EDITORIALE
Il fascicolo doppio, con il quale si apre il 2022, rappresenta per la nostra Rivista il tentativo di percorrere una strada per certi aspetti nuova, anche se in continuità con la sua lunga attività al servizio della ricerca teologica. Asprenas è nota ai lettori come Rivista di Teologia, primariamente attenta agli sviluppi delle scienze teologiche, ma non per questo meno sensibile al contributo che anche gli altri saperi possono offrire alla riflessione credente, oltre che alla possibilità che tutto quanto appartiene all’uomo e alla sua vicenda storica possa essere letto in prospettiva teologica: sub ratione Dei; di qui, la scelta di dare alla Rivista un taglio che risulti al tempo stesso rigorosamente scientifico ed efficacemente divulgativo, con tutti i rischi (e a volte anche i limiti) che questo ha comportato e che ancora comporta. Intendendo proseguire su questa strada, nello sforzo di rendere le nostre pubblicazioni sempre più qualificate e al tempo stesso accessibili a un pubblico che non sia di soli “addetti ai lavori”, il Consiglio di Redazione propone, a partire da quest’anno (e, almeno inizialmente, in maniera sperimentale), una diversa organizzazione dei testi pubblicati all’interno dei quattro numeri in programma per l’annata, in modo da rendere più omogeneo (quanto meno sul piano dell’affinità disciplinare) il contenuto dei contributi dei singoli fascicoli. Questi, dunque, risulteranno strutturati per ogni annata secondo il seguente ordine: 1) Sacra Scrittura e Teologia; 2) Diritto canonico e Pastorale; 3) Volume monografico; 4) Filosofia e Scienze umane. Tale risistemazione non intende “costringere” i contributi all’interno di una maglia tanto stretta da non lasciare spazio a quei criteri di transdisciplinarietà e interdisciplinarietà ai quali il sapere teologico è stato di recente richiamato da papa Francesco (cf. Veritatis gaudium, proemio, 4c): ciò che ha spinto la Rivista a muoversi in una “nuova” direzione è la convinzione che la ricerca dell’unità del sapere passi non per la confusione indistinta dei diversi saperi, ma per la chiarezza epistemologica e concettuale con cui ciascuno di essi sa mettersi accanto all’altro in un dialogo capace di arricchire ognuno degli interlocutori, nella comune ricerca della Verità. La distribuzione dei contributi secondo il suddetto ordine, dunque, non mortificherà il carattere poliedrico che caratterizza taluni testi, né sacrificherà quei testi che, pur non rientrando in senso stretto in una delle discipline sopra indicate, sulla base di una o più affinità con qualcuna di esse potranno trovare appropriata collocazione in uno dei fascicoli della Rivista. Al tempo stesso, per condividere in maniera più intensa con i nostri lettori l’attività di ricerca della Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, della quale Asprenas è l’organo scientifico dal 1969, la Rivista intende accogliere ogni anno uno o più contributi di dottorandi o di dottori di ricerca della Sezione, nei cui lavori si esprime in maniera particolarmente significativa la vita dei Seminari, degli Istituti e del Dipartimento di Diritto Canonico. Sono questi, come si diceva, i criteri che hanno orientato il confezionamento del fascicolo doppio con il quale si inaugura il 2022 e che, pur nella variegata diversità dei testi di cui si compone, conferma la grande attenzione che la ricerca teologica della nostra Sezione per la dimensione storica della teologia e per i suoi risvolti pratici e pastorali. Il volume si apre con uno studio di GAETANO CASTELLO, che, partendo dalla lettura di un testo giovanneo sul comandamento nuovo (13,34), intende indagare le implicazioni etiche universali delle parole di Gesù: l’esigenza del messaggio giovanneo, pur in assenza di esortazioni etiche puntuali – come quelle riscontrabili, per esempio, nell’epistolario paolino –, risulta quella di mostrare l’amore nella sua dimensione operativa e fattuale, più che quella di offrire “l’estratto teorico o precettistico di una proposta etica”. Segue un interessante lavoro di TADEUSZ SIEROTOWICZ, che offre, di alcuni aspetti della teologia di Hans Urs von Balthasar, una lettura in prospettiva filosofica, secondo la tradizione di ricerca inaugurata da Larry Laudan: in un’epoca che, sempre più a ragione, è