Il lavoro tra riconoscimento e mercato per una logica del dono
(Introduzioni e trattati)EAN 9788839921796
Indice generale
Introduzione generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1. Le trasformazioni del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.1. Gli imperativi del mercato 11
1.2. Tecnicizzazione del lavoro 18
1.3. I riflessi sul mercato del lavoro 27
2. Il lavoro significativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
2.1. Il concorso del lavoro alla realizzazione
della persona: una circostanza privata' 35
2.2. La motivazione come surrogato del significato 38
2.3. I diversi riferimenti del significato del lavoro 42
3. Per una centralità non esclusiva . . . . . . . . . . . . . . 52
3.1. La costruzione moderna del lavoro 53
3.2. Il lavoro come fondamento dell'ordine sociale 60
3.3. La valenza simbolica del lavoro:
relativizzazione come correlazione 70
4. L'insegnamento sociale della Chiesa . . . . . . . . . . . . 80
4.1. Le strutture teologiche-bibliche di riferimento 81
4.2. La Dottrina Sociale della Chiesa 93
Rerum Novarum 95
Pio XII 102
Vaticano II 104
Laborem Exercens 107
358 Indice generale
5. Per una riflessione teologica sul lavoro . . . . . . . . . 117
5.1. La nuova creazione come struttura teologica 119
5.2. L'approccio pneumatologico 124
5.3. L'alienazione del lavoro 130
5.4. Per una spiritualità del lavoro 137
6. Il buon lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144
6.1. La modalità del mercato e la modalità del dono 148
6.2. La responsabilità individuale sul posto di lavoro 158
6.3. Le pratiche lavorative virtuose 166
6.4. Il lavoro come servizio 175
6.5. La lealtà del dipendente 181
6.6. Strategie di ingiustizia 188
Lo stress da lavoro 191
Il mobbing 194
7. Lavoro e bene comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199
7.1. La dimensione sociale del lavoro 200
7.2. Il contributo del diritto del lavoro
nel mercato globale 208
7.3. Diritto al lavoro e disoccupazione 220
7.4. Flessibilità o precarietà' 228
7.5. La carriera come sviluppo
della capacità lavorativa 242
7.6. La formazione al lavoro 249
8. Sulle politiche del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 257
8.1. Teorie del mercato del lavoro 259
8.2. Per un nuovo welfare lavoristico 264
8.3. Politiche di tutela in termini dinamici 271
8.4. Osservazioni conclusive 273
9. Problemi particolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 277
9.1. Lavoro e reddito 277
9.2. Lavoro e famiglia: la donna 'a doppia carriera'
e le politiche familiari dell'impresa 291
9.3. La significatività sociale del sindacato 310
9.4. Lo sciopero postmoderno 320
Indice generale 359
10. Il contributo della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 325
10.1. L'evangelizzazione del lavoro 327
10.2. Per una cultura della festa 331
10.3. Educazione professionale integrale 338
10.4. La valorizzazione del lavoro manuale 346
Abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351
Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 352
Il presente volume è l’ultimo lavoro di Gianni Manzone, docente di Dottrina sociale della Chiesa nella Pontificia Università Lateranense. Lavoro e persona umana sono facce di una stessa medaglia, binomio inscindibile: si oserebbe dire «necessario». Ed invece, si raggiungono risultati non condivisibili solo ad ignorare l’origine del lavoro o non avendo nella giusta considerazione il soggetto titolare, in una parola, svuotando il tema del suo significato e dei suoi contenuti etico- ideali. Ed ecco dunque le corde che va a toccare questo testo, ultimo, approfondito studio di don Gianni Manzone, che vede la luce a soli pochi mesi di distanza dall’apprezzatissimo «Società interculturali e tolleranza» (Cittadella) e dopo gli altrettanto favorevolmente accolti volumi su «Il Mercato.
