiche?
I/ Nuovi artefatti
1/ Machina sapiens?
2/ Vita sintetica?
3/ Superumani?
II/ Inedite sfide
1/ Una nuova realtà?
2/ Una nuova umanità?
III/ Uno sguardo conclusivo
1.4 Dominik Burkard, Scienza e Chiesa: scontro implacabile? Un parere dal punto di vista della storia della Chiesa
I/ La fisica: il “caso Galilei” e le conseguenze
II/ La medicina: il decreto e il processo romano contro le streghe come “modernizzazione”
III/ L’evoluzione: un altro peccato originale contro la scienza?
IV/ L’approccio quantitativo: un esito che fa riflettere e i tentativi di spiegarlo
V/ Conclusioni
2. Razionalità tecnologica e critica post-coloniale
2.1 Peter Kanyandago, Persistenza del colonialismo e tecnologia moderna. Una riflessione antropologica da una prospettiva africana
I/ Introduzione
II/ Tecnologia africana
III/ Le radici cristiane occidentali
della colonizzazione e della negazione
1/ Le tre bolle papali
2/ Conseguenze delle bolle
3/ Persistenza del colonialismo nella tecnologia
IV/ Soluzioni e approcci al problema
2.2 Kuruvilla Pandikattu, Tecnologia e valori culturali.Prospettive dall’India
I/ Amartya Sen su democrazia, sviluppo e tecnologia
II/ Shashi Tharoor su tradizione indiana e tecnologia
III/ Chetan Bhagat sulla cultura del call center
IV/ Pranjal Sharma sulla quarta rivoluzione industriale
V/ Attingere alla saggezza dell’India
VI/ Conclusioni
3. La tecnologia al servizio dell’umanità
3.1 Sharon A. Bong, La tecnologia al servizio dell’umanità.Prospettive su genere e inclusione
I/ L’umano al centro della creazione
II/ Decentrare l’umano rispetto alla creazione
3.2 Janina Loh, Responsabilità vecchie o responsabilità nuove? I pro e i contro
di una trasformazione della responsabilità
I/ Introduzione
II/ Diversi approcci alla responsabilità
III/ I casi più complessi e meno trasparenti
1/ Una “rete di responsabilità”?
2/ Un ripensamento più profondo del dato antropologico?
IV/ Spetta a noi decidere
3.3 Jacob Erickson, Creatività tossica, tempo profondo e piacere morale: una ecospiritualità della tecnologia .
I/ Per una spiritualità ecologica della tecnologia
II/ Riconoscere una creatività tossica
III/ Praticare una “consapevolezza temporale” profonda
IV/ Ripensare il piacere (in senso morale) di creare
II. Forum teologico
1. Enrico Galavotti, Istanze del rinnovamento teologico a partire dal Vaticano II
I/ Una teologia… conclusa
II/ Una teologia ridefinita nello statuto e nei compiti
III/ Una teologia in cammino permanente
IV/ La teologia e il tratto di strada che ancora resta da compiere
2. Leonardo Paris, Teologia in Italia oggi
I/ Contesto
II/ Caratteristiche
III/ La teologia italiana per l’Italia
IV/ La teologia italiana per la chiesa italiana
V/ La teologia italiana per l’Europa e per il mondo
3. Séamus P. Finn, Linee-guida per un investimento conforme alla fede
I/ Il contesto vaticano
II/ La prassi dell’investimento conforme alla fede
III/ Il processo in corso
IV/ Conclusioni
4. Jon Sobrino, Óscar Romero: essere umano,cristiano e arcivescovo esemplare
I/ «Monsignor Romero ha detto la verità»
II/ «Ha difeso noi poveri»
III/ «E per questo l’hanno ucciso»
III. Rassegna bibliografica internazionale
Editoriale
Fra apocalittici e integrati
L’onnipresenza e la convergenza delle tecnologie, insieme alla velocità del loro sviluppo, comportano che molti di noi non siano consapevoli della portata del loro impatto e delle sfide filosofiche e comunitarie che possono porre. Alcuni commentatori mettono in guardia rispetto a un futuro distopico, in cui gli esseri umani saranno rimpiazzati da superintelligenze e si aggraveranno la polarizzazione e la disuguaglianza. Altri anticipano un futuro di maggiore ricchezza, di superiori opportunità e di progressi scientifici significativi. Man mano che lo sviluppo tecnologico supera nuovi traguardi, quindi, è di vitale importanza che la sua valenza, la sua importanza e il suo impatto siano tenuti in considerazione. Questo richiederà forme di riflessione pluridisciplinari, dal momento che i risvolti controversi e le opportunità positive rappresentate dalla tecnologia influiscono su tutti gli aspetti della vita umana. Naturalmente gli esseri umani da molto si cimentano con la natura e l’importanza della tecnologia, e con le sue implicazioni per la comprensione del nostro posto nel mondo, pertanto queste questioni non sono del tutto nuove1. Anzi, la riflessione