Religione e teoria dell'evoluzione. Sintesi dell'articolo di
J. Ratzinger, Fede nella creazione e teoria dell'evoluzione, (1969).
Il testo è tratto da una lezione di Joseph Ratzinger “Fede nella creazione e teoria dell'evoluzione”, pubblicata in una raccolta di saggi dal titolo 'Wer ist das eigentlich - Gott?', München 1969.
(In italiano: traduzione in "Il Foglio quotidiano", venerdì 23 dicembre 2005 , anno X, n. 303, pag 1-6).
In questo saggio, che risale al 1969, l’allora professor Joseph Ratzinger affronta il rapporto tra il concetto di creazione e quello di evoluzione. È un tema recentemente è tornato di attualità per una serie di polemiche sul darwinismo. Ma soprattutto tocca un argomento delicato, che rischia di riaprire polemiche, ormai ritenute superate, fra fede e scienza.
Il consueto rigore e la complessità degli argomenti rende alcune parti di questo saggio di non facile lettura. Per questo può essere utile una breve scheda che indica le linee guida del pensiero dell’Autore.
1- La fede non coincide con alcuna “immagine” del mondo
La premessa fondamentale fatta da Ratzinger è che la fede non coincide con nessuna “immagine” del mondo, anche se ne serve: così è avvenuto per le immagini prescentifiche (il racconto del Genesi, per esempio), e più recentemente di quelle scientifiche. Il cambiamento di una immagine non costituisce quindi, di per sé, una crisi della fede; ma si pone il problema della relazione di questa immagine con la fede stessa.
Nell’affrontare il tema di come si possa conciliare il concetto di evoluzione con quello di creazione, Ratzinger, si rifà all’analogia della rivoluzione copernicana, che ha operato un radicale cambiamento dell’immagine del cosmo..
Il tema dell’evoluzione si rivela ancora più delicato, in quanto coinvolge una sequenza temporale, fornendo un’immagine “naturalistica” della storia del mondo e dello sviluppo della vita sulla terra fino alla comparsa dell’uomo, che sembra negare la creazione.
2) Creazione e creazionismo
Il concetto di creazione infatti era legato a una particolare immagine dell’origine dei viventi: il creazionismo, secondo cui Dio, come un bravo artigiano del cosmo, aveva creato contemporaneamente tutti gli esseri viventi. L’evoluzione distrugge questa immagine, ma la fede nella creazione non è strettamente legata ad essa, può benissimo convivere con il concetto di evoluzione, come l’Autore spiega nell’ultima parte del saggio.
3) Differenza fra creazione ed evoluzione
L’affermazione fondamentale è la seguente:
“La fede nella creazione indaga sul perché dell’essere in sé; il suo problema è perché esiste qualcosa anziché niente. L’idea dello sviluppo[evoluzione] invece si chiede perché ci sono proprio queste cose e non altre.”
La prospettiva scientifica è quindi diversa dalla prospettiva di fede: “teoria dell’evoluzione e fede nella creazione appartengono qui, rispetto al loro orientamento di fondo, a due mondi spirituali assolutamente diversi, e in maniera diretta non si toccano affatto”.
Si apre però il problema della relazione fra le due forme di pensiero, che è estremamente delicata.
4) La teoria dell’evoluzione non può “giudicare” la fede nella creazione
Da una parte la teoria dell’evoluzione non può incorporare al suo interno la fede nella creazione: l’idea di creazione è inutilizzabile per la scienza: non può stare fra i materiali positivi alla cui elaborazione essa è vincolata per metodo.
D’altro canto, a meno di rinchiudersi in uno scientismo radicale, essa non può vietare per principio alcuna domanda sull’uomo che si rivolga alla questione dell’essere come tale, cioè una domanda ultima, la cui risposta non sia riducibile nell’ambito di ciò che è documentabile scientificamente.
5) La fede nella creazione può assumere in sé anche l’idea di evoluzione.
La domanda fondamentale che si pone Ratzinger è se anche l’immagine evolutiva del mondo possa essere compresa come espressione della creazione, come lo erano le immagini precedenti. Se consideriamo la creazione non come un’opera di artigiano ma quella di un pensiero creatore, ecco che allora lo sviluppo del mondo ha un senso, come attuazione progressiva del pensiero di Dio. E’ questa la posizione di fede: riconoscere nell’evoluzione, che va comunque studiata con il metodo scientifico, lo svelarsi di un progetto che sta all’inizio.
“La teoria dell’evoluzione non annulla la fede - così conclude Ratzinger - e nemmeno la conferma. Ma la sfida a comprendere meglio se stessa e ad aiutare in questo modo l’uomo a capire sé e a diventare sempre più quello che deve essere: l’essere che può dire tu a Dio per l’eternità”.
(da: culturacattolica.it)
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