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Spaccati di vita 3. 3. I Salmi delle Ascensioni
(Tradizione e vita) [Copertina in plastica]EAN 9788872632703
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DETTAGLI DI «Spaccati di vita 3. 3. I Salmi delle Ascensioni»
Tipo
Libro
Titolo
Spaccati di vita 3. 3. I Salmi delle Ascensioni
Autore
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro
Editore
VivereIn
EAN
9788872632703
Pagine
176
Data
gennaio 2007
Peso
235 grammi
Altezza
20,5 cm
Larghezza
14,5 cm
Profondità
1 cm
Collana
Tradizione e vita
COMMENTI DEI LETTORI A «Spaccati di vita 3. 3. I Salmi delle Ascensioni»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Spaccati di vita 3. 3. I Salmi delle Ascensioni»
Recensione di Celestino Corsato della rivista Studia Patavina
Una trilogia dedicata alla lettura cassiodorea dei Salmi. Traduzione dal latino e commento sono di Antonio Caruso, estimatore e divulgatore delle opere del grande scrittore di Squillace (485ca – 580ca). Non dell’esposizione dell’intero Salterio, ma di selezioni mirate di Salmi, commentati dal fondatore del monastero di Vivarium.
Nel 2005, il nostro traduttore aveva pubblicato, dell’Expositio psalmorum, il commento ai Salmi di Gesú (cf. rec. in StPat 53 [2006] 288-289); nei due anni successivi escono per la stessa casa editrice il commento ai Salmi penitenziali e a quelli graduali.
La trilogia, naturalmente antologica, intende far gustare al lettore contemporaneo la ricca spiritualità del commentario cassiodoreo messa in luce da una esegesi polisemica della Scrittura, veicolata da una fine arte retorico-letteraria, retaggio quest’ultima dell’educazione scolastica ricevuta negli anni giovanili e coltivata nel lungo periodo di permanenza e attività nella capitale del Regno d’Italia, a Ravenna. «Nel Salterio – scrive Cassiodoro per spiegare la sua scelta – si scopre materia in grado di offrire sostegno a ogni genere di persone: un tesoro crescente per il cuore puro, grande consolazione per quelli che piangono, speranza appagante per i giusti, rifugio sicuro per i pericolanti. Vi si trova sempre ciò di cui l’anima ha bisogno; è a disposizione una fonte dalla perennità indefettibile».
I due volumi che segnaliamo sono opportunamente introdotti dal curatore per contestualizzare l’opera intera di Cassiodoro e per una lettura intelligente e sapiente della selezione dei sette Salmi penitenziali (Sal 6; 31; 37; 50; 51; 129; 142) e dei quindici Salmi delle ascensioni (dal Sal 119 al 133).
Nell’Expositio dei Salmi penitenziali Cassiodoro mette in primo piano la divina misericordia a fronte del male commesso dall’uomo che è il peccato, il dono della pace biblica di alleanza e amicizia del Signore che richiede e feconda la conversione coinvolgendo le singole persone e la società. E le vie del cambiamento, della purificazione e del perdono sono proposte dal Salterio in numero di ‘sette’, numero biblico che richiama i giorni della prima creazione (cf. Exp. ps. 6, p. 35), ma anche – spiega Cassiodoro rivolgendosi al lettore – della seconda creazione (salvezza, assoluzione dei peccati): «Allo scopo di evitarti incertezze sulla validità del numero settenario, sappi ancora che i nostri antecessori ci hanno insegnato che pure sette sono i modi per la remissione delle colpe: primo, il battesimo; secondo, il martirio; terzo, l’elemosina; quarto, il condono ai fratelli dei torti ricevuti; quinto, il richiamo del deviante dalla sua via rovinosa; sesto, i supplementi di carità; settimo, il sacramento della confessione» (Exp. ps. 6; p. 23).
Penso che il Caruso abbia ritenuto opportuno tradurre il commento dell’illustre calabrese a questo gruppo di Salmi, facendo sua la convinzione cassiodorea espressa a conclusione dell’Exp. ps. 6 (p. 35): «Sebbene appaia necessario impegnarsi con ogni sforzo della nostra intelligenza allo studio di tutti i Salmi, per offrire alla nostra vita spirituale un beneficio immenso, tuttavia son convinto che una sollecitudine particolarissima va indirizzata verso il gruppo dei Salmi penitenziali, offerti ai bisogni del genere umano come la medicina piú efficace. Sono essi gli strumenti a portata di mano per dare all’anima il lavaggio che si deve, per rinascere dalla morte del peccato e pervenire dal pianto alla gioia ineffabile dello spirito».
Purificato dai peccati dopo aver vissuto e sperimentato La penitenza con gioia (titolo con cui il Caruso aveva nel 2005 dato alle stampe il commento al Sal 50: cf. rec. in StPat 53 [2006] 288), il cristiano può impegnarsi nell’ascendere il Monte santo, nella scalata dei quindici gradini equivalenti a a quanti ne portavano a Gerusalemme da terra sulla spianata del tempio. «...il numero setteneario, per via del sabato della Settimana assume il significato di Vecchio Testamento; mentre il numero ottonario per via della Domenica, giorno della risurrezione del Signore, richiama il testamento Nuovo. Messi insieme fanno quindici, quale segno di rifiuto ufficiale a una vita senza valori. Il Salmista rifugge dai comportamenti mondani come fonte dei mali personali. Allora, ascendendo per l’erta di gradini di meriti, perviene al traguardo del perfetto ed eterno amore del Signore che, come è risaputo, si colloca al vertice delle virtú» (Exp. ps. 119, p. 27). È una ascensione dello spirito con la mente e con il cuore, una salita verso la vetta della beatitudine, senza il contrapposto della discesa, una tensione virtuosa verso il tempio spirituale. Si tratta di un cammino progressivo del cristiano verso la realtà della Gerusalemme celeste, dalla quale non c’è ritorno.
