Editoriale -
Perché un libro per celebrare? E perché esso richiede particolaricompetenze per una sua adeguata conoscenza? Una conoscenza finea se stessa o in vista dell’uso? Perché esso deve essere espressione dicomunione intra- e interecclesiale?Gli interrogativi potrebbero continuare. Fra le tante attenzioniche la liturgia richiede perché possa essere celebrata «in Spirito e verità» c’è anche quella relativa al libro ufficiale che contiene tutto ciòche è necessario perché la celebrazione si svolga in modo corretto esecondo la norma.Il libro liturgico ha varie funzioni. Ciò comporta che esso richiedeuna pluralità di attenzioni che lo diversificano da qualunquealtro libro. Il suo uso, infatti, è destinato non solo ad una “lettura”previa, ma anche ad un “impiego” che lo rende imprescindibile inordine all’attuazione di un’azione che si pone tra l’umano e il divino,la celebrazione.Questo dato di fatto pone già in assoluta evidenza sia il ruoloche il libro liturgico di fatto assume, sia la competenza che essorichiede perché possa essere compreso e valorizzato in tutte le suepotenzialità.
1. Dal libro alla comprensione del suo contenuto
Nel 2008 «Rivista Liturgica» ha fatto una presentazione globaledei libri liturgici editi in attuazione della riforma promossa dal VaticanoII (cf. 95/5 [2008]). Quel materiale – presentato sotto il titolo:La liturgia di rito romano e i suoi libri – ha permesso di realizzareuna disamina di quanto prodotto secondo la riforma del Concilio, edi constatare come la Chiesa ha proceduto sia nella traduzione, sia –per alcuni aspetti – nell’adattamento.Il percorso successivo – tipico del presente fascicolo – cerca di delineareun’ermeneutica per comprendere i contenuti del libro in mododa valorizzarli a livello teologico, celebrativo, pastorale, spirituale egiuridico (su quest’ultimo aspetto sarà dedicato un intero fascicolodurante l’anno in corso). Molto è stato scritto al riguardo; ma ancora non è stato presentatouno “statuto” che permetta l’accostamento di un libro liturgico consideratonella sua globalità e nei suoi singoli settori. Per questo il fascicolotraccia un’ipotesi di questo “statuto” in modo che la conoscenzaglobale e sistematica del libro liturgico permetta a un’assemblea dicelebrare con verità i santi misteri attraverso il coinvolgimento di tutticoloro che devono svolgere una ministerialità; al teologo di cogliere ivalori di questa “fonte” da non prendere come locus theologicus macome mezzo per sperimentare il mistero e riflettervi a partire dallasua stessa celebrazione; all’operatore pastorale e al catecheta di tenerequei contenuti come termini di un linguaggio simbolico codificatonel libro; e a tutti di valorizzare queste “fonti” come un manuale dispiritualità e di mistica, in cui il contenuto teorico costituisce solo illinguaggio esteriore di un’esperienza interiore che passa attraversola celebrazione.
2. «Dall’uso alla conoscenza»
È questo il titolo che avevamo già introdotto nell’Editoriale del2008, e che ora rilanciamo come sottotitolo del presente fascicolo.Allora si trattava solo di proporre alcuni riferimenti essenziali; ora citroviamo di fronte a un richiamo che costituisce un vero e proprioprogetto per una riflessione che aiuti a cogliere il come vadano accostatii contenuti del libro liturgico.Il percorso «dall’uso alla conoscenza» può sembrare non-logico.Di fatto mentre deve essere premessa una informazione in vista di uncorretto uso, allo stesso tempo è da considerare che proprio dall’usodel libro liturgico scaturisce una conoscenza dei testi che diversamentenon si dà. È pregando o proclamando un testo che le parolerisuonano in tutta la loro forza; anzi acquistano una performativitàche solo l’uso liturgico di fatto può assicurare. Questo ci appare comel’elemento essenziale da tenere ben presente quando ci si accosta conintelligenza e con venerazione a un libro per la liturgia.Il confronto con il libro liturgico richiede (ma suscita anche) unasensibilità tutta particolare che sappia tener conto della teologia e ditutte quelle altre discipline che sono chiamate in causa dalla stessaazione liturgica e dal mondo della liturgia in generale (come spessoricordato negli Editoriali…) e senza mai dimenticare che la liturgiaè la prima pedagogia della Chiesa. È nell’intreccio di tutte questecompetenze che si delinea un’ermeneutica.
