EDITORIALE
Il gender, una questione che ci interpella
Un vero e proprio «conflitto simbolico, politico e pratico»1 si è aperto intorno alla «questione del genere», con innegabili risvolti di ordine culturale, teologico, educativo, sociale e giuridico. Del dibattito che ne è scaturito, i media non di rado hanno fornito una rappresentazione a tinte manichee, favorendo la polarizzazione dei fronti contrapposti, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: semplificazione del problema, fraintendimenti, barricate ideologiche.
In questo panorama, in cui la logica della contrapposizione sembra prevalere su quella dell’ascolto, il fascicolo intende dare spazio a una riflessione articolata, rispettosa della complessità, nella convinzione che in merito al gender, vi sono certamente alcune interpretazioni non condivisibili, soprattutto alla luce di una visione antropologica cristiana, ma anche «istanze che meritano di essere seriamente considerate», come osservato in una nota dell’Ufficio scuola della diocesi di Padova (2015), consultabile nella rubrica Documentazione.
Sul modo di intendere la «questione del genere» non vi è accordo. Secondo un’efficace sintesi di Chiara Giaccardi, per alcuni «l’ideologia gender esiste ed è unica» (posizione dei «no gender»), mentre per altri, «l’ideologia gender non esiste ed è una invenzione di chi non accetta i cambiamenti (tesi dei “pro gender”)»2. Posta in modo così riduttivo, la contrapposizione rischia di far perdere di vista il nodo della questione, che si può così riassumere: «Quale rapporto intrattenere con la nostra dimensione biologica, in un tempo in cui i confini di ciò che è “naturale” si sono ridefiniti e sono continuamente forzati in ogni direzione?»3.
Nel dibattito mediatico, sembra prevalere una visione del gender nella sua versione più radicale. Secondo questa impostazione, il genere è una pura costruzione sociale, mentre il dato biologico assume un rilievo secondario: ciò che veramente conta è la scelta dell’individuo. Si tratta, come noto, delle posizioni assunte da frange estreme del femminismo di genere, posizioni rifiutate anche da coloro che alla riflessione sul gender hanno fornito un contributo fondamentale (la stessa Judith Butler ha preso le distanze da queste tesi).
Con tutto questo, però, non si può banalizzare né considerare superflua la discussione sul gender, derubricando la questione a semplice espressione di minoranze ideologizzate. La storia è lì a ricordarci che sull’asse delle differenze di genere, lungo i secoli – ma ancor oggi in diverse parti del mondo – si sono praticate discriminazioni, «giustificando» le diseguaglianze unicamente in rapporto all’appartenenza a un sesso piuttosto che a un altro. Detto altrimenti, se da una parte, occorre riconoscere il proprium del maschile e del femminile, rispettando e valorizzando le diversità, a partire dal dato biologico, dall’altra, la difesa dei «confini naturali» non può più significare la marginalizzazione del femminile. Si tratta di rivedere posizioni astratte, che ignorano come l’essere umano sia sempre un «essere situato» in una cultura, una storia, uno spazio, ma ancor prima in un corpo sessuato. Da più parti, ormai, si coglie il carattere datato di certe «narrazioni» della femminilità e della mascolinità, consapevolezza che deve tradursi in uno stimolo alla ricerca di nuovi linguaggi e modalità espressive che valorizzino lo specifico di ciascun sesso, in un’epoca segnata da nuove modalità dell’essere. In questa direzione, si muovono i contributi ospitati nel fascicolo.
Con Voci della differenza sessuale: genere, differenza, differenze, Lucia Vantini prende in esame termini che rimandano a epistemologie, visioni del mondo e pratiche molto distanti tra loro. Come si può facilmente intuire, si tratta di nodi cruciali nella comprensione dell’umano, ma non sempre intesi allo stesso modo: per alcuni, essi esprimono una felice attenzione alla dualità dei generi, per altri, invece, rappresentano segni di disgregazione della civiltà.
Dopo aver richiamato le differenti interpretazioni del gender, Serena Noceti, nell’articolo L’antropologia incompiuta, propone il «genere» come categoria analitico-critica capace di veicolare un’interpretazione culturale, storica, simbolica delle differenze sessuali, necessaria a una re-visione del pensiero teologico sull’anthropos.
