I. Letteratura, poesia e teologia 21
1. Teologia e letteratura
1.1 Heather Walton, La teologia nel modo
in cui viviamo oggi: una teopoetica del life writing . _23
I/ Le ferite che porto: introduzione
II/ Tensioni creative
III/ Coerenza e conflitto nel life writing
IV/ Il life writing nella teologia contemporanea
V/ Imparare da altre vite
1.2 Cecilia Avenatti de Palumbo, Letteratura:
un’importante mediazione ermeneutica per la teologia 38
I/ Cosa cerca la teologia nella letteratura?
Tipologie di mediazione
II/ L’immaginazione creativa: dietro la traccia
della mediazione ermeneutica
III/ Immaginare dalla fonte originaria
per creare un altro modo di pensare
1.3 Luce López-Baralt, La poetica del silenzio
nel Cantico spirituale di san Giovanni della Croce . _49
1.4 José Tolentino Mendonça, La lettura infinita.
Scrittura e interpretazione . . . . . . . . _63
I/ Il plurale di cui il testo è fatto
II/ L’espansione ermeneutica della Scrittura
III/ Le tre grandi svolte ermeneutiche
1/ Modelli ermeneutici centrati sulla questione dell’autore
2/ L’ermeneutica centrata sull’immanenza del testo
3/ L’ermeneutica centrata sulla collaborazione del lettore
1.5 Vittorio Montemaggi, La teologia di Dante . . 74
1.6 Luis Gustavo Meléndez Guerrero, Grammatiche
della carne: eros, poesia e corpo in relazione . . . 86
I/ Grammatica evangelica
II/ Grammatica mistica
III/ Nuove grammatiche della carne
2. Voci dai cinque continenti
2.1 Carmiña Navia Velasco, Sguardi teologici
nella letteratura latinoamericana . . . . . . _98
I/ Al filo del agua: una prigionia religiosa
II/ El signo del pez: una complessa creazione di fiction
III/ El Cristo feo: liberazione popolare
2.2 Mayra Rivera, Poetica di sopravvivenza . . . 105
I/ Nonostante la Storia
II/ Visioni profetiche del passato
III/ Conclusione
2.3 Jean-Baptiste Sèbe, Lo scrittore e Cristo:
«La parola è il verbo e il Verbo è Dio» . . . . . 114
I/ Introduzione
II/ «Il mondo è carico della maestà di Dio» (G.-M. Hopkins)
III/ «Tu indietreggi, a disagio davanti al dono immenso»
(J.-P. Lemaire)
IV/ «Se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato»
(C. McCarthy)
2.4 Huang Po-Ho, Fare teologia con la letteratura:
un tentativo asiatico . . . . . . . . . 127
I/ Letteratura e religioni
II/ Teopoetica e immaginazione
III/ Utilizzo cristiano delle letterature e letterature cristiane
come risorsa
IV/ Fare teologia con risorse letterarie
2.5 Stan Chu Ilo, Teologia e letteratura nella fede
cristiana africana. Uditori della Parola in Africa . . _135
I/ Introduzione
II/ La Bibbia nella religione cristiana africana: ascoltare la Parola
III/ Teologie africane come racconto delle azioni di Dio
nella storia africana
IV/ Conclusione
II. Forum teologico: brani teologico-letterari 149
1. Emerson Sbardelotti, Pedro Casaldáliga,
poeta e profeta di speranza . . . . . . . 151
2. Faustino Teixeira, Una sete infinita:
Ernesto Cardenal . . . . . . . . . . 156
3. Márcio Cappelli – Edson F. de Almeida,
Dietrich Bonhoeffer: la mistica della croce
in un mondo divenuto adulto . . . . . . . _160
4. Marcelo Timotheo da Costa, Thomas Merton:
fra azione, contemplazione e scrittura . . . . 166
5. Ursula King, Pierre Teilhard de Chardin
e la preghiera al Cristo cosmico.
Il primo saggio: La vita cosmica . . . . . . 170
6. Cleide Maria de Oliveira, Adélia Prado:
alcune considerazioni sulla sua poetica . . . . 174
III. Rassegna bibliografica internazionale 181
IV. Indice generale di Concilium 2017 189
EDITORIALE
Si deve riconoscere che il discorso della “teopoetica” in generale
e, in particolare, in rapporto con l’interpretazione della
Scrittura e con la riflessione teologica è uno sviluppo ancora
abbastanza recente che fiorisce dall’intersezione fra teologia e
studi letterari: è simile a una “spiritualità biblica”, che sboccia
dall’intersezione tra studi biblici e spiritualità, e a un’“estetica
teologica”, che sboccia dall’incontro della teologia con tutte le
forme di estetica (arte, letteratura, musica ecc.).
Si tratta di
uno spazio interattivo tra gli studi biblici letterari, la teologia,
la spiritualità e la mistica ed è proprio quello che il suo nome
esprime – “teopoetica” – ossia teoria del potere di trasformazione
spirituale che i testi biblici hanno in quanto testi e della profondità
teologica dei testi letterari, attualizzati tramite un certo tipo di
lettura o interpretazione1.
Sarebbe forse più esatto dire che la teopoetica è l’espressione
letteraria o testuale della più ampia riflessione sull’estetica
teologica come forma di approssimazione alla spiritualità.
Il motivo della crescente importanza della mediazione
dell’estetica nell’elaborazione teologica si trova sia nel tramonto
delle grandi narrazioni sia nella fragilità del discorso politico.
