Sommario
Daniel Franklin Pilario – Felix Wilfred
Huang Po-Ho, Editoriale. Cristianesimi asiatici:
incontri postcoloniali
Abstracts
I. Cristianesimi asiatici
1. Cristianesimi asiatici: letture postcoloniali
1.1 Felix Wilfred, Cristianesimi e teologie asiatici
attraverso la lente del postcolonialismo
I/ Un’istantanea
II/ Un monito: la sepoltura frettolosa del colonialismo
III/ Decostruire la rappresentazione eurocentrica
del cristianesimo asiatico e riconoscere il suo carattere
e il suo modus operandi che sono peculiari
IV/ Oltre l’universale e il particolare, guardare al singolare
V/ Una critica postcoloniale dell’inculturazione in Asia
VI/ La strada ecumenica postcoloniale delle chiese asiatiche:
verso il postdenominazionalismo
VII/ Gettare una rete ecumenica più ampia
VIII/ Conclusione: teologie asiatiche e Concilium
1.2 Jose Mario Francisco, Rivendicare il cristianesimo
come asiatico
I/ Liberarsi dalle prospettive distorcenti
1/ Il cristianesimo come minoranza
2/ Il cristianesimo come coloniale
3/ Il cristianesimo come estraneo
II/ Verso la rivendicazione del cristianesimo come asiatico
1/ La comparsa del soggetto cristiano asiatico
2/ La valorizzazione del cristianesimo asiatico vissuto
3/ Traduzione e dialogo in nome della cattolicità
1.3 Pablo Virgilio David, Una lettura postcoloniale
di Gal 3,28
1.4 Marie-Theres Wacker, Approcci postcoloniali
a Gal 3,27-28 per una varietà del cristianesimo in Asia 64
I/ Ricordi
II/ Lingua
III/ Ebraismo
IV/ Schiavitù
V/ Genere
V/ Conclusione
2. Teologie della liberazione e teologie femministe:
incontri asiatici
2.1 Diego Irarrázaval, La liberazione dell’America del Sud
alimentata dal cristianesimo asiatico
I/ Sollecitudini fondamentali
II/ Ricerche all’avanguardia
III/ Priorità interconfessionali
IV/ Paradossi postcoloniali
2.2 José M. De Mesa, La dominazione linguistica
in teologia I/ Il predominio dell’inglese: un’esperienza vissuta
II/ Gli effetti residui delle colonizzazioni spagnola e americana
III/ Il linguaggio come luogo di contestazione
IV/ Una formazione teologica occidentale
V/ Reinterpretare da una prospettiva filippina: un esempio
2.3 Linda Hogan, Etica interculturale femminista:
colloquiare con l’Asia
I/ Dalla prima analisi femminista in teologia
alla critica postcoloniale
II/ La sfida da affrontare: sempre più
pluralismo e interculturalità
III/ L’onere del rappresentare
2.4 Agnes M. Brazal, Immagine femminile di Dio
e leadership delle donne in Ciudad Mistica de Dios
I/ Introduzione
II/ Ciudad Mistica: informazioni di base
III/ Una lettura contrappuntistica
IV/ Ciudad Mistica come religione ibrida
V/ Simbolismo divino ed etica
VI/ Dialogo sulla leadership delle donne
2.5 Stefanie Knauss, Percepire l’Altro e il Divino
attraverso esperienze incarnate
I/ Introduzione
II/ Teologia estetica come teologia aistetica
III/ Teologia estetica e aistetica in Asia
IV/ Conclusone: il significato teologico del gustare,
dell’odorare, del toccare
3. Dialoghi interreligiosi e tra fedi diverse in Asia
3.1 Huang Po-Ho, Il dialogo tra fedi diverse
nei contesti religiosi asiatici
I/ Una profonda religiosità e le sfide che pone all’Asia
II/ Il dialogo: interreligioso o fra diverse fedi?
