Mihi vivere Christus est
EAN 8019118022165
Una iniziativa unica in questo giubileo paolino. Iniziativa che onora il testo ispirato di Paolo e gli dà il respiro del canto, dimostrando che questi testi possono avere – e hanno avuto – una loro esegesi liturgica mediante il canto liturgico e il canto gregoriano, che il titolo e il sottotitolo ben esprimono.
Il modo di eseguire questi canti gregoriani? Ogni punctum è dilatato all’inverosimile, a prova di respiro, i neumi omogeneizzati nelle sue parti. Le voci tentano quasi di risuonare di se stesse. Omologandosi quasi a un continuo recto tono. La Parola si liquefa, ne viene nascosta. Il canto non cava dalla Parola la sua presenza spirituale (si ascolti a titolo esemplificativo il graduale Christus factus est). È un modo di cantare il gregoriano. Ma sembra che una certa filologia debba prevalere sulla cantabilità, sullo spiritus, come se la nota soggiogasse lo spiritus del cantore, con ipotesi interpretative che però non sembrano esprimere quella «interpretazione fondata sui codici musicali che vuole meditare quei testi come espressione alta e concreta di amore per la Parola, e tende a farsi, il meno indegnamente possibile, risposta intonata» (F. Rampi). Ad un ascoltatore medio (che non fa testo critico e scientifico, ma per il quale il canto deve essere annuncio e proclamazione), l’ascolto di questi canti così interpretati induce a pensare a un coro che non si dà pensiero (come quelli delle cerimonie papali), senza tempo e senza spazio, quasi immateriale, che non vive il proprio corpo come sonorità, quotidianità consonante con la liturgia che celebra l’incarnazione della Parola sacramentalizzata.
La scelta dei brani è rappresentativa: il testo delle lettere di Paolo diventa di volta in volta antifona (spesso con il salmo), communio, introito (spesso con il salmo), graduale (eccetto tre responsori, un inno e il Kyrie X - Alma Pater) così come distribuiti nell’anno liturgico e – come testi – in particolare «in conversione S. Pauli Apostoli» (25 gennaio) e nella festa «SS. Apostolorum Petri et Pauli».
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
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