Citazione spirituale

Arazzo sacro "Madonna del Cardellino" - dimensioni 65x53 cm

di

Raffaello Sanzio



EAN 2483599002262

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Descrizione
Tipo Varie Titolo Arazzo sacro "Madonna del Cardellino" - dimensioni 65x53 cm Autore Raffaello Sanzio Tecnica telaio Jacquard Materiale viscosa, cotone, poliestere Provenienza Italia Peso 220 grammi Altezza 65 cm Larghezza 53 cm EAN 2483599002262

Produzione di un arazzo
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il 10 giugno 2022 alle 11:07 ha scritto:

La "Madonna del cardellino" è uno degli apici più alti nell'arte pittorica di Raffaello Sanzio. Fu realizzata nel 1508 per Lorenzo Nasi, ricco mercante di panni di lana fiorentino. Nel dipinto la Vergine Maria in primissimo piano si staglia su un paesaggio quieto e silente, dove si intravvede una città che ricorda Firenze per la cupola di "Santa Maria del Fiore" sullo sfondo. La Madonna è seduta su una roccia e accudisce due bambini, che in quell?istante la distraggono dalla lettura del libro sacro che tiene nella mano sinistra; ella cinge affettuosamente con la mano destra San Giovannino, che porge un piccolo cardellino a Gesù Bambino, che ne accarezza la testa; e contemporaneamente tiene il figlio tra le ginocchia materne (gesto derivante dalla "Madonna di Bruges" in Belgio, scolpita da Michelangelo nel 1503-1505). Vi è un dialogo di sguardi fra le tre figure, che esprimono la grazia del sentimento della dolcezza. Il cardellino lega la vita di Giovannino e Gesù da infanti e da adulti; secondo la tradizione esso simboleggia, con la sua testa tinta di rosso, la passione di Cristo e il sangue versato sulla croce. Si racconta, infatti, che durante la salita al Calvario un cardellino si sarebbe posto sul capo del Messia, per estrarre le spine che gli trafiggevano la fronte, macchiandosi così le piume con il sangue di Gesù; da qui, il caratteristico colore rosso del suo piumaggio. Per tal motivo, lo sguardo di Maria è triste, alludendo alla consapevolezza del destino che attende il figlio, profetizzatole da Simeone - "A te una spada trafiggerà l"anima". Il dipinto, recuperato in pezzi, dopo il crollo di Palazzo Nasi nel 1547, e poi restaurato e collocato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze, è assurto a simbolo di rinascita e di spirito di ricostruzione storica e della nostra vita quotidiana.