Dal latino murra o myrrha (quest'ultimo a sua volta derivato da una radice semitica mrr) significa amaro. Appartiene alla famiglia delle resine (è parente dell’incenso), ricordando i Re magi e i doni che portarono a Gesù per festeggiare la sua nascita. Le difficoltà di approvvigionamento e l’incetta commerciale la rendevano, infatti, un dono prezioso. Ne fanno menzione gli antichi libri di storia anche ben prima di Cristo. Ad esempio, gli Egizi la impiegavano, oltre che nei riti di adorazione, anche nei processi di imbalsamazione. Nella medicina tradizionale cinese è da sempre impiegata come rimedio curativo di piaghe ed emorroidi.
Sul piano emozionale, equilibra il mondo spirituale con quello materiale, dando forza; in modo particolare aiuta coloro che hanno paura di rivelare i loro sentimenti. Rende devoti e predispone a ricevere amore dagli altri. Aiuta a vincere la paura della morte e il dolore della separazione. Regina dei blocchi emozionali, la mirra stimola l’animo soprattutto durante il sonno. Basta frizionarne un paio di gocce sui polsi e sul cuore.
Da secoli si conoscono le sue virtù astringenti, disinfettanti e cicatrizzanti. Gli antichi usavano portare con sé in battaglia della pasta di mirra da spalmare sulle ferite. Veniva anche polverizzata direttamente sullo spazzolino per la pulizia profonda dei denti. Infatti, usata per gargarismi o localmente, questo olio aiuta a risolvere i disturbi legati alla bocca, come gengiviti, stomatiti, piorree, afte, contro mal di gola e candidosi. Diluito in olio vegetale da massaggio, risulta efficace per eczemi, rughe e ferite, soprattutto in associazione a oli essenziali con la stessa funzione (v. o. e. di cisto, o di patchouly). Inalato, è un valido rimedio contro malattie da raffreddamento, tosse e raffreddore.