Il simbolico e il prerazionale si collegano maggiormente
e interagiscono meglio con l’esperienza – inclusa l’esperienza
religiosa – che con l’elaborazione razionale e speculativa. E,
secondo i pensatori che lavorano oggi in questa area di studi,
la natura e le società umane trovano una motivazione più grande
e più stimolante nelle immagini, nelle favole e nelle storie,
piuttosto che nelle idee.
Anche se la teologia è principalmente un’attività intellettuale,
il lavoro dei grandi teologi è stato sempre attraversato
dall’immaginazione. La stessa cosa è avvenuta alla nascita di
tutte le religioni: pure esse sono iniziate con storie e rituali. Come
dice bene Amos Wilder,
Prima del messaggio dev’esserci una visione
Prima del sermone l’inno
Prima della prosa il poema2.
La fede, pertanto, deve essere letta e vista attraverso le lenti
estetiche. Ma questo non va inteso come un’attività per persone
borghesi e benestanti, che non hanno altro da fare. La fede
vissuta dai poveri e dai popoli indigeni fa nascere un’estetica
teologica liberatrice, dotata di un grande potenziale sovversivo
e capace di rimettere in questione concetti, simboli e significati
moderni e postmoderni. Insieme con la filosofia e le scienze sociali,
dunque, la letteratura, l’arte e tutte le espressioni estetiche
sono oggi una necessaria e sempre più importante mediazione
ermeneutica per la teologia.
A motivo di tutto ciò, questo numero della rivista Concilium
presenta ai suoi lettori e lettrici questa nuova ermeneutica
attraverso diversi sguardi e prospettive. I sei articoli che compongono
la prima sezione della prima parte provengono: dalla
Scozia, con Heather Walton che analizza l’autobiografia come
genere letterario, spirituale e teologico; dall’Argentina, con
Cecilia Avenatti de Palumbo, ex presidentessa dell’Associazione
latinoamericana di letteratura e teologia, che scrive sulla
letteratura come mediazione ermeneutica per la teologia. C’è
poi Luce López-Baralt, dell’Università del Porto Rico, grande
specialista di mistica comparata e famosa arabista, che pone
a confronto mistica e letteratura attraverso la penna ispirata
di san Giovanni della Croce. A seguire, il Portogallo, con José
Tolentino Mendonça, docente dell’Università cattolica portoghese,
che scrive sulla Bibbia e la sua interpretazione come
scrittura infinita. Non potrebbe mancare in questo panorama
la teologia di Dante Alighieri, che annovera specialisti in tutto
il mondo, tra i quali Vittorio Montemaggi, della Notre Dame
University. E, per finire, Luiz Gustavo Meléndez Guerrero,
giovane ricercatore del Dipartimento di scienze religiose
dell’Università Iberoamericana di Città del Messico, affronta i
classici temi che sono sempre presenti quando si parla di letteratura
e… di teologia: eros, poesia e corpo.
La seconda sezione della prima parte della rivista riferisce
voci dai cinque continenti che riflettono sull’interazione fra teologia
e letteratura a quelle latitudini. Carmiña Navia Velasco,
voce colombiana, parla per l’America latina. Mayra Rivera,
rappresentante dei latinos degli Stati Uniti, autrice dell’importante
libro Poetics of the Flesh, presenta un’importante e originale
riflessione sulla poetica della sopravvivenza dei caraibici in
esilio. Jean Baptiste Sèbe scrive dalla Francia, raccogliendo e
ponendo in evidenza nel suo testo il meglio del percorso della
teologia europea nel suo ormai antico e consolidato dialogo
con la letteratura. Dall’Asia, Huang Po-Ho presenta al lettore
di Concilium l’affascinante esperienza della letteratura in cinese
mandarino e il suo potenziale teologico. Infine, dall’Africa,
Stan Chu Ilo riafferma la convinzione dell’importanza della
lettura popolare della Bibbia per la teologia.
La seconda parte, il Forum teologico, presenta brevi testi
teologici letterari che incarnano concretamente tutto quello che
la teoria e la riflessione hanno cercato di dire nelle sezioni anteriori.
Sono stati selezionati alcuni teopoeti in carne e ossa che,
dopo una breve presentazione, ci offrono la loro teopoetica,
fonte di ispirazione e illuminazione. Sono: il vescovo, profeta e
poeta Pedro Casaldáliga, dal Brasile; il trappista di Solentiname,
in Nicaragua, Ernesto Cardenal; il pastore e martire Dietrich
Bonhoeffer, che componeva poemi nella prigione che
sarebbe stata la sua ultima dimora; il monaco scrittore statunitense,
affascinato dall’Oriente, Thomas Merton; lo scienziato
e mistico francese Pierre Teilhard de Chardin; e la poetessa
brasiliana Adélia Prado.
Speriamo che questo numero di Concilium incoraggi maggiormente
coloro che oggi si dedicano alla ricerca e alla docenza
teologica ad avventurarsi sulle vie dell’estetica, e in modo
particolarissimo della letteratura. Vi troveranno certamente
nuove ispirazioni che potranno fecondare la loro riflessione in
tempi nei quali si sentono ancora le conseguenze di un lungo
inverno ecclesiale.
Maria Clara Bingemer Solange Lefebvre
Rio de Janeiro/RJ (Brasile) Montréal/QC (Canada)
Erik Borgman Mile Babi
Tilburg (Olanda) Sarajevo (Bosnia-Erzegovina)
(traduzione dal portoghese-brasiliano di Luca Spegne)