@Wordinprogress
3. Tra presente e futuro: il sondaggio
agli abbonati di Servizio della Parola
(a cura di S. Fenaroli)
I nostri modi di dire
49. Siamo responsabili della morte di Gesù
1. «Noi siamo responsabili della morte di Gesù» (A. Carrara)
2. La responsabilità d’Israele
nel processo e nella morte di Gesù (G. Michelini)
3. Siamo responsabili? (L. Paris)
Processione del Venerdì santo
(R. Laurita)
Tempo di Quaresima 2024
14 febbraio / 30 marzo
Mercoledì delle Ceneri (L. Flori, M. Della Bianca)
1ª domenica di Quaresima (L. Flori, M. Della Bianca)
2ª domenica di Quaresima (L. Flori, M. Della Bianca)
3ª domenica di Quaresima (L. Flori, M. Della Bianca)
4ª domenica di Quaresima (L. Flori, M. Della Bianca)
5ª domenica di Quaresima (L. Flori, M. Della Bianca)
Domenica delle Palme (L. Flori, M. Della Bianca)
Giovedì santo (M. Della Bianca)
Venerdì santo (M. Della Bianca)
Veglia pasquale (M. Della Bianca)
3. Tra presente e futuro: il sondaggio agli abbonati di Servizio della Parola a cura di Stefano Fenaroli
A partire dal settembre del 2022, fino ai primi mesi del 2023, la redazione della rivista Servizio della Parola ha avviato un sondaggio rivolto principalmente ai propri abbonati, con un duplice obiettivo: da una parte, ottenere un identikit, seppur a grandi linee, del proprio lettore reale; dall’altra, raccogliere pareri e opinioni circa punti di forza e di debolezza della rivista, argomenti più e meno interessanti che sono stati o andrebbero trattati, sezioni più o meno apprezzate che andrebbero integrate, modificate o espunte dall’attuale fascicolo. I risultati, per quanto modesti numericamente, hanno avuto il merito di offrire un primo materiale su cui riflettere, in vista di un fecondo ripensamento della rivista – dopo oltre cinquant’anni dalla sua prima apparizione – in dialogo con le nuove esigenze del popolo di Dio e la nuova realtà socio-ecclesiale in cui oggi siamo chiamati a metterci al “servizio” della Parola. Le risposte giunte in redazione ammontano a 290. Questo è un primo dato: chi ha risposto è meno del 10% degli abbonati. Questo evidentemente fa sì che non si possa avere un’immagine completa e soddisfacente del lettore reale della rivista, né presumere di avere un feedback esaustivo e rappresentativo della maggioranza delle opinioni degli abbonati. È certo sintomatico, tuttavia, registrare la scarsità numerica delle risposte, un po’ come quando alle elezioni politiche o amministrative a vincere sono le astensioni. Servirebbe forse un maggior coinvolgimento dei lettori? Il sondaggio è stato troppo poco pubblicizzato o pubblicizzato attraverso canali sbagliati? Il modulo era troppo difficile da compilare, era troppo lungo o troppo complesso da raggiungere “tecnologicamente”? Forse tutte queste cose insieme…
1. Un profilo dell’attuale lettore Le prime domande erano di carattere generico (età, sesso, luogo di residenza ecc.) col fine, come si diceva, di tracciare un profilo del lettore della rivista. Il 94,5% dei lettori è di sesso maschile, il restante 5,5% è femminile. Questo risultato era abbastanza scontato, considerando il fatto che la rivista è sempre stata pensata come rivolta a ministri ordinati per aiutarli nella preparazione dell’omelia domenicale. Il risultato è avvalorato dal fatto che, alla domanda sullo stato ecclesiale, il 79,3% ha risposto “ministro ordinato”, il 13,1% “religioso/a” e solo il 12,8% “laico/a”. Nello specifico, incrociando i dati, su 37 laici, le donne sono 10; a loro si vanno a sommare le religiose. Si chiarisce qui un primo grande obiettivo del ripensamento della rivista: ampliare il proprio pubblico. Una rivista che voglia seriamente essere uno “strumento di lavoro per la comunicazione di fede nelle assemblee” non può ridurre il proprio campo d’azione alla sola omelia nella messa domenicale. Il campo dove seminare la Parola è molto più ampio e frequentato da diversi attori ecclesiali (ministri ordinati ma anche ministri istituiti o di fatto, laici impegnati, catechisti, educatori…). È necessario quindi un impegno per meglio bilanciare queste percentuali e raggiungere la globalità del popolo di Dio, in tutta la sua multiforme ministerialità. Guardando all’età anagrafica, invece, il 75,5% di chi ha risposto ha più di 51 anni (34,8% nella fascia 51-65; 24,1% 66-75; 16,6% più di 75), il 20,7% si colloca tra i 36 e i 50, mentre solo il 3,8% ha tra i 20 e i 35 anni. Non è inutile sottolineare come l’età media dei lettori e delle lettrici sia medio-alta, identificando così chiaramente il target cui la rivista parla. Si tratta di un pubblico fedele, affezionato, che ritiene Servizio della Parola uno strumento valido e utile. Allo stesso tempo, tuttavia, è un pubblico che da qui a qualche anno rischia di non avere un ricambio generazionale. Come raggiungere, direttamente o indirettamente, la fascia più giovane del popolo di Dio? Come rispondere alle esigenze di chi oggi, presbitero o laico/a, è forse alle prime armi nella predicazione, nella catechesi, nell’animazione liturgica, e cerca uno strumento che possa guidarlo e aiutarlo? Quali sono le tematiche, gli argomenti che possono incuriosire, interessare e avvicinare ancora oggi i cristiani alla Parola di Dio? Quali i linguaggi da abitare, non solo in ottica intra-ecclesiale?
2. Uno sguardo al presente… A questo primo momento più descrittivo, completato dal riferimento abbastanza eterogeneo alle regioni di appartenenza e ai titoli di studio, la seconda parte del sondaggio era interessata a recepire la percezione attuale della rivista da parte degli abbonati, per capire gli aspetti più apprezzati e quelli invece maggiormente carenti. C’è un generale apprezzamento per tutte le sezioni della rivista. Salta immediatamente all’occhio come quasi il 30% dei partecipanti al sondaggio consideri “molto utile” (voto 6, su una scala da 0 a 6) la sezione
Interpretare i testi dedicata all’esegesi dei brani liturgici delle domeniche e […]