EDITORIALE
STUDI
EZIO ALBRILE, Un sensale in Paradiso. Visioni dell’aldilà ai confini di iranismo ed ellenismo
CARLO BORASI, Quale volto per l’etica ambientale?
EDOARDO CIBELLI, La giustizia umana nell’orizzonte esistenziale
LORENZOGASPARRO, Marco e le Scritture. L’Antico Testamento e il suo compimento
nel Secondo Vangelo
ALBERTO SARTORI, Filosofia e teologia in dialogo nel pensiero di Bruno Forte
NOTE CRITICHE
EUGENIO BASTIANON, Religione e ragione in Kant. Una ricerca sull’ermeneutica della fede
LORELLA PARENTE, Il povero come sacramento di Cristo in Giacomo Cusmano
ANIELLO PIGNATARO, Etica e comunicazione nel “villaggio globale”
RASSEGNE&FIGURE
ROBERTO DELLA ROCCA, Testi biblici “scomodi” negli autori cristiani antichi
GIUSEPPE FALANGA, La liturgia luogo della misericordia
MICHELE GIUSTINIANO, Cattolici e Protestanti a 500 anni dalla Riforma
RECENSIONI
SCHEDE BIBLIOGRAFICHE
LIBRI RICEVUTI
INDICE DEGLI AUTORI
_______________________________
EDITORIALE
Il rapporto tra il Primo e Nuovo Testamento, il dialogo tra filosofia e
teologia oggi, la ricerca di un’etica ambientale per tutti, la giustizia umana
nella vita di ogni persona, la visione dell’aldilà e la concezione della morte nel
mondo greco e persiano, come pure il rapporto tra religione e ragione in Kant,
sono alcuni degli argomenti trattati in questo volume unico di Asprenas che
apre gli orizzonti del lettore a una conoscenza più approfondita della realtà
che ci circonda e del nostro stare al mondo, favorendo un abbondante materiale
bibliografico attraverso recensioni e schede di libri pubblicati di recente.
L’overture è affidata a Lorenzo GASPARRO il quale, in uno studio ben
mirato, prova a trattare il rapporto tra il Vangelo secondo Marco e le Sacre
Scritture d’Israele. Anche se in questo libro non ci sono citazioni dirette del
Primo Testamento con una formula di compimento, ciò non vuol dire che
il Secondo Vangelo sia privo di riferimenti alle Scritture del popolo eletto.
L’evangelista in discussione, infatti, pone tutto il suo racconto sotto l’egida
della realizzazione delle Scritture, lasciando alla narrazione, al vocabolario
e alle immagini il compito di suggerirlo. È interessante notare come i primi
autori cristiani avessero già realizzato e appreso lo stretto legame tra i due
Testamenti. Ciò favorisce una lettura sempre più contestuale del pensiero e
della missione di Gesù e della comunità primitiva. Alberto SARTORI, invece,
ha dedicato uno studio a quella dimensione dialettica e speculativa che ha
sempre caratterizzato la produzione teologica di Bruno Forte, oggi arcivescovo
di Chiesti-Vasto, già docente della nostra Facoltà Teologica dell’Italia
Meridionale, le cui pubblicazioni e ricerche hanno avuto una vasta diffusione
in tutto il mondo e in più lingue. L’articolo analizza, in modo particolare,
le fonti a cui attinge il teologo napoletano e il superamento di alcune
prospettive filosofiche presenti in Schelling, Heidegger e Lévinas. La rigorosa
formazione filosofica e teologica di Forte si apre al Mistero della rivelazione
in Cristo, la forma concreta di Dio nella storia.
Carlo BORASI riprende una questione fondamentale a proposito dell’etica
ambientale: quale volto darle? Si è alla ricerca di un fondamento metaetico.
