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Descrizione
Addentrarsi nella realtà di un carcere minorile non è mai cosa facile. Provare a farlo con un progetto che, in fondo, gira intorno solo alle parole, potrebbe sembrare la stravaganza di un ingenuo. Ma poi succede che i ragazzi reclusi tra quelle mura, inaspettatamente, colgono un'opportunità che forse non sono abituati a ricevere. Hai offerto loro soltanto la possibilità di raccontarsi. Liberi dall'attesa di condanne o assoluzioni. Con la promessa che avresti fatto di tutto per mettere le ali alle loro parole. Perché almeno le parole possano uscire da lì, scavalcare le grate, bucare le porte blindate e farsi gioco di quelle tristi pareti. L'Associazione ITCA/FAP-Onlus e il relativo progetto Borgo Amigó, sotto la cui egida il laboratorio nel carcere minorile di Casal del Marmo è divenuto realtà, sono attiva espressione della Congregazione Religiosa dei Terziari Cappuccini dell'Addolorata, che ha come carisma originario: l'educativa di strada e il sostegno ai giovani con rischio di devianza o già entrati nel circuito penale.
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DETTAGLI DI «Questi anni e stato solo guai»
Tipo
Libro
Titolo
Questi anni e stato solo guai - Un laboratorio con i ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma
Autore
Flavio Maracchia
Editore
Effatà
EAN
9788874024568
Pagine
80
Data
gennaio 2008
Peso
120 grammi
Altezza
20,5 cm
Larghezza
14 cm
Profondità
0,5 cm
Collana
Conoscere e agire
Recensioni di riviste specialistiche su «Questi anni e stato solo guai»
Il laboratorio «Raccontare una storia» è stato promosso dalla congregazione dei terziari cappuccini dell’Addolorata nel carcere minorile di Casal del Marmo. Uno dei primi protagonisti è un giovane che con fatica elabora la sua prima frase – un insulto – proiettandola su un muro. Essa, nella sua irremovibile parzialità, assume un potere particolare. Nei pensieri dei ragazzi e del maestro elementare che li accompagna, la parola prende il posto di una «capocciata in faccia», del grumo di sentimenti e di violenze inespresse covate dentro, riuscendo persino a portare il pensiero fuori, oltre le mura della prigione, quasi a restituire al suo autore un po’ del proprio «desiderio tradito di potenza vitale».
Tratto dalla rivista Il Regno n. 20 del 2009
(http://www.ilregno.it)
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