III/ Il proselitismo e il cristianesimo asiatico
IV/ Il dialogo fra fedi diverse nei contesti asiatici
V/ Conclusione
3.2 Thierry-Marie Courau, La mano che ascolta.
Essere in dialogo con le tradizioni asiatiche
Introduzione
I/ La chiesa, sacramento di salvezza
II/ Il dialogo della salvezza
III/ La via singolare del Buddha
Conclusione
3.3 Jojo M. Fung, Incontri postcoloniali
con le religioni indigene
per la pace e l’armonia ecologica
I/ Introduzione
II/ Un cambiamento di paradigma negli incontri postcoloniali
III/ Trattative di pace in mezzo alle contese
IV/ Sostenibilità sacra: una strategia negoziale per la pace
1/ Sostenibilità sacra: un senso mistico vissuto e incarnato
2/ Sostenibilità sacra: una rete sacra di interdipendenza
3/ Sostenibilità sacra: un costume e un cammino di vita
V/ Conclusione
II. Forum teologico
1. Ramon Echica, Profetizzare o non profetizzare:
è questo il dilemma?
I/ L’attivismo della chiesa filippina in passato
II/ La profezia al tempo del presidente populista Duterte
III/ Conclusione: la profezia autentica
2. Eliseo Mercado, Soffia un vento nuovo che modella
nuove piattaforme per il dialogo interreligioso
III. Rassegna bibliografica internazionale
Editoriale
Cristianesimi asiatici:
incontri postcoloniali
Gli storici del cristianesimo sono concordi nell’affermare
che, prima della fine del I secolo, la fede cristiana aveva raggiunto
persino l’India e la Cina. È poi storicamente documentato
che un certo Teofilo, inviato dall’imperatore Costantino in
«altre parti dell’India» nel 354, avesse incontrato un gruppo
di cristiani in ascolto «della lettura del vangelo, in posizione
seduta», la qual cosa urtò la sua sensibilità ariana1. Oppure si
può citare la calda accoglienza riservata, nel 635, ad Alopen,
missionario occidentale, da parte dell’imperatore cinese Taizong,
della dinastia Tang, la cui amministrazione tollerante
ammetteva il cristianesimo2. Alopen non fu il primo cristiano
a mettere piede in Cina, poiché molti cristiani già da diverso
tempo commerciavano lungo la Via della Seta.
Tuttavia, questa direttrice storica asiatica è poco nota, perché
la storiografia dominante del cristianesimo è sempre stata
eurocentrica. La maggior parte dei libri di storia utilizzati nei
seminari riporta una divisione in tre scansioni temporali: epoca
antica (ebraica-greca), epoca medioevale (europea) ed epoca
moderna (espansione coloniale). Quest’ultima corrisponde alla
“nuova epoca della missione mondiale”, in cui America latina,
Africa e Asia fanno il loro ingresso nella narrazione cristiana.
Ciò che viene omesso in questa narrazione è il fatto che
durante il primo millennio, esistevano già espressioni differenti e
mature e vivaci del medesimo cristianesimo in tutte le principali
culture del mondo antico: quella romana ma anche quelle mediterranea,
persiana, cinese, indiana, armena, araba, africana ecc.3.
L’Oriente cristiano, per esempio, è stato cancellato dalla
storiografia dominante, visto che i cristiani di quelle terre sono
stati etichettati come eretici o scismatici – ariani, nestoriani o
monofisiti – e, nel nostro secolo, li riteniamo addirittura delle
nullità, quasi fossero stati spazzati via con la forza. Così, il
cristianesimo asiatico è divenuto «un cristianesimo perduto»4.
Ma non si può negare che, agli inizi, esso fosse più radicato
in Asia e nel Nord Africa che non in Europa; e che «soltanto
dopo il 1400 circa l’Europa (e l’europeizzato Nord America)
divennero infine il cuore del cristianesimo»5. Tramite diverse
forze esterne di natura politica, militare, religiosa e culturale,
il cristianesimo è stato quasi del tutto eliminato dal continente
asiatico, a partire dal XIV secolo. Pertanto, esso prese ad essere
automaticamente considerato come “europeo”: «L’Europa
era l’unico continente dove non era stato distrutto. Gli eventi
avrebbero potuto avere uno sviluppo ben diverso»6.
È con lo spirito di voler recuperare le voci perdute dei
cristianesimi asiatici che Concilium intraprende questo dialogo
con i teologi asiatici. In questi confronti si è consapevoli
che, lungo tutto il corso della storia, il cristianesimo in Asia e
ovunque ha incontrato diverse voci, fedi, economie, culture e [...]