3. Tra istanze e problematiche
Uno sguardo previo al Sommario permette di scorrere velocementeuna serie di titoli che già da soli, e dalla loro successione, pongonoin evidenza la centralità, il valore e il significato del libro liturgico.Tutto questo in vista di una celebrazione che costituisca esperienzaviva di un incontro tra il divino e l’umano.È a partire da questi dati di fatto che subentrano approfondimentiche intendono rispondere a domande talora inespresse, ma frequentementericorrenti sia in chi usa ordinariamente il libro, sia in chi èchiamato ad approfondirne i contenuti in vista della formazione deglioperatori pastorali e soprattutto dei «presidenti» di assemblea.Agli inizi della riforma liturgica promossa dal Vaticano II la novitàdei testi ha stimolato una certa conoscenza. L’insistenza sullanovità dei Praenotanda non ha però invogliato un confronto direttocon essi; e tanto meno ha creato una mens capace di condizionare positivamentel’interpretazione del libro in vista del suo uso corretto nelrispetto dello stesso libro, della celebrazione, dell’assemblea. Da qui,pertanto, la sfida che si pone soprattutto in questi tempi – a partiredal Summorum Pontificum del 2007 – con l’impegno ad accostarsi conmaggior deontologia professionale al libro liturgico tenendo conto ditutto ciò che esso contiene, dalla prima all’ultima pagina.Nel contesto della complessa problematica – per tanti aspetti piùvirtuale che reale, ma che crea però stati d’animo di indisposizione neiconfronti dell’Autorità – se non si ritorna al confronto con i principiispiratori della riforma liturgica (a partire dalla Costituzione SacrosanctumConcilium) e all’intreccio che intercorre tra i Praenotanda eil resto del libro liturgico, non si ritrova quella serenità di giudizio,di valore e di azione che oggi manca in molti contesti ecclesiali. Ilmalumore che corre soprattutto sul web è il segno di un disorientamentoche dovrebbe invece essere superato dalle istituzioni preposteall’animazione “liturgica” della celebrazione della fede. Il tempodell’assenza di prospettive serie in re liturgica ci auguriamo che vengapresto dimenticato almeno in concomitanza con riflessioni coraggiosee oneste quali possono scaturire in occasione del 50o del Vaticano IIe della Sacrosanctum Concilium in particolare!
4. Un testo per la celebrazione o per lo studio?
Non è la prima volta che nell’ambito degli studi di liturgia cisi pone dinanzi alle sfide che l’ermeneutica pone al libro liturgico. Contributi preziosi si trovano in strumenti di lavoro che il liturgistaben conosce. Tenendo conto di quanto prodotto finora, ci sembra dipoter formulare alcune istanze e prospettive, con l’unico intento dicontribuire allo sviluppo di una «scienza», quella liturgica appunto,i cui risultati si riversano su una comprensione ancora più profondadella stessa azione liturgica e dei suoi elementi.Collocando in un certo ordine le istanze che emergono dall’insiemedelle prospettive finora puntualizzate, e di cui il presente fascicolocostituisce un punto di riferimento, ci sembra di poter affermarequanto segue nell’intento di offrire quasi una criteriologia per accostaretutto il libro liturgico non solo come documento a sé (quasicome una «fonte» da cui attingere conferme) ma anche e soprattuttocome strumento destinato a mediare un incontro tra il mistero trinitarioe il mistero dell’uomo.
• Il libro liturgico è un «testimone della fede». Il valore di questa “testimonianza”è dato dal fatto che la Chiesa esprime in quel testo ciò che essacrede. Il contenuto della fede trova in quelle espressioni la forma che èfrutto dell’incontro tra la parola di Dio e la sensibilità teologico-spiritualedi una communitas. Ecco perché esiste un’editio typica: un testo cioè incui tutti si possono ritrovare per la stessa fede, e per questo essere assuntocome guida, modello, repertorio e normativo per la celebrazione.
• All’interno dell’editio typica vanno però stabiliti livelli diversificati diautorità e autorevolezza. Una cosa è il valore dei testi del Lezionario;altro quello delle formule tipicamente sacramentali; altro ancora i testi chepossono avere scelte diverse o testi che possono essere sostituiti in vistadell’adattamento alle singole assemblee. L’accostamento del libro liturgicorichiede, pertanto, di saper individuare il cuore teologico dell’insiemedell’ordo, sapendo distinguere tra ciò che è essenziale e ciò che è soggettoad adattamento.