Uno sguardo sociologico sul genere, campo di conflitti è il titolo del contributo di Italo De Sandre, per il quale non si può comprendere il dibattito sulle questioni intorno al genere, senza uno sguardo ai soggetti coinvolti, ai loro valori, alle paure e agli obiettivi che li caratterizzano. Non solo, però, in rapporto al presente, ma anche con un’attenta considerazione delle dinamiche storiche, insieme alla pluralità dei contesti culturali, in cui si osservano diversi modi di concepire i ruoli sessuali.
Marinella Perroni riflette su Uomini e donne nella Bibbia, tema in apparenza semplice e lineare. In realtà, nella storia dell’interpretazione del testo biblico, il rilievo attribuito alle figure maschili e femminili è stato molto diverso. Riguardo ai personaggi femminili, il riconoscimento del loro valore letterario e teologico è un’acquisizione recente degli studi esegetico-teologici, mentre sul versante delle figure maschili resta ancora molto da chiarire riguardo a ciò che significa e comporta la loro maschilità.
Pier Davide Guenzi affronta la questione del rapporto tra Genere e magistero. Prendendo le mosse dall’unico riferimento al lemma gender nell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia (n. 56), l’articolo considera la questione «genere» nei documenti ascrivibili al magistero della chiesa cattolica nell’arco dell’ultimo ventennio: dall’intervento della Santa Sede alla IV Conferenza mondiale sulla donna, promossa dall’ONU (Pechino, 1995) sino ai due recenti sinodi sulla famiglia (2014-2015).
Respingendo una concezione dissociata e strumentale del corpo rispetto allo spirito, Aristide Fumagalli propone un saggio sull’Antropologia dei corpi sessuati. Ne emerge un approccio simbolico del corpo, in forza del quale – osserva l’autore – «la persona non riduttivamente ha un corpo, ma è corporea». In questa prospettiva, il corpo maschile e quello femminile incarnano ed esprimono diverse disposizioni spirituali che pur non essendo esclusive dell’uno o dell’altra, ne forniscono però la caratterizzazione.
Maschile e femminile nella storia delle religioni e i problemi del gender offre, invece, una panoramica sul modo in cui alcune tradizioni religiose hanno compreso e declinato la differenza di genere. Tra le varie suggestioni offerte da Aldo Natale Terrin, è da segnalare la proposta di un’«epistemologia al femminile», istanza culturale più che mai attuale e necessaria per conseguire un equilibrio che in passato non è stato sempre raggiunto.
L’articolo di Placido Sgroi, «Nato da donna». Un percorso fra teologia e maschilità, risponde a un interrogativo che si può così formulare: come mettere insieme maschilità e teologia? Quattro le tappe che hanno segnato questo singolare percorso, tappe sulle quali si concentra l’autore, suggerendo preziosi spunti di riflessione: paternità, filialità, parzialità e reciprocità.
Infine, uno sguardo critico al presente, muovendo da una prospettiva originale. In Identità, differenze. Note a margine del dibattito sul gender, Elisabetta Musi esamina il confronto in atto nel nostro paese circa le questioni di genere. Lo scopo non è prendere una posizione piuttosto che un’altra, ma individuare gli interrogativi di fondo e i presupposti – spesso impliciti e non sempre riconoscibili –, a partire dai quali si sviluppa il dibattito.
Nella Documentazione, come abbiamo detto, si trova una nota a cura dell’Ufficio scuola della diocesi di Padova, pubblicata nel 2015, in risposta a richieste di chiarimento in merito alla «questione del gender». L’intervento considera diversi aspetti della questione, soffermandosi in modo particolare sulle ricadute in ambito educativo delle problematiche di genere.
L’Invito alla lettura propone un ricco repertorio bibliografico, organizzato da Rita Torti, nella forma di un vero e proprio «percorso ragionato», attraverso la presentazione critica delle opere che hanno segnato la riflessione sui diversi aspetti delle questioni affrontate nel fascicolo.