Dopo aver esaminato le diverse posizioni di tipo antropocentrico e anti-
antropocentrico, è presa in considerazione la concezione giudaico-cristiana
che appare molto esigente per la custodia del creato. Il rispetto dell’ambiente,
la difesa del creato e la valutazione delle risorse energetiche e dei
consumi da parte dell’umanità devono fare i conti con il tasso d’inquinamento
sempre più elevato e con la salute dell’uomo. Una riflessione etica, in
relazione, però, alla comunicazione, è presente nella nota critica di Aniello
PIGNATARO che insiste sull’aspetto della responsabilità nel linguaggio e
nella trasmissione di contenuti all’interno di un’informazione sempre più
globale. Edoardo CIBELLI presenta uno studio sulla nozione di giustizia in
Bernard Lonergan e cerca un dialogo con le nuove acquisizioni delle neuroscienze
in rapporto al comportamento umano. Ci chiediamo se le grandi riflessioni
sull’ambiente, il creato, la giustizia umana, il dolore innocente, il male,
non debbano aiutare la nostra società a interpretare nel migliore dei modi
certe tragedie e morti annunciate, come quelle avvenute negli ultimi mesi
nel Centro dell’Italia per il devastante terremoto, che hanno come autore
non Dio bensì l’uomo negligente e irresponsabile, e che presentano alla base
strutture e modi di pensare deviati dalla corruzione e dall’opportunismo.
È molto stimolante lo studio, a carattere filologico e storico-religioso, di
Ezio ALBRILE sulla morte e l’aldilà nell’iranismo e nell’ellenismo: sono approfondite
alcune concezione tanatalogiche che il mondo islamico e lo stesso
Corano hanno recepito dall’Oriente.
La nota critica di Eugenio BASTIANON è dedicata al rapporto tra fede e
ragione in Kant secondo una prospettiva ermeneutica. La riflessione kantiana
sulla religione affronta aspetti antropologici, cristologici e interpretativi
che non sempre sono stati sviluppati nella storiografia. Per Kant, Gesù è la
perfezione del sistema “uomo-Dio”. La presenza di Cristo nei poveri è riportata
alla luce nella nota critica che Lorella PARENTE dedica alla figura
del beato Giacomo Cusmano (1834-1888) il cui vissuto di fede e umano è
carico di spessore teologico.
Di grande attualità la sezione Rassegne&Figure che riporta il resoconto
di tre importanti eventi culturali ed ecclesiali. Il primo, curato da Roberto
DELLA ROCCA, è dedicato agli autori cristiani e a quei testi biblici dichiarati
“scomodi”. Sono qui ripresi i risultati dell’incontro degli studiosi dell’antichità
cristiana promosso dall’Augustinianum di Roma. Il secondo, in
pieno tema giubilare, riguarda la liturgia come luogo della misericordia.
Giuseppe FALANGA presenta i contenuti più importanti delle relazioni tenute
in occasione della 67ª Settimana Liturgica Nazionale: il Vangelo della
misericordia è Gesù Cristo, il Crocifisso-Risorto. Il terzo resoconto è affidato
a Michele GIUSTINIANO che ha partecipato come nostro inviato al convegno
ecumenico organizzato dalla Cei a Trento su Cattolici e Protestanti a
500 anni dalla Riforma, uno sguardo comune sull’oggi e sul domani.
L’ecumenismo, come pure un certo stile misericordioso, ha ribadito
papa Francesco in più occasioni, è la nostra carta d’identità, lo statuto del
vero discepolo nel suo rapportarsi agli altri nel mondo. È chiaro che il desiderio
dell’unità tra i cristiani, il cammino di conversione di tutte le Chiese
e la ricerca del bene comune tra popoli e comunità immettono ciascuno di
noi in un atteggiamento di cambiamento non sempre facile ma comunque
necessario che ci porta a vedere la giustizia come il frutto della misericordia
e la misericordia stessa come bisogno di custodire l’altro – il nostro prossimo,
il fratello – sempre nel bene, nella vita. Vale la pena ricordare che, nella
lettera apostolica Misericordia et misera (20-11-2016), al termine del
Giubileo straordinario, papa Francesco afferma che la misericordia «non
può essere una parentesi nella vita della chiesa, ma costituisce la sua stessa
esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo.
Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso
del Padre» (n. 1).
LUIGI LONGOBARDO