Dove il cielo ha toccato la terra

Il padre carmelitano scalzo Girolamo Salvatico, arzillo e infaticabile ottantaseienne, è molto conosciuto all’interno del suo Ordine per la sua passione e la sua competenza nell’arte della fotografia, messa soprattutto a servizio del bollettino del santuario di Arenzano (GE), Il Messaggero di Gesù Bambino. Su questo periodico ha curato per anni una rubrica («Vedute di Terra Santa») che, oltre a raccogliere le fotografie scattate nel corso dei molteplici viaggi in Israele, testimoniava la sua passione per la terra di Gesù e delle origini carmelitana.

Ora quei testi e quelle fotografie vengono messe a disposizione di un pubblico più vasto, grazie a questa raccolta, che si presenta in una pregevole veste grafica. Divisi in due sezioni (i vangeli dell’infanzia e il ministero pubblico di Gesù) vengono presentati veri e propri dossier che conducono il lettore a scoprire Nazaret, Betlemme, Cana, Gerusalemme, Emmaus… fino a sconfinare al di là del territorio d’Israele, in quelle regioni in cui «il cielo ha toccato la terra».
Come il sottotitolo esplicativo lascia intuire, la parte del leone la fanno le immagini, alcune veramente stupende, a tutta pagina, che aiutano a rivivere luoghi, ambienti, paesaggi, situazioni anche se non ci si è mai recati in Terra Santa. La bellezza e la ricchezza dell’apparato fotografico portano a perdonare qualche imprecisione del testo di corredo, qualche posizione dichiaratamente apologetica e il carattere non aggiornatissimo in fatto di studi biblici. Utili invece le numerose schede sintetiche con indicazioni varie: i riferimenti ai principali testi biblici, consigli per la lettura, curiosità, indicazioni per gli itinerari di visita ai luoghi santi, glossario per la comprensione dei termini non comuni…

Ciò permette di utilizzare l’opera in modi diversi: sia come strumento di conoscenza dei luoghi, per ricordare un pellegrinaggio compiuto o per supplire all’impossibilità di recarsi nei luoghi santi, come guida alla Terra Santa o, meglio ancora – come suggerisce mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo nella Prefazione –, come uno strumento spirituale di preghiera e di contemplazione.

Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 2/2010
(http://www.vitaspirituale.it)