Un inno appassionato all’amore, allo spettacolo della vita, alla ricerca della felicità. Dopo il pieno di ascolti del primo show evento sui Dieci Comandamenti, seguito su Rai1 da 9,1 milioni di spettatori pari al 33.23% di share, Roberto Benigni scommette in modo forse ancora più coraggioso sul testo biblico: con poche concessioni alla satira e all’attualità, nella seconda puntata va dritto al cuore dei precetti e prova a sviscerarne il senso profondo, l’eternità del messaggio. Forte del tributo di affetto del pubblico - rimasto ‘fedele’ nel corso di tutta la prima serata - e della promozione a pieni voti della Chiesa.
CRITICA La cosa più stupefacente e degna di attenzione è il fatto che ci ha conquistato parlando di Dio, della Bibbia, dei misteri che ci accompagnano da quando siamo nati e che sempre ci accompagneranno. (Famiglia Cristiana) Quello che ci lascia è l’immagine di un Dio che per amore verso l’uomo è pronto a tutto. Scusate se è poco. (Famiglia Cristiana) E’ riuscito a far capire che i Dieci comandamenti non sono lontani da noi. (Bruno Forte) Una passione travolgente e genuina quella che ha trasmesso, capace di“risvegliare” le anime portandole alla radice della nostra storia. (Antonio Sciortino). I dieci comandamenti toccati con l’arte, la passione e, mi permetto di dire, anche con la fede hanno trovato una cassa di risonanza incredibile. (Vincenzo Paglia)
Roberto Benigni, lunedì e martedì sera, ha compiuto forse la sua impresa più prodigiosa. Far scoprire agli italiani qualcosa che pensavano di conoscere già, per antica abitudine, per il catechismo da bambini, per sentito dire. (Avvenire)
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Ale S il 23 maggio 2015 alle 15:42 ha scritto:
Buono ma non troppo, non mi sento di consigliarlo a chiunque per il fatto che, specialmente nella seconda parte, la Critica alla Chiesa Cattolica è eccessiva e si comprende chiaramente che lO spirito con cui vengono trattati i 10 comandamenti non è del tutto conforme all'insegnamento della Chiesa cattolica. Immagino che per la preparazione di questo commento ai Comandamenti Begnigni non sia stato "istruito" da sacerdoti o ambienti cattolici. La prima parte è buona, ci sono riflessioni profonde, ma in generale non mi è piaciuto. Purtroppo...il solito spirito anticlericale. Ma c'era da aspettarselo!