Una sola carne in un solo spirito
(Amore umano)EAN 9788868790653
Il volume di José Granados – vice preside e professore ordinario di Teologia Dogmatica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II – si presenta come un manuale di teologia del matrimonio, frutto di un’intensa attività di ricerca e di insegnamento. Come chiarisce l’Autore nella Prefazione del testo, ciò che unifica i vari elementi teologici del matrimonio è «il punto di vista di Dio, fonte dell’amore, che ha unito l’uomo e la donna e che li benedice in un futuro nuovo» (9). Il filo conduttore del testo, infatti, è la connessione fra l’unità dell’uomo e della donna in una sola carne – voluta da Dio fin dalla Genesi (cf. Gen 2,24) – e il corpo assunto dal Figlio di Dio nell’Incarnazione, per giungere al nuovo corpo della Chiesa.
Dopo i primi due capitoli dell’Introduzione, riservati all’approfondimento della teologia del matrimonio a servizio della società e della Chiesa, alla luce del testo conciliare di Gaudium et Spes 47-52, lo studio viene suddiviso in due fasi. Nella prima (cap. I-VI), si analizza il matrimonio dalla creazione a Cristo, sottolineando l’importanza del legame fra l’amore e la natura dell’uomo, secondo una visione relazionale della persona umana. Partendo dal linguaggio con cui il testo di Gen 1-3 affronta il tema del matrimonio creaturale, l’Autore ripercorre il cammino dell’unione uomo-donna nella storia: dall’Antico Testamento, all’epoca patristica, passando attraverso l’età moderna, per giungere infine ai giorni nostri. Il cap. VII viene riservato a una sintesi teologica sul matrimonio, inteso anzitutto come espressione della fecondità umana e – alla luce della risurrezione di Cristo – come sacramento originario. In secondo luogo, la luce della Pasqua di Cristo consente di scoprire la «grammatica universale delle nozze» (153), intesa come dono totale di sé all’altro. Inoltre, la fede pasquale dona al credente una profonda fiducia nella bontà delle esperienze originarie dell’uomo. Per tutti questi motivi, l’Autore conclude che lo studio del matrimonio delle origini è di pertinenza del teologo, più che del filosofo, poiché si tratta di comprendere in che modo Cristo abbia assunto e portato a pienezza tale esperienza umana originaria (cf. 154).
Nella seconda parte del volume (cap. VIII-XIV), l’unione fra l’uomo e la donna viene considerata nella sua realtà di sacramento, istituito da Cristo come cammino concreto verso la santità dei coniugi. Anzitutto, l’Autore prende in esame l’istituzione del matrimonio da parte di Cristo, nel corso della sua vita terrena, secondo quanto si legge nella lettera di San Paolo agli Efesini (cf. Ef 5,32). Il cap. IX approfondisce il matrimonio in quanto sacramento, cioè segno efficace della presenza e dell’amore di Dio per l’uomo. L’unità sostanziale fra il matrimonio naturale di due credenti e il sacramento appartiene alla stessa essenza della redenzione, portata a termine da Gesù. Dopo aver dedicato il cap. X all’approfondimento delle caratteristiche del matrimonio cristiano (azione liturgica, ministro e consenso tra battezzati), nel capitolo successivo viene approfondita l’evoluzione della comunione matrimoniale nel corso dei secoli, con un’attenzione particolare a ciò che costituisce il proprium del vincolo fra due battezzati: il suo carattere indissolubile e la fecondità inaugurata in Cristo, in quanto apertura all’eternità di Dio. Nel cap. XII, l’Autore considera il rapporto della Chiesa con il matrimonio. Tale sacramento, infatti, costituisce la parte integrante della vita e missione ecclesiale: da ciò nasce l’esigenza di influenzare e regolamentare l’unione sponsale fra due credenti, stabilendone i requisiti di contrazione e giudicandone le cause di validità. Il cap. XIII è dedicato al rapporto esistente fra il matrimonio e la verginità, intesi come i due modi in cui la Chiesa realizza il suo cammino nel tempo, dall’amore originario di Dio, alla pienezza compiutasi in Cristo. Secondo il professor Granados, infatti, esiste un’armonia di fondo tra queste due condizioni di vita, poiché in entrambe viene affermata la stessa vocazione all’amore; al tempo stesso, però, si riconosce anche l’esistenza di un ordine fra le due condizioni di vita: il matrimonio conduce a Dio attraverso la dedizione esclusiva e definitiva a un’altra creatura; la verginità, da parte sua, annuncia la vittoria di ciò che è definitivo sulla transitorietà dell’esperienza umana.
In entrambe le parti costitutive del volume, il tema del matrimonio cristiano viene affrontato alla luce della Pasqua di Cristo e dell’azione vivificante dello Spirito Santo, che – dopo aver agito fin dalle origini, con Adamo ed Eva – accompagna l’umanità credente fino alla pienezza in Cristo e nella Chiesa, ricolmandola attraverso il sacramento e conducendola, in tal modo, «alla maturità definitiva del corpo glorioso» (385).
L’opera del professor Granados ha il grande pregio di cogliere l’unione sponsale cristiana nella sua verità più profonda di testimonianza dell’amore esclusivo ed eterno di Cristo per l’umanità, attraverso l’azione vivificante dello Spirito Santo, che agisce nella Chiesa. Ciò è ancora più degno di nota oggi, in un tempo caratterizzato da una precarietà generalizzata, anche affettiva e, quindi, dal rischio di vivere il matrimonio – incluso quello cristiano – come una consuetudine dettata dalla tradizione, senza la consapevolezza del valore intrinseco del sacramento che viene celebrato. Tale condizione esistenziale costituisce per la Chiesa intera una sfida grande e significativa, a cui è necessario rispondere attraverso la testimonianza dell’amore di Cristo vissuto nella quotidianità delle coppie cristiane, oltre che con l’offerta di occasioni di approfondimento catechetico del sacramento del matrimonio.
Tratto dalla rivista Lateranum n.1/2015
(http://www.pul.it)
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