Una trilogia, ricca di dottrina teologica e di sapienza spirituale, che spinge a leggere l’intero commentario del monaco di Vivario.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Nel 2005, il nostro traduttore aveva pubblicato, dell’Expositio psalmorum, il commento ai Salmi di Gesú (cf. rec. in StPat 53 [2006] 288-289); nei due anni successivi escono per la stessa casa editrice il commento ai Salmi penitenziali e a quelli graduali.
La trilogia, naturalmente antologica, intende far gustare al lettore contemporaneo la ricca spiritualità del commentario cassiodoreo messa in luce da una esegesi polisemica della Scrittura, veicolata da una fine arte retorico-letteraria, retaggio quest’ultima dell’educazione scolastica ricevuta negli anni giovanili e coltivata nel lungo periodo di permanenza e attività nella capitale del Regno d’Italia, a Ravenna. «Nel Salterio – scrive Cassiodoro per spiegare la sua scelta – si scopre materia in grado di offrire sostegno a ogni genere di persone: un tesoro crescente per il cuore puro, grande consolazione per quelli che piangono, speranza appagante per i giusti, rifugio sicuro per i pericolanti. Vi si trova sempre ciò di cui l’anima ha bisogno; è a disposizione una fonte dalla perennità indefettibile».
I due volumi che segnaliamo sono opportunamente introdotti dal curatore per contestualizzare l’opera intera di Cassiodoro e per una lettura intelligente e sapiente della selezione dei sette Salmi penitenziali (Sal 6; 31; 37; 50; 51; 129; 142) e dei quindici Salmi delle ascensioni (dal Sal 119 al 133).
Nell’Expositio dei Salmi penitenziali Cassiodoro mette in primo piano la divina misericordia a fronte del male commesso dall’uomo che è il peccato, il dono della pace biblica di alleanza e amicizia del Signore che richiede e feconda la conversione coinvolgendo le singole persone e la società. E le vie del cambiamento, della purificazione e del perdono sono proposte dal Salterio in numero di ‘sette’, numero biblico che richiama i giorni della prima creazione (cf. Exp. ps. 6, p. 35), ma anche – spiega Cassiodoro rivolgendosi al lettore – della seconda creazione (salvezza, assoluzione dei peccati): «Allo scopo di evitarti incertezze sulla validità del numero settenario, sappi ancora che i nostri antecessori ci hanno insegnato che pure sette sono i modi per la remissione delle colpe: primo, il battesimo; secondo, il martirio; terzo, l’elemosina; quarto, il condono ai fratelli dei torti ricevuti; quinto, il richiamo del deviante dalla sua via rovinosa; sesto, i supplementi di carità; settimo, il sacramento della confessione» (Exp. ps. 6; p. 23).
Penso che il Caruso abbia ritenuto opportuno tradurre il commento dell’illustre calabrese a questo gruppo di Salmi, facendo sua la convinzione cassiodorea espressa a conclusione dell’Exp. ps. 6 (p. 35): «Sebbene appaia necessario impegnarsi con ogni sforzo della nostra intelligenza allo studio di tutti i Salmi, per offrire alla nostra vita spirituale un beneficio immenso, tuttavia son convinto che una sollecitudine particolarissima va indirizzata verso il gruppo dei Salmi penitenziali, offerti ai bisogni del genere umano come la medicina piú efficace. Sono essi gli strumenti a portata di mano per dare all’anima il lavaggio che si deve, per rinascere dalla morte del peccato e pervenire dal pianto alla gioia ineffabile dello spirito».
Purificato dai peccati dopo aver vissuto e sperimentato La penitenza con gioia (titolo con cui il Caruso aveva nel 2005 dato alle stampe il commento al Sal 50: cf. rec. in StPat 53 [2006] 288), il cristiano può impegnarsi nell’ascendere il Monte santo, nella scalata dei quindici gradini equivalenti a a quanti ne portavano a Gerusalemme da terra sulla spianata del tempio. «...il numero setteneario, per via del sabato della Settimana assume il significato di Vecchio Testamento; mentre il numero ottonario per via della Domenica, giorno della risurrezione del Signore, richiama il testamento Nuovo. Messi insieme fanno quindici, quale segno di rifiuto ufficiale a una vita senza valori. Il Salmista rifugge dai comportamenti mondani come fonte dei mali personali. Allora, ascendendo per l’erta di gradini di meriti, perviene al traguardo del perfetto ed eterno amore del Signore che, come è risaputo, si colloca al vertice delle virtú» (Exp. ps. 119, p. 27). È una ascensione dello spirito con la mente e con il cuore, una salita verso la vetta della beatitudine, senza il contrapposto della discesa, una tensione virtuosa verso il tempio spirituale. Si tratta di un cammino progressivo del cristiano verso la realtà della Gerusalemme celeste, dalla quale non c’è ritorno.
Una trilogia, ricca di dottrina teologica e di sapienza spirituale, che spinge a leggere l’intero commentario del monaco di Vivario.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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