Dal latino, 'meditatio', "riflessione", oggi è prevalentemente intesa come processo metodico, attivo, del rientrare-in-se-stessi. La meditazione odierna non ha più un carattere soltanto religioso. Si distingue dalla riflessione incentrata su un oggetto o un tema, e dalla contemplazione. Nella storia della meditazione si sono sviluppate due diverse tradizioni.
Una ha le sue fondamenta nella religiosità orientale. Nell'induismo, il processo della meditazione consiste nel chiaro riconoscimento e nell'allontanamento consapevole, metodico, di ciò che nel mondo dei sensi impedisce l'unione dell'uomo con la divinità. Nel buddhismo l'inabissarsi nella meditazione serve allo stesso modo al controllo degli impulsi vitali e all'esercizio del superamento di tutte le contrapposizioni polari, come condizioni preliminari per il raggiungimento definitivo della beata redenzione nel nirvana. Due elementi della meditazione orientale sono diventati particolarmente attuali in alcune società occidentali: lo zen e lo yoga. Il cammino progressivo dello zen consiste nella liberazione dalle passioni, nel raggiungimento della tranquillità guardando alla vita e alla morte, nell'esperienza dell'armonia e dell'unità con le forze cosmiche, nel raggiungimento di un'illuminazione mistica, nella quale la coscienza del tempo è sparita. Riguardo all'atteggiamento interiore nei confronti delle estraniazioni, delle passioni e della sensualità, lo yoga non si differenzia dalle concezioni menzionate; si tratta, piuttosto, di tecniche del processo di liberazione (modo di vivere, respirazione, rilassamento, nutrizione) elaborate dettagliatamente. La diffusione di queste forme di meditazione in occidente va ricondotta al giudizio negativo su modi di vivere dannosi e al rifiuto delle forme alienanti del moderno mondo del lavoro; ne è derivata l'attenzione delle scienze psicologiche alla meditazione e la sua inclusione in alcune terapie.
La seconda tradizione della meditazione è comparsa nel cristianesimo, a partire dai metodi di purificazione e di immersione nella considerazione (penitente) del sé e nel pensiero di Dio propria del monachesimo medio-orientale.
Il monachesimo occidentale ha inserito la meditazione nei "gradini" della Lectio divina: lectio, meditatio, oratio o contemplatio.
"- La lectio è il momento in cui si legge e rilegge una pagina dellAntico o del Nuovo Testamento mettendone in rilievo gli elementi portanti. E un atteggiamento dinamico, è lo sforzo di cogliere, nel testo, i rilievi in modo che da pianura diventi un panorama di montagna con alcune parti in luce ed altre in ombra. Sottolineando i verbi, i soggetti, gli oggetti, i vari elementi acquistano valore inaspettato. La lectio non è fine a se stessa, ma si apre alla meditatio: va dunque fatta ogni volta per quel tanto che serve a passare oltre. Non così poco che la meditatio sia sterile e non così tanto da impedirne il dinamismo.
- La meditatio è la riflessione sui valori del testo, soprattutto sui valori permanenti. E un secondo modo di accostare il brano: non più per considerazione analitica dei soggetti, degli oggetti, dei simboli, dei movimenti interni ed esterni, ma dei valori che il testo veicola e porta con sé.
La meditatio va fatta con la mente e anche con laffetto perché spesso i valori sono ricchi di risonanze, di sentimenti.
Comporta il superamento della quantità verso la qualità, il superamento delle forme esteriori verso i contenuti, ed è quindi un passaggio importante. Cè tuttavia un rischio ed è quello di prolungare la meditatio, compiacendosi di aver capito i valori del testo, di averli ordinati e collegati con la propria vita.
Il rischio è di credere di vivere quei valori semplicemente perché si è riusciti a coglierli bene, bloccando così il processo dinamico della preghiera e cadendo nellautocompiacimento che, in realtà, è lopposto della religiosità evangelica, pur se si nutre di parole del vangelo.
La meditatio deve essere superata, a un certo punto, verso la contemplatio. La meditatio può essere fatta, in qualche maniera, anche da un non credente che si compiace dei valori profondi espressi dalla Scrittura.
- Con la contemplatio entriamo nella specifica preghiera cristiana che è in spirito e verità.
E il passaggio dalla considerazione dei valori alladorazione della persona di Gesù che riassume tutti i valori . E un momento orante per eccellenza, in cui vengono dimenticate proprio le stesse cose che sono state utili per stimolare la coscienza. Si adora e si ama Gesù, ci si offre a lui, si chiede perdono, si loda la grandezza di Dio, si offre la propria povertà o si intercede per il mondo, per la gente, per la Chiesa.
Il centro e il riferimento della contemplatio è sempre la persona di Gesù, rivelatore del Padre.
[] la contemplatio è la disponibilità al dono infuso della carità: luomo è nella situazione ideale per accogliere, coscientemente o almeno con piena disponibilità, il dono infuso di carità, a lasciare vibrare in sé lo Spirito di santità" (Carlo Maria Martini, in: Carlo M. Martini, Ritrovare se stessi, Milano, 1996, pp. 53 ss).
Privo di segni d`usura e di qualunque tipo di danno o vizio.
Trattasi, nella maggior parte dei casi, di libri acquistati da privati o biblioteche pubbliche o private in condizioni pari al nuovo, che vengono ceduti poiché costituiscono doppioni.
Libro in condizioni pari al nuovo.
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Libro in buone condizioni generali, del tutto fruibile.
Rispetto ad un libro "come nuovo" presenta però segni di usura che possono essere di vario genere.
I piu frequenti: sottolineato, copertina usurata, pagine ingiallite, orecchie d`asino.
Per ciascun libro sono precisamente indicati i segni di usura che presenta.
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