Una teologia al servizio della Chiesa
-L'opera di Chiara Lubich 1920-2008
(Protagonisti) [Copertina in plastica]EAN 9788872633526
La riscoperta della Chiesa quale comunione di vocazioni alla santità e variegato universo di carismi e ministeri rappresenta la più autentica prospettiva in cui leggere il pensiero conciliare. Nessuna vocazione infatti può esaurire il mistero infinito di Cristo! Ma forse non si è ancora capito quanto ciò sia meraviglioso… È necessario allora schiudere finalmente gli occhi di fronte a tanta bellezza: la storia umana altro non era che una terra arida, desolatamente sterile, ma una volta inondata dal sangue e acqua sgorgati dal costato trafitto del Signore, di quel “Gesù Abbandonato” sulla croce, ecco che è divenuta fertile.
È in questa storia che il Cristo ha voluto essere sepolto, per accarezzarla anzi coprirla tutta e per sempre con la luce calda e feconda del suo corpo risorto e glorioso. Quella terra arida è divenuta, in attesa dell’eternità, uno splendido giardino. Tutto suo, del Nazareno crocifisso, e tutto nostro, di noi battezzati nella sua Pasqua di vittoria sulla morte e per sempre uniti a Lui. Alla scoperta di questo bellissimo giardino della spiritualità cristiana ci conduce ora Anna Maria Fiammata, dottore in Scienze Religiose presso l’ISSR di Lecce, nel suo piccolo ma intenso volume Una teologia al servizio della Chiesa. L’opera di Chiara Lubich (1920-2008). Il testo, accompagnato da una breve presentazione di Mons. Piero Coda, presidente dell’Associazione teologica italiana, non è affatto frutto di un immediato sentimentalismo per l’ancora recente scomparsa di una figura carismatica del cattolicesimo contemporaneo, tutt’altro.
Sotto la delicata penna dell’autrice si rivela uno sguardo limpido e profondo, capace di dare cuore e respiro a quella presa di coscienza teologica che nei nostri tempi coinvolge sempre più il Laicato e nell’ottica della quale l’avventura cristiana vissuta dalla fondatrice del Movimento dei Focolari rappresenta un’esperienza decisiva. Ecco allora che nella cupa e spettrale tragedia della seconda guerra mondiale, la figura della giovane Chiara è dipinta con tutti i tratti di una mulier virilis, una donna forte, nella cui persona la dolcezza tipica dell’animo femminile si fonde a quell’inaudita tenacia squisitamente evangelica che è data dalla fiducia in Dio. È necessario comprendere tuttavia come l’opera della Lubich fiorisca in una tiepida atmosfera primaverile data da un particolarissimo fuoco, il cui calore ritempra, allieta, consola: è lo Spirito Santo!
Afferma infatti l’autrice: «I movimenti hanno un’origine carismatica e si pongono, concettualmente e storicamente, come primizie dello Spirito. Essi sono dotati di un dinamismo relazionale interno che in un certo qual modo riproduce il modello dell’unità trinitaria». Non esiste però primavera senza profumi e, se in questo nostro giardino vi è una straordinaria varietà di colori poiché tanti sono i movimenti schiusisi dalla volontà di vivere il Vangelo, la fragranza comune a tutti e che più si diffonde è sempre quella del porsi al servizio della Chiesa universale con l’assoluta unione al Santo Padre. Nondimeno, il germoglio dei Focolari emana un altro intenso profumo che tipicamente ne costituisce l’essenza, è il profumo di “Gesù Abbandonato”, capace di attrarre in maniera irresistibile e di plasmare l’intera visione cristologica della fondatrice.
Si tratta di un concetto sconvolgente perché si inserisce a pieno titolo in quell’ampio affresco della theologia crucis tanto difficile da capire per la mentalità postmoderna, ma è proprio in esso che è possibile riconoscere tutta la bellezza di senso anche del mistero del dolore, dinanzi al quale l’umanità contemporanea non fa altro che piombare in una buia rimozione per poi fuggire via disorientata. Solo volgendo gli occhi a Colui che è stato trafitto e avendo nell’animo la certezza gioiosa dell’alba al sepolcro vuoto, ci si può incamminare per l’impegnativa ed incredibile via della rivoluzione del cuore. Sarà pure una via ardua, ma si snoda all’ombra fresca e refrigerante dell’insegnamento d’amore di quei venerati ulivi secolari della spiritualità che sono i Padri della Chiesa, e poi ha come unica e splendida meta l’Ideale dell’Unità. «Ti prego Padre, che tutti siano una sola cosa, come Tu sei in Me e Io in Te, siano anch’essi in Noi, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato»: è la commovente pagina giovannea del testamento di Gesù, dato ai discepoli la sera dell’Ultima Cena, quasi come un sigillo posto al suo insegnamento prima della Passione.
Questa stessa pagina avrebbero letto Chiara e le sue compagne durante una notte trascorsa sotto la furia dei bombardamenti aerei. Il valore dell’Unità, nato nell’Ora solenne dell’Eucarestia, è la fonte d’acqua purissima e cristallina posta dal Signore al centro del nostro giardino perché sia sempre rigoglioso! Ad essa aneliamo nella nostra profonda nostalgia del Padre, in essa siamo immersi nella nostra vocazione di battezzati alla comunione perché in fondo è la chiamata all’Unità a ricordare al credente di non fare del Cristianesimo un proprio rifugio intimistico ma di dilatare quel meraviglioso giardino in un abbraccio al mondo intero!
Tratto dalla rivista "Quaderni di Studi" - ISSR Lecce, 2010
(http://www.issrlecce.org)
L’intento del testo è mostrare come da una spiritualità specifica, quella della Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, possa nascere un vero e proprio sapere teologico; come un’intuizione spirituale possa argomentarsi non solo a livello pratico ma anche riflesso e teorico. Il cristianesimo ha beneficiato della sua esperienza spirituale ricevendone una spinta per una teologia spirituale, meno soggetta ai canoni della razionalità strumentale e più vicina alla tradizione patristica. Una spiritualità dell’unità diventa intelligenza teologica trinitaria e cultura umanistica senza rinunciare né al rigore scientifico né alla consonanza ecclesiale.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 22
(http://www.ilregno.it)
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