• Il rito liturgico “in atto” è la lex orandi “in attuazione”. L’espressione nellasua concisione invita a tenere strettamente unito il libro (il contenuto) conl’azione liturgica che esso deve guidare e strutturare. Pertanto il valoredel libro liturgico scaturisce dall’uso che se ne fa nella celebrazione; e diriflesso la celebrazione diventa criterio ermeneutico dei contenuti propridel libro stesso. È nell’uso che si conosce il libro liturgico con maggiorprofondità, allo stesso modo con cui la parola di Dio rinasce nell’azioneliturgica.
• Strettamente correlato è il riferimento a colui che usa il libro liturgico.La ministerialità propria e specifica rinvia alla diversa importanza tra unlibro e l’altro, e anche alle caratteristiche dei testi nelle sequenze ritualiche esso racchiude. Anche la persona che usa il libro determina un criterioermeneutico in ordine ai contenuti e alla loro assimilazione.
• La “biblioteca” costituita dai libri liturgici è una vera e propria enciclopediain cui si ritrovano innumerevoli espressioni che se da una parte riflettonoaspetti del mistero, dall’altra evidenziano le modalità e le sensibilità concui la communitas intende vivere il mistero. Dalla conoscenza di tutti ilibri si sviluppa un orizzonte che permette di considerare l’insieme diquesti strumenti come un complesso i cui contenuti si riversano su tuttie singoli i libri oggi in uso.
• Una formazione liturgica a partire dal libro per la celebrazione richiede unprogetto che tenga conto sia dei contenuti del libro sia soprattutto del rapportoche deve intercorrere tra il libro e l’agire celebrativo quale garanziadi autenticità della celebrazione (validità) e di comunione ecclesiale nellastessa fede. Ciò comporta l’attivazione di itinerari formativi che tenganoconto del peculiare ministero che si è tenuti a svolgere.
• Da queste dimensioni dipende anche la dignità del libro liturgico; eccoperché esso deve presentarsi bene, né può essere sostituito con altri sussidi.Il mondo dell’informatica sta già condizionando anche il libro liturgico…Tutto appare possibile, forse anche un Messale elettronico sull’altare, manon un Lezionario… Possiamo considerare il libro liturgico un ipertesto?È un interrogativo che crediamo debba essere preso in considerazione inun prossimo futuro.
• Strettamente correlato appare il significato dei vari “riti”. Le liturgie chesono sorte come espressione dell’incontro tra culto e cultura, soprattuttonel primo millennio, da sole costituiscono già un’ermeneutica del datobiblico-liturgico. Nella loro varietà esse sono un segno eloquente di esperienzadel mistero di salvezza espresso nella diversità degli infiniti testi egesti e segni delle singole tradizioni.
• La ricchezza di contenuti racchiusa nel libro liturgico è determinata anzituttodalla sorgente ispiratrice costituita dalla parola di Dio: questa è ilpunto essenziale di riferimento per comprendere tutti gli altri testi checon modalità diverse attualizzano e riesprimono in forma orante queicontenuti. Il settore dei Lezionari costituisce un capitolo a sé nel lavorodi ermeneutica liturgica; con essi ci troviamo di fronte al messaggio dellasalvezza, ma attualizzato nello specifico del contesto celebrativo; ed èquesto contesto che dà significato nuovo alla stessa parola di vita.
• Il ruolo e il significato della traduzione in lingua viva chiama in causa ilvalore di una traduzione e i problemi che pone: in quale misura una traduzionepuò essere testimonianza della fede? È sufficiente una recognitio soloper garantire che è stata fatta la traduzione letterale (secondo Liturgiamauthenticam), e per assicurare questa testimonianza della fede?
• Il capitolo degli adattamenti che la liturgia sempre ha considerato, inquale misura incide nella stessa ermeneutica del libro liturgico? Quandol’adattamento e più ancora l’inculturazione sono compiuti in dialogo con il magistero possiamo affermare che il libro è espressione della lex credendidella Chiesa. Qui però s’inserisce la grande responsabilità di coloro che devonofare scelte non considerate direttamente dal libro ma solo permesse,introdotte da his vel similibus verbis, oppure semplicemente indicate con«questo o un altro canto simile» approvato dall’autorità ecclesiastica (maquesto spesso è disatteso… anche se ciò rimanda al significato e al valoredei repertori nazionali specialmente nel canto).
