Indice
Carlos Mendoza-Álvarez – Huang Po-Ho,
Editoriale
I. Sapienza e teologia del popolo
1. Chi è il “popolo”?
1.1 Serena Noceti, Popolo di Dio: un incompiuto
riconoscimento di identità
I/ Tra recezione ed ermeneutica conciliare
II/ “Popolo di Dio”: tra obiezioni, riletture conciliari e riforme possibili
1/ I documenti: finalità e impianto interpretativo del tema “popolo/
popolo di Dio”
2/ Il cambiamento di prospettiva e i suoi protagonisti
III/ Dire la chiesa come “popolo di Dio”: una prospettiva necessaria
IV/ Conclusione
1.2 Nancy Pineda-Madrid, Alla luce del “popolo”: teologizzare nella nostra epoca
I/ Interrogare il soggetto presunto
II/ Svolgere il soggetto
III/ Quando il soggetto è re-immaginato
1.3 Cesar Kuzma, Missione e identità del popolo di Dio: una chiesa in uscita e chiamata al Regno
I/ Istanze ed esigenze attuali: la chiamata
II/ Una chiesa che è popolo di Dio: la condizione
III/ Uno sguardo sui laici: una chiesa in uscita e chiamata al Regno
1.4 Luiz Carlos Susin, Il popolo agnello di Dio .
I/ Gesù, l’«Agnello di Dio»
II/ Il popolo crocifisso
III/ Il popolo-agnello di Dio
2. In dialogo con la filosofia nell’epoca del decolonialismo
2.1 Raúl Fornet-Betancourt , Interculturalità e “popolo”.
Per continuare la conversazione con la teologia latinoamericana della liberazione
I/ Osservazione preliminare
II/ La filosofia interculturale e il popolo
III/ Osservazione finale
3. Approfondimenti teologici su sapienza e teologia del popolo
3.1 Michael Amaladoss, La teologia dei popoli nelle comunità multireligiose
I/ Il concilio Vaticano II: il popolo di Dio
II/ Un’estensione universale
III/ Giovanni Paolo II
IV/ Un invito a una comunità cosmica
V/ Le sapienze dell’Asia
VI/ Cultura o religione?
VII/ Collaborazione interreligiosa
VIII/ Dalla chiesa al Regno
3.2 Rafael Luciani, La centralità del popolo
nella teologia socio-culturale di papa Francesco
I/ La chiesa, popolo di Dio in mezzo ai popoli e alle loro culture
II/ La chiesa, popolo di Dio in uscita
III/ La conversione pastorale permanente della chiesa
IV/ Ricongiungersi con il sensus fidei del popolo
3.3 Wati Longchar, Potere e mancanza di potere.Coinvolgere nella missione gli emarginati
I/ Introduzione
II/ Dio ha scelto le persone
al di fuori della struttura di potere
III/ I margini: un prodotto
della struttura di potere ingiusta
IV/ La voce di Dio a partire dai margini
3.4 Margot Bremer, Inventare oppure scoprire l’ordine del nostro mondo? Lettura di un testo biblico a partire da una visione indigena del cosmo
I/ La cosmovisione indigena è diversa da quella europea
II/ Tentativo di leggere la creazione nella Bibbia a partire dalla visione guaraní
III/ Ri-creazione permanente dell’ordine del mondo
IV/ Il sistema di convivenza della natura: modello per l’umanità
V/ La periferia, luogo di recupero dell’ordine mondiale
VI/ Conclusioni
II. Forum teologico: Ministeri e vittime
della violenza globale 137
1. Karl M. Gaspar, Attingere agli inesauribili
pozzi indigeni. Risposte pastorali alle popolazioni
vittime della violenza globale
2. Dave Brauer-Rieke, Camminare assieme
3. Marlene Perera, Comunione tra fedi diverse
per una cultura che promuove la vita
III. Rassegna bibliografica internazionale
Editoriale
Più di mezzo secolo fa il concilio Vaticano II ha attuato una
straordinaria svolta pastorale, che ha avuto un impatto epistemologico
sul significato della chiesa universale. Si è trattato
di un aggiornamento che ha promosso, nelle chiese locali, un
processo di ascolto dei segni dei tempi volto ad analizzare il
passaggio di Dio nella storia, con l’inculturazione della parola
di Dio che lo rende possibile; esso ha anche portato al riconoscimento
del protagonismo delle comunità cristiane nelle periferie
del mondo. In sintesi, si è trattato di un intero progetto di
rinnovamento ecclesiologico – qualcuno direbbe di “riforma”
– che non si è ancora concluso.
In realtà, grazie alla concezione presentata da Lumen gentium
della centralità del popolo di Dio e all’impulso profetico
di Gaudium et spes – due innovative costituzioni del nuovo paradigma
ecclesiologico – il cattolicesimo romano ha intrapreso
un dialogo con altre culture, altri modi di pensare e stili di vita,
cercando di andare oltre la visione coloniale del cristianesimo
con il suo accento apologetico, che ha prevalso dall’epoca moderna
in avanti (dal XVI secolo, con il movimento della Controriforma,
fino alla crisi modernista di fine Ottocento).
In questo senso, la sapienza dei popoli ha iniziato ad essere
presa in considerazione dalle chiese dell’America latina,
dell’Asia e dell’Africa. Questa saggezza non è solo questione
di qualche seme della Parola (semina Verbi), ma piuttosto un’autentica
esperienza mistagogica che, accogliendo la rivelazione
divina con fecondità e creatività, scopre dei nuovi significati
nella radicalità di Gesù di Nazaret professato quale Messia e
Figlio di Dio dalla chiesa. Così, nel fecondo contesto del plu
ralismo culturale, riconosciuto come postulato inalienabile per
il raggiungimento dell’universalità della fede cristiana, la condizione
contestuale di tutta la teologia – compresa quella europea,
che ha cessato di essere una teologia egemone, un gradino
sopra le altre – ha rappresentato un passo avanti nella gestazione
della cattolicità della fede nel Dio della vita e nel primato del
regno di Dio annunciato dal Nazareno e compiuto dallo Spirito
santo che dà la vita alla nuova creazione.
Le teologie del popolo sviluppatesi nella seconda metà del
XX secolo – dalla teologia della liberazione in America latina
e nei Caraibi alla teologia dalit indiana, passando attraverso
molte altre espressioni della centralità dei poveri del mondo
– si trovano ora a fronteggiare la sfida di un reciproco riconoscimento
nella loro opzione per gli emarginati e per le vittime
della violenza globale. Tuttavia, queste teologie [...]