EDITORIALE
Le persone che Gesù incontra
Il proposito di dedicare un fascicolo della rivista a Gesù Cristo, Signore delle relazioni nasce dalla semplice intuizione della fede che considera la persona di Gesù sotto il profilo dei diversi legami che si vengono a stabilire con lui. Al lemma relazione, tra le varie accezioni, il dizionario fa corrispondere una definizione di questo tipo: «Connessione o corrispondenza che intercorre, in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti; con riferimento a persone o a gruppi, come rapporto, legame o vincolo reciproco». Si tratta, dunque, di tentare una ricognizione fenomenologica del ventaglio di relazioni che videro coinvolte con Gesù le persone del suo tempo e coloro che oggi continuano a confidare nella sua presenza attraverso la fede. Tra le relazioni è quella tra Gesù e la sua chiesa che ne sigilla con certezza la permanenza indissolubile, nel cui seno i credenti sono generati, custoditi e accompagnati lungo i sentieri della storia.
La prospettiva che caratterizza l’indagine è la signoria di Gesù, il suo essere Signore crocifisso, risorto e vivente, cui – oggi come in ogni tempo – si volge lo sguardo del credente, nella speranza di incrociare quegli occhi che scrutano con amore le profondità del cuore umano, con ardente desiderio di offrire salvezza, di donare gioia, di rinnovare la vita. Come ha affermato papa Francesco in occasione del recente Convegno nazionale della chiesa italiana:
È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15)1.
Da come si risponde a questo interrogativo derivano conseguenze esistenziali, come la sequela, l’indifferenza, l’opposizione. I Vangeli ci danno ampia prova di queste variazioni. Come in ogni relazione tra persone avviene una reciproca esposizione: sia chi domanda sia chi risponde rivela in certo modo se stesso, si consegna all’altro, si scopre; accettando di incontrare il volto dell’altro ognuno manifesta il proprio. Nei giorni della sua vita terrena, Gesù ha fatto questa esperienza di reciprocità incontrando volti, toccando cuori, accostando corpi. Dentro la reciprocità si affaccia la rivelazione: nell’incontro con l’uomo Gesù si svela il Figlio di Dio agli occhi della fede.
Questa esperienza è possibile anche per noi oggi? Possiamo davvero entrare in relazione con Gesù in modo simile a quello di coloro che lo hanno incontrato duemila anni fa?
Una via per approfondire la relazione credente con Gesù consiste nel riprendere alcune tracce evangeliche e storiche che la tradizione ci ha consegnato, nella prospettiva della contemporaneità. Pertanto, l’intento dei contributi del fascicolo è di introdurre il lettore a ciò che sant’Ignazio di Loyola definisce come la composizione di luogo:
Qui è da notare che nella contemplazione o meditazione visiva, come sarebbe contemplare Cristo che è visibile, la composizione consisterà nel vedere con la vista dell’immaginazione il luogo materiale dove sta la cosa che voglio contemplare. Dico il luogo materiale come sarebbe un tempio o un monte dove si trova (secondo ciò che voglio contemplare) Gesù Cristo o la Madonna2.
Si tratta, dunque, di ripercorrere alcuni luoghi in cui Gesù si manifesta come Signore delle relazioni, in modo da percepirne l’attualità, per coglierne la provocazione e recepire lo stimolo ad avanzare nella sua sequela come discepoli.
Il primo contributo del fascicolo su Le relazioni personali di Gesù, ai margini della Third Quest, di Carlo Bazzi, prende in esame alcuni autori (Marcus J. Borg, Halvor Moxnes, Adriana Destro, Mauro Pesce) che delineano una visione ricca della persona umana e delle sue relazioni intorno a Gesù. Queste visioni dell’uomo evangelico possono allargare orizzonte ed esistenza all’uomo contemporaneo a una dimensione.
L’intento del contributo di Massimo Nardello su Cristo, Signore e servo della relazione è quello di mettere in evidenza come la natura divina di Gesù e il suo singolare rapporto con il Padre non rappresentino affatto degli ostacoli al suo rapporto con le persone, ma al contrario siano la condizione della sua originale e unica capacità di amarle.
Nell’articolo di Mario Bracci su Gesù, colui che nello Spirito si è detto Figlio e ci ha dato il Padre suo è la relazione come mistero di vita divina trinitaria a essere presa in considerazione: il Figlio la rivela come reciprocità che vive nel dono libero che il Padre fa di sé in lui per lo Spirito, e come dono che Gesù nello Spirito liberamente fa di sé al Padre e agli uomini.
Il saggio di Paolo Mascilongo, La relazione tra Gesù e i Dodici. Un’indagine di narrativa biblica, studia la relazione tra Gesù e i Dodici avvalendosi degli strumenti dell’analisi narrativa. In particolare, l’articolo si concentra sul vangelo di Marco, alla ricerca delle principali caratteristiche della trama e della caratterizzazione del personaggio dei Dodici.