da considerarsi post-cristiana e in un tempo nel quale l’uomo appare occupato con se stesso e con il mondo vivendo come se Dio non esistesse, la riflessione di Balthasar si presenta come un invito a tornare a quel punto focale della storia che “scorre sulla verticale tra il cielo e la terra”. GIOVANNI MAZZILLO propone uno contributo con il quale si intende mettere a fuoco il complesso e sostanziale rapporto che lega la teologia all’esperienza: “scienza della Verità rivelata”, la teologia non può prescindere dall’esperienza, nella misura in cui la rivelazione avviene nella storia degli uomini, essa non solo è inscindibilmente legata all’esperienza, ma da quest’ultima è addirittura guidata. L’esperienza, quindi, può essere considerata non semplicemente come uno dei preamboli della fede, ma come il preambolo dei preamboli che consente alla teologia di giungere alla soglia del mistero e di sconfinare in esso. Lo studio di MICHELE MUNNO prende in esame, dal punto di vista del diritto canonico, gli interventi che diversi vescovi italiani – specie nel Meridione d’Italia – hanno fatto, tra il 2016 e il 2022, allo scopo di regolamentare la materia riguardante i padrini e le madrine del Battesimo e della Confermazione: tali interventi, che dispongono di sostituire, sospendere, abolire i padrini, sono da ritenere come deroghe alla legge universale del Codice di Diritto Canonico e, più precisamente, come leggi particolari di natura territoriale. Proprio in forza della loro territorialità, tali interventi stimolano all’assunzione di una prassi comune, che potrebbe servirsi dell’occasione della consultazione sinodale indetta da papa Francesco. Di grande attualità appare anche l’altro contributo di natura giuridicocanonica, che LUIGI ORTAGLIO dedica al ruolo che la mediazione familiare può avere all’interno del processo di dichiarazione della nullità matrimoniale: l’interesse che diversi Stati mostrano nei confronti della mediazione, infatti, va intesa come un’efficace risorsa volta al recupero di un “deficit di comunicazione responsabilizzante” e può rivelarsi utile al fine del riconoscimento da parte di ciascuna delle parti in conflitto delle esigenze dell’altro. Di taglio teologico-pratico sono, invece, le due note di MATTEO PRODI e di LUIGI FUSCO GIRARD: il primo insiste sull’apporto che, soprattutto alla luce della Veritatis gaudium, la teologia è chiamata a dare alla costruzione di una nuova umanità, che non si lasci ingannare dal falso mito di un progresso, che non tenga in debito conto il miglioramento della qualità di vita dell’uomo; il secondo, invece, è dedicato alla Terza Missione dell’Università e, in particolare, del contributo che il mondo accademico può offrire all’edificazione della “città” nella prospettiva del bene comune. Di carattere teologico-pastorale è, poi, la nota di CARLO BUSIELLO che, sulla scia delle recenti indicazioni magisteriali – con particolare riferimento all’Evangelii gaudium –, individua nella “comunità di comunità” il modello secondo il quale procedere al rinnovamento della parrocchia urbana, perché questa sia in grado di adattarsi e rispondere in maniera più adeguata alle molteplici sfide della vita urbana. Evidenziamo anche, nella sezione Rassegne&Figure, il resoconto dettagliato diGIUSEPPE FALANGA sulla Giornata di Studio che lo scorso 23 febbraio si è tenuta presso la Pontificia Università della Santa Croce, su iniziativa dell’Istituto di Liturgia, per commemorare il ventennale della dipartita di Achille Maria Triacca (1935-2002), un maestro per la teologia liturgica. Mentre ci auguriamo che questo ricco volume possa incontrare il favore dei nostri lettori, cogliamo anche l’occasione per dare il benvenuto, all’interno del Comitato scientifico della Rivista, ai professori Riccardo Burigana (Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia) e Massimo Del Pozzo (Pontificia Università della Santa Croce), le cui riconosciute competenze in ambito teologico e il cui impegno nella vita ecclesiale rappresentano un grande stimolo alla serietà e al rigore della ricerca che intendiamo promuovere e trasmettere, ma anche un invito a riflettere sul contributo che la teologia può e deve offrire all’edificazione del Regno, dentro e fuori i confini del corpo ecclesiale.
GIANPIERO TAVOLARO