• Se il libro liturgico è fonte di spiritualità, in quale misura si attua un dialogotra teologia liturgica e teologia spirituale per cogliere il valore di untesto liturgico in ordine all’azione dello Spirito nel cuore del credente? Sipensi, per esempio, alla Liturgia Horarum e al suo rapporto con l’itinerariospirituale del fedele nell’anno liturgico.
• Non sembri fuori luogo la considerazione dell’impostazione graficadel libro stesso. Il libro liturgico nel suo modo di presentarsi ègià un messaggio (o dovrebbe possederlo). La presentazione esteriore esoprattutto quella interna – comprese le eventuali illustrazioni, eco lontanedelle mirabili miniature e delle devote incisioni – deve caratterizzarela destinazione d’uso del libro; ecco perché nella storia il libro è statosempre arricchito all’insegna del codice della bellezza.
• Dalla complessità dell’analisi scaturisce la complessità dell’elaborazionedella teologia liturgica a partire dagli elementi indicati. La teologia liturgicanon è solo riflessione che deriva dai contenuti del libro, né solo da quantoemerge dall’analisi antropologica o sociologica della ritualità… ma è fruttodell’apporto di tutti questi ambiti che, nello specifico, si trovano a doverconsiderare una “celebrazione”, un’actio molto particolare, anzi unica!
Un testo per la celebrazione o per lo studio? Il titolo che introducevail paragrafo già includeva la risposta per gli esperti. Il libro liturgicoè uno strumento sui generis, unico nel suo genere perché è destinatoa mediare una realtà divina e umana, la celebrazione. Nessun altrostrumento è chiamato a svolgere una simile «missione». Ecco allorala risposta: il libro liturgico per essere valorizzato con competenzae rispetto richiede di essere studiato. Se vengono mosse critiche allariforma liturgica – purtroppo molte sono fatte in modo ironico e conun’acrimonia frutto di tanta ignoranza, spesso palesemente proclamataanche in pubblicazioni e in siti web che sembrano fatti appostaper distruggere la comunione ecclesiale –, talvolta è in conseguenzadi questa non conoscenza del libro.Viene da domandarsi: come farebbe un maestro d’orchestra a dirigereun concerto se non conoscesse perfettamente la partitura? E ilconcerto spirituale costituito da una qualunque assemblea di fedelicome viene “diretto” da colui che la presiede? Quali armonie “spirituali” e vitali possono provenire dalle esistenze che vibrano presentinell’azione liturgica, se colui che deve essere l’animatore non è in sintoniacon la “partitura” che la Chiesa pone nelle sue mani? L’errore ol’incompetenza di un maestro d’orchestra si paga caramente; ma chipuò rimediare all’incompetenza di chi presiede un’azione liturgica?Ecco l’ardua sfida della preparazione soprattutto nei seminari, maanche della formazione permanente da assicurare a qualunque livellonella Chiesa.
5. Il presente fascicolo
In continuità con il fascicolo che ha offerto una panoramica completasui libri liturgici della Chiesa di Roma, i contributi racchiusinelle pagine che seguono intendono aggiungere qualche altro aspettoperché il libro liturgico non sia accostato e gestito come un qualunquealtro libro, ma come lo strumento da cui dipende una comunicazioneunica qual è quella che si stabilisce tra Dio e il suo popolo. Da qui lascelta dei contributi offerti:– Studi. I quattro elaborati che aprono la serie hanno soprattuttol’obiettivo di offrire gli elementi essenziali che ruotano attorno allibro liturgico e allo stretto rapporto che esso ha con la celebrazione.Dimenticare questo dato di fatto è svuotare di significatoquesto strumento così unico.– Note. Altri quattro elaborati rinviano ad altrettante attenzioni oambiti che talora sono sollecitati soprattutto nel contesto della formazioneteologica; ma talora possono costituire anche un indirizzoprezioso per cogliere ancora meglio il valore di quanto racchiusonella celebrazione e negli strumenti necessari per porla in atto. Siamoconsapevoli che altri aspetti avrebbero dovuto essere presentati,come la musica e la decorazione del libro liturgico; sia sufficientealmeno il richiamo.– Orizzonti. Ancora quattro contributi, infine, invitano a sollevare losguardo su altrettanti fronti. I temi trattati sono diversificati, segnodella variegata complessità del tessuto ecclesiale in cui tali studi sipongono; ma segno anche dei tanti aspetti che la scienza liturgicadeve tener presenti in vista di una formazione integrale.
«Rivista Liturgica»
www.rivistaliturgica.it