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Descrizione
Nel corso dei secoli la filosofia ha cercato di formulare teorie adeguate a rispondere alle istanze di giustizia legate al vivere in societate, strutturando, in forme più o meno complesse e articolate, vere e proprie teorie della giustizia applicate alle istituzioni sociali. Il diritto non è estraneo a questa riflessione e contribuisce a determinare il giusto assetto delle istituzioni sociali grazie alla sua specifica portata relazionale. L'impegno dell'autore è quello di argomentare come alla necessaria organizzazione sociale, in ottica dialogico-relazionale che ponga al proprio centro la persona, debba essere costantemente abbinato un proficuo impegno per la verità, autentica anima della giustizia. Si tratta, da un lato, di ricercare un riferimento oggettivo alla realtà, intesa in senso dinamico, intorno al quale concordare i diversi saperi; dall'altro, di affermare un riferimento soggettivo alla persona, inserita ed esprimente la comunità, nella sua capacità e tensione ad interpretare e plasmare la profondità e la vastità del reale in tutto il suo orizzonte di significato. La sfida della pluralità è nel saper cogliere il senso del porsi in relazione, del dialogare esigente che ricompone le diversità e apre a esiti di verità e novità in uno spazio di reale communitas, perché nessuno possa dirsi escluso. Il diritto pone continuamente dei limiti. La storia del diritto è la storia dei suoi limiti. Il diritto può chiudere e opprimere o essere strumento di promozione della persona e della libertà, come la Costituzione repubblicana italiana incessantemente ricorda. Per andare oltre i confini occorre innanzitutto prendere sul serio la persona, perché tra il fatto del pluralismo e della diversità, essa possa essere sempre concretamente tutelata.
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Nel corso dei secoli la Filosofia ha cercato di formulare Teorie adeguate a rispondere alle istanze di giustizia legate al vivere in societate, strutturando, in forme più o meno complesse e articolate, vere e proprie Teorie della giustizia applicate alle Istituzioni sociali. Il Diritto non è estraneo a questa rifl essione e contribuisce a determinare il giusto assetto delle Istituzioni sociali grazie alla sua specifica portata relazionale. L’impegno dell’autore è quello di argomentare come alla necessaria organizzazione sociale (in un’ottica dialogico-relazionale che ponga al centro la persona) debba essere costantemente abbinato un proficuo impegno per la verità, autentica anima della giustizia. Si tratta, da un lato, di ricercare un riferimento oggettivo alla realtà, intesa in senso dinamico, intorno al quale concordare i diversi saperi; dall’altro, di affermare un riferimento soggettivo alla persona (inserita ed esprimente la comunità) nella sua capacità e tensione ad interpretare e plasmare la profondità e la vastità del reale in tutto il suo orizzonte di significato. La sfida della pluralità è nel saper cogliere il senso del porsi in relazione, del dialogare esigente che ricompone le diversità e apre a esiti di verità e novità in uno spazio di reale communitas, perché nessuno possa dirsi escluso. Il Diritto pone continuamente dei limiti. La storia del Diritto è la storia dei suoi limiti. Il Diritto può chiudere e opprimere o essere strumento di promozione della persona e della libertà, come la Costituzione repubblicana italiana incessantemente ricorda. Per andare oltre i confini occorre innanzitutto prendere sul serio la persona, perché tra il fatto del pluralismo e della diversità, essa possa essere sempre concretamente tutelata.
Tratto dalla rivista "Apollinaris" n.1 del 2013 (LXXXVI)
(www.pul.it)
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