sulla natura di questa relazione è stata una caratteristica costante del pensiero cristiano2. Nel corso dei secoli i cristiani hanno perseguito progressi tecnologici, convinti come sono che l’aumento della conoscenza umana sia una nobile vocazione, mentre molti degli scienziati e dei tecnologi più influenti hanno tratto ispirazione e motivazione dalle loro visioni cristiane del mondo3. Tuttavia, come sosteneva Jacques Ellul, negli ultimi decenni si è assistito a un’inversione di rotta, per cui il fascino della tecnologia che si fondava su una visione del mondo cristiana è stato riordinato e ora rischia di non essere più a servizio dell’umanità. Inoltre si può sostenere che i recenti sviluppi tecnologici ci abbiano portati ai limiti estremi della comprensione umana, quindi taluni interrogativi sulla natura umana, sull’antropologia teologica e filosofica, come pure certe domande sul futuro umano e sull’escatologia, sono ora posti in modi che prima non erano contemplati. Anche le dimensioni etiche e politiche della rivoluzione tecnologica sono diventate temi di pubblico interesse. In ogni era l’etica ha dovuto cimentarsi con i limiti superiori della tecnologia. Oggi l’attenzione è sull’intelligenza artificiale, sulla manipolazione genetica e sui big data. Tuttavia i comuni cittadini dubitano di essere in grado di deliberare e di decidere su questi temi, dal momento che la nostra conoscenza è costantemente superata dai progressi tecnologici. L’uomo della strada si preoccupa anche dei valori e delle priorità che definiscono la direzione degli sviluppi tecnologici – ossia quali temi sono considerati urgenti e chi decide. Si può ancora parlare di caratteristiche vincolanti dell’essere umano quando gli sviluppi tecnologici hanno il potenziale di incidere così profondamente sull’identità e sulla personalità umana? Il futuro del lavoro subirà una rivoluzione simile a quella del XVIII e XIX secolo?
Come possono i cittadini influire sulla forma futura della società quando l’attitudine per l’innovazione tecnologica è preponderante nella proprietà privata? Gli interrogativi etici e politici sollevati dalla tecnologia non riguardano solo il futuro della scienza, ma anche fondamentalmente il modello di società cui aspiriamo e i valori in base ai quali vogliamo vivere. Questo numero di Concilium cerca di esplorare le molteplici dimensioni e sfaccettature dei progressi tecnologici attraverso una lente filosofica e teologica, prendendo in considerazione una serie di temi correlati. Si apre con un saggio di Paul Dumouchel intitolato L’impatto della tecnologia. Fondamenti antropologici. L’autore si interroga su come interpretare la tecnologia nel suo rapporto con gli esseri umani e le loro attività. Questa domanda fondamentale è stata posta e ha avuto risposte in periodi storici diversi, e nelle sue riflessioni Dumouchel evidenzia le implicazioni della lettura in chiave hegeliana di questa domanda e la sua risposta alla stessa, con particolare riferimento all’immaginario teologico e politico occidentale. Dumouchel critica le analisi che esteriorizzano la tecnologia e la trattano come un’invenzione distinta e separata dall’attività umana. La tecnologia dovrebbe essere invece concettualizzata come una forma dell’attività umana, non come un artefatto o un prodotto. Egli attinge al concetto gibsoniano di “opportunità di azione” (affordance) per sostenere che le tecnologie si possono intendere come «le varie attività attraverso le quali gli umani addomesticano e materializzano le affordance», ricalibrando così la relazione umana con la tecnologia. Inoltre egli sostiene che questa ricollocazione ha delle implicazioni non solo per il modo in cui intendiamo noi stessi come specie, ma anche per come si valutano le dimensioni etiche e politiche della tecnologia. Anzi, Dumouchel è molto critico nei confronti delle analisi etiche che vedono le questioni attraverso la lente del singolo utente, e auspica un’analisi più completa che valorizzi le dimensioni politiche ed etiche di questo aspetto dell’attività umana. Mentre Dumouchel prende in considerazione la relazione umana alla tecnologia, in senso lato, e come la si può concettualizzare, Benedikt Göcke si concentra specificamente sui recentissimi sviluppi dell’intelligenza artificiale e della biologia sintetica. Questo autore affronta la natura innovativa dei [...]