Le relazioni tra Gesù e le donne nella tradizione evangelica, prese in esame da Annalisa Guida, sono caratterizzate da autenticità, rispetto, promozione, misericordia. Le donne sono incontrate, liberate, esaudite, guarite, riportate alla vita, inviate e responsabilizzate. La portata innovatrice e liberatrice dell’atteggiamento di Gesù verso di loro non trova eguali né nel giudaismo coevo né nel cristianesimo primitivo (e successivo).
Nel quadro de La relazione di Gesù con i poveri e i ricchi, offerto dal saggio di Enzo Galli, emerge con chiarezza la sua predilezione per gli emarginati, per coloro che agli occhi degli uomini contano poco o niente, i più vulnerabili, ai quali Gesù mostra la particolare premura di Dio attraverso due fondamentali atteggiamenti: la compassione e la libertà.
L’articolo di Amaury Begasse de Dahem indaga La relazione salvifica universale di Gesù Cristo. Iniziata nella creazione ordinata all’uomo, dispiegata nella storia delle alleanze, mediante l’elezione di uno per i molti, la salvezza storico-cosmica, universale e singolare, è una visitazione trasfigurante e un incontro liberante. Voluta dal Padre, realizzata in Gesù Cristo, “universale concreto” e nel suo corpo ecclesiale, comunicata dallo Spirito, la comunione salvifica al mistero pasquale è inclusivamente offerta alla libertà di ogni uomo, in modo da poter “sperare per tutti”.
Paolo Trianni illustra La comprensione odierna di Cristo nella relazione con le religioni, mostrando come, a partire dal Concilio ecumenico Vaticano II, oggi è possibile impostare una cristologia aperta, dialogica e improntata all’interculturalità. Al suo interno, infatti, è nata una teologia delle religioni che presenta la figura di Gesù in termini universali. La comprensione attuale di Cristo è legata – e non può non legarsi – alla sfida rappresentata dalle religioni non cristiane.
Nel saggio conclusivo, Laura Capantini, affronta Il momento dell’incontro. L’intersoggettività come categoria interpretativa della spiritualità di Cristo e dei cristiani. Le più recenti ricerche in ambito di neuroscienze e psicologia dello sviluppo rivelano che l’intersoggettività costituisce una dimensione fondamentale e ineludibile per lo sviluppo della mente e della coscienza dell’essere umano. L’autrice propone di considerarla come una categoria interpretativa utile a gettare luce sul peculiare percorso di formazione della coscienza e della spiritualità di Gesù e come elemento caratterizzante il momento dell’incontro con Cristo per le donne e gli uomini di ogni tempo.
Nella Documentazione, curata da Pierluigi Sguazzardo, viene esposta La cristologia della Parola in Verbum Domini, nn. 12-13, attraverso il concetto di Verbum abbreviatum. Con questa espressione, i padri della chiesa hanno inteso mostrare come Gesù Cristo sia la Parola breve, cioè colui che, mediante l’incarnazione, ha reso visibile e definitivamente comprensibile ciò che prima era sparso e ancora oscuro nella molteplicità delle precedenti Scritture.
L’Invito alla lettura, sempre a cura di Pierluigi Sguazzardo, presenta un ottimo repertorio bibliografico di cristologia, ripartito tra il problema del metodo, i manuali, alcune proposte sistematiche e altri studi.
Maurizio Gronchi
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Con questo fascicolo, «CredereOggi» inaugura la «quarta serie» della sua storia ormai più che trentennale e si presenta ai lettori con una nuova veste grafica, risultato di un accurato lavoro di restyling. Nuova copertina con nuovi colori, pagina più ariosa e leggibile per assicurare alla nostra rivista un «movimento» grafico complessivo, che indichi apertura verso il nuovo, ma in continuità con lo stile sobrio e «pulito» di sempre.
La proposta del nuovo aspetto grafico, tuttavia, guarda oltre la mera cifra estetica, è una vera e propria scommessa sul futuro: nelle tormentate condizioni attuali dell’editoria religiosa, «CredereOggi» va in controtendenza e rilancia. L’avvio di una nuova fase significa anzitutto fiducia nella «missione» della rivista e della sua specificità nel panorama teologico ed ecclesiale italiano e, al tempo stesso, un rinnovato impegno nei confronti dei lettori, ai quali si intende offrire un servizio sempre più qualificato e autorevole.
Ringraziamo l’editrice, la redazione e tutti coloro che hanno favorito, incoraggiato e reso possibile la realizzazione del nuovo progetto grafico, ma il ringraziamento più grande è – ancora una volta – per i lettori, che hanno accompagnato fedelmente il cammino di «CredereOggi» in questi anni. Confidiamo che il loro sostegno non venga meno, particolarmente attraverso la sottoscrizione dell’abbonamento e l’aiuto per la sua diffusione.
Buona lettura.
Germano Scaglionidirettore