Teorie economiche e Dottrina sociale della Chiesa» (2001), «La responsabilità dell’impresa. Business Ethics e Dottrina sociale della Chiesa in dialogo» (2002) e «La tecnologia dal volto umano» (2004), tutti pubblicati dalla Queriniana. Lo studio «restituisce al lavoro la sua dignità, la sua funzione nel sistema produttivo della civiltà tecnologica», ha chiosato p. Gino Concetti (Il mercato e la valenza multipla del lavoro, in “L’Osservatore romano”, 31 maggio 2006, p. 7) ed infatti, la domanda di fondo è: «In tale contesto culturale è ancora possibile il riconoscimento della dignità umana del lavoro? Può essere l’uomo riconosciuto nel suo lavoro? O il lavoro è destinato ad essere definitivamente “demoralizzato”? ». Manzone, indagando a fondo sulle basi dell’insegnamento sociale della Chiesa, dimostra come l’attività lavorativa – che in quanto azione umana e attività della persona (Laborem Exercens) non può essere compresa unicamente in una relazione di scambio – rimandi alla «logica del dono» a tal punto che «non è tanto la quantità materiale dello sforzo fornito che determina il valore creato dal lavoro, ma la qualità dell’atto del lavorare». Il lavoro come dono – è stato autorevolmente sostenuto – «rimanda e richiama alla sorgente divina originaria che precede e rende possibile, con il suo Dono, ogni attività umana.
É in questa prospettiva che appare il significato e l’urgenza di una rinnovata riflessione cristiana, teologica e morale, sul lavoro. La logica del dono può convivere con altre forme di scambio dentro un’economia di mercato proprio perché quest’ultima rimanda alla realtà antecedente ad ogni convenzione e contratto, realtà che consente e crea il vincolo sociale». E notando, l’autore, come il lavoro abbia cessato di essere idealmente rappresentato come mezzo di realizzazione personale e piuttosto «riconosciuto e accettato come cifra dell’incompiutezza storica dell’uomo», arriva a sostenere come sia impossibile affrontare «i problemi della distribuzione del lavoro come bene o ricchezza sociale in modo adeguato né – aggiunge – si risolve il dilemma storico posto dalle correnti trasformazioni tra sviluppare la flessibilità e la creatività del lavoro individuale o creare le condizioni per una produttività sostenibile e per la cooperazione sociale, se rimaniamo all’interno di una cultura che riduce il lavoro a mera merce di scambio». «Questa cultura – lascia intendere lo studioso – implica inevitabilmente una concezione individualistica e una pratica accaparratrice del lavoro, al cui rimorchio il lavoro di ogni tipo rischia di diventare il tardo succedaneo della proprietà privata borghese». Ecco che, in quest’ottica, Manzone affronta temi rilevanti che vanno dal rapporto tra lavoro e reddito all’equilibrio tra lavoro e famiglia, dal ruolo del sindacato alla figura odierna dello sciopero.
Egli è certo: le sfide della “nuova civiltà del lavoro” esigono per la Chiesa di valorizzare il lavoro manuale, la cultura della festa e l’educazione professionale attenta a tutte le dimensioni della persona che lavora. Non sono teoremi, queste pagine, o peggio conclusioni raggiunte al tavolo di studio, sono anch’esse un dono agli studiosi come alla comunità di Chiesa. «La società del benessere senza umanesimo plenario non sarà mai capace di creare presupposti per ulteriori traguardi di civiltà», ha concluso p. Concetti, presentando questo libro. E don Gianni, pensando alle comunità di chiesa più semplicemente conclude: «È urgente rimotivare la volontà di programmazione e di coordinamento a livello diocesano, regionale e nazionale, per dotarsi di quegli strumenti e di quelle opportunità che permettono un impegno pastorale per ritrovare e insieme per rinnovare le tracce di Dio vivente in mezzo agli uomini con la cura della vita cristiana nella comune condizione del lavoro». Un impegno preciso, per una questione precisa.
Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 1/2007
(http://www.scienzereligiose-br.it)
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Dott. Diego Maragno il 22 ottobre 2021 alle 14:56 ha scritto:
Buono