EDITORIALE
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai da dove viene e dove va:
così è chiunque è nato dallo Spirito
(Gv 3,8).
Le molte lingue in cui parla lo Spirito
«Entro il 2025 metà della cristianità del mondo sarà pentecostale. In Usa, Brasile, e Africa i pentecostali stanno già superando i cattolici», afferma Alessandro Iovino, referente per la Campania del «Centro studi delle nuove religioni» (CESNUR) e lui stesso membro della chiesa evangelica pentecostale. «I dati dicono che i cittadini italiani di fede pentecostale sono 250 mila. Numeri che non tengono conto del fenomeno delle chiese etniche. Con gli immigrati, i fedeli arrivano a 400 mila» .
Tenendo conto di questi dati, ci è parso utile preparare un fascicolo di taglio ecumenico, nella tradizione di «Credere Oggi», portando l’attenzione su di un fenomeno che sfugge spesso all’osservazione di chi vive nelle regioni opulente del nord del mondo e guarda con una certa indifferenza a quanto avviene negli altri continenti. Inoltre, lo slancio missionario, che contraddistingue i movimenti pentecostali e carismatici, fa da utile confronto per l’impegno alla «nuova evangelizzazione» che entrambi gli ultimi papi stanno chiedendo alla chiesa tutta.
Di fronte a questi dati, viene spontanea una constatazione: durante il Vaticano II non si era neppure intravisto il movimento carismatico, che pure nel mondo protestante era iniziato agli albori del Novecento. Oggi, a detta di Gilles Routhier, siamo di fronte a una «galassia carismatica» che propone una nuova figura di cristianesimo sia sul piano liturgico – luogo simbolico per eccellenza di ogni religione – sia nell’uso della Bibbia e nel modello stesso di chiesa, più egalitaria, meno clericale e anche meno giuridica . È indubbio che il pentecostalismo, con i movimenti carismatici collegati, rappresenta il maggiore movimento di risveglio nella storia del cristianesimo : in meno di un secolo dalla sua origine – anche se dalla corrente pentecostale-carismatica nel suo insieme si escludono i carismatici cattolici, che presentano indubbiamente caratteristiche specifiche e diverse – ha raggiunto la cifra di 470 milioni di fedeli, più di un quinto dei cristiani presenti oggi nel mondo.
Le radici del fenomeno sono molteplici: il richiamo di dottrine antiche, come il battesimo dello Spirito Santo, l’insistenza sulle guarigioni, le profezie, la glossolalia e i miracoli, il desiderio di superare le troppe denominazioni presenti nel mondo protestante, ecc. Oggi si insiste molto sull’influsso determinante della religiosità afro-americana, cui si deve il recupero delle tradizioni orali, del canto e della danza, che hanno trasformato le liturgie pentecostali in veri e propri happening.
A questi movimenti, a volte difficili da classificare e interpretare dà uno sguardo generale ENZO PACE, che sottolinea come si tratti di un nuovo tipo di cristianesimo globale, che crede davvero nello Spirito Santo e nella possibilità che anche oggi avvengano i prodigi di cui parlano i libri sacri.
Il contributo di ANNA BUTTICCI si focalizza maggiormente sul mondo africano, sia per la sua importanza numerica, sia per la diffusione che i movimenti pentecostali di origine africana hanno tra gli immigrati presenti oggi in Italia. Da due autori africani JOHNSON KWABENA ASAMOAH-GYADU e JAMES BOAKYE AGYEMAN, entrambi operanti nel Ghana, riceviamo due importanti riflessioni. La prima descrive in modo esauriente i punti di contatto tra la religiosità africana tradizionale, soprattutto la credenza negli spiriti, e la concezione di Dio e del suo unico Spirito Santo, che pure si ritrova nel nucleo essenziale della religiosità tradizionale. La seconda riflessione, da parte cattolica, mostra come il movimento carismatico del «Rinnovamento dello Spirito» costituisca un’efficace risposta alla diffusione delle chiese pentecostali, che attraggono spesso i fedeli delle chiese tradizionali e li spingono ad abbandonarle.
Dalla ricerca di ANNALISA BUTTICCI, condotta direttamente sul campo, attingiamo un’ulteriore specificazione del tema di questo fascicolo, ossia la ritualità e l’uso della parola nelle assemblee liturgiche pentecostali, di cui mostrano la creatività e la forza espressiva. Ciò fa pensare per contrasto alla ritualità cattolica, sobria e misurata, ma che può risultare fredda e poco comunicativa a popoli di cultura diversa da quella occidentale.
Gi ultimi contributi si collocano sul piano più strettamente teologico e pastorale. Anzitutto con l’analisi puntuale compiuta da INDUNIL JANAKA KODITHUWAKKU sul concetto di conversione secondo la concezione pentecostale e quella cattolica. In particolare si esamina anche il dialogo ecumenico che si è sviluppato negli ultimi anni tra la chiesa cattolica e le chiese pentecostali. Su di un tema scottante anche per l’Italia, ma assai vistoso in Brasile, si soffermano ARI PEDRO ORO e RICARDO MARIANO, che studiano il rapporto di reciproca strumentalizzazione tra uomini politici, che cercano l’appoggio elettorale dei cristiani, e leader religiosi che promettono il sostegno richiesto in cambio di vantaggi e privilegi per la propria confessione. Infine, GIUSEPPE DAL FERRO mette in rilievo le luci e le ombre della sfida che viene lanciata al mondo cristiano in genere e alla chiesa cattolica in particolare da questo nuovo tipo di cristianesimo.
L’INVITO ALLA LETTURA, curato da ENZO PACE, fornisce come al solito una bibliografia per l’approfondimento e lo studio di un tema ormai ineludibile, mentre la rubrica IN LIBRERIA segnala alcune opere significative tra quelle pervenute in redazione. L’INDICE DELL’ANNATA 2011 aiuterà il lettore a rintracciare i temi sviluppati durante l’anno.Nel «segno dello Spirito», chiudiamo così questa XXXI annata della nostra rivista.