Il fenomeno umano
(Biblioteca di cultura)EAN 9788839919625
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Tipo
Libro
Titolo
Il fenomeno umano
Autore
Teilhard de Chardin Pierre
Traduttore
Mantovani F.
Editore
Queriniana Edizioni
EAN
9788839919625
Pagine
304
Data
febbraio 2020
Peso
442 grammi
Altezza
22,8 cm
Larghezza
15 cm
Collana
Biblioteca di cultura
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Umberto Masperi il 12 agosto 2011 alle 15:39 ha scritto:
Il lettore, anche chi ha familiarità con i libri di ogni tempo e natura (argomento), è non poche volte vittima dalla sua debolezza umana: fa una scelta condizionato oltre che dal nome dell’autore, anche dal titolo. Da “Il fenomeno umano”, ci si aspetterebbe subito una trattazione del problema-uomo. Viene dedicato ,invece,a tale aspetto specifico un terzo delle quasi trecento pagine ; da qui è chiara la caratteristica di fondo: analisi ampie,articolate, intense del tema “evoluzione” a partire dalle origini della realtà che ci circonda (la materia, la previta). Tuttavia sul fenomeno-uomo , secondo l’ottica di un naturalista ,troviamo precisazioni ed osservazioni,degne di sottolineatura;forse il commento migliore ( delle parole del lettore, che rimane “responsabile “ della scelta) è ricordarne un paio.
* Dall’Avvertenza: “ Per essere correttamente inteso,il libro che qui presento non deve essere letto come un’opera di metafisica,ancora meno come una sorta di saggio teologico,ma unicamente ed esclusivamente come una memoria scientifica. La scelta del titolo lo indica. Solo il Fenomeno. Ma anche tutto il Fenomeno.”
** Dal Prologo:”Centro di prospettiva,l’Uomo è nel medesimo tempo centro di costruzione dell’Universo”.
^^^ A) Sappiamo tutti che la rivoluzione scientifica, copernicana, ha messo in crisi questo concetto della centralità a livello …‘fisico’; sarà merito del pensiero filosofico successivo, maturo, da Kant in poi, aver riscoperto un altro tipo di centralità ( non più solo… “ il cielo stellato sopra di noi”, ma “ la legge morale in noi “). CENTRALITA’ molto problematica che ,avendo le sue radici in quel grande dono di Dio, per un credente (la LIBERTA’), può esplodere in QUELLA terribile del male ( pensiamo alla tragedia del secondo conflitto mondiale ,secolo scorso; due sole parole: Auschwitz, Hiroshima).
^^^ B).Conosciamo tutti l’insistenza caratteristica di Teilhard: l’evoluzione ha una direzione … il Pensiero,la Noosfera , che ci orienta verso il punto Omega. Ciò non deve,però, farci dimenticare che il pensatore francese del secolo scorso cammina (sa camminare) coi piedi per terra: e quanti ,ai suoi tempi ed ancora oggi, se lo dimenticano?
^^^ Risuona una domanda così semplice.
*** ”L’Uomo non poteva certo accorgersi dell’Evoluzione attorno a sé senza sentirsi da questa in qualche misura coinvolto”. (p.204).
Tante sono le suggestioni che ci potrebbero stimolare; dovendo concludere ( a causa dello spazio consentito ) non lascio cadere un aspetto sul tema del cambiamento ( da quei fenomeni che hanno richiesto milioni di anni, poi centinaia di migliaia, quindi decine …infine alcuni millenni– le civiltà storiche –,ai più conosciuti dai libri di storia di ‘solo’ qualche secolo ) :
**** “ In questo momento, stiamo passando attraverso un cambiamento di Età. … (nds: cioè…Industria,Petrolio,elettricità,Atomo, ecc. ecc)… L’avvenire deciderà quale nome sia il più adatto per definire l’era in cui stiamo entrando. Poco importa il termine. Ciò che conta,invece, è il fatto di poter dire a noi stessi che a prezzo di ciò che sopportiamo, un passo ulteriore,un passo decisivo della Vita si sta compiendo in noi e attorno a noi.” (p.200).
^^^ “ Avvenire”… rispetto a Teilhard siamo " NOI" (mezzo secolo dopo), il ‘ termine’ non ci è sconosciuto ( informatica-virtuale), ma abbiamo maturato (anche se, contraddittoriamente, ce lo dimentichiamo il giorno dopo), che “evoluzione”, rispetto all’ affascinante tesi teilhardiana, è quello che abbiamo più volte dimostrato di fare, noi uomini: balzo in avanti, ed … altrettanto … possibile balzo all’ indietro. … Il discorso deve continuare, dopo aver chiuso il libro ( rimanendo sempre aperto il nostro ... libro della vita).
Umberto Masperi il 12 agosto 2011 alle 22:39 ha scritto:
Secondo commento, quale ... 'post scriptum'.
Il punto debole della prospettiva teilhardiana è, a parere di chi scrive,il problema del MALE. Lo si avverte nel corso della lettura, specialmente nella parte finale ( cap.4,§ 3: La Terra Finale), ti urta e ,se sei abituato ad essere sensibile alla dimensione storica (il tempo: tuo e quello dell’autore che leggi), ti ‘impressiona ‘quando leggi alla fine (prima stesura): Pechino,giugno 1938,giugno 1940 , perché l’immaginazione subito prevale, sotto forma di una semplice domanda: “Ma cosa accadeva nella Cina di quegli anni ?“, ed era ALLORA che venivano scritte queste pagine! Poi trovi la “sorpresa” di … dieci anni dopo: “Appendice. Alcune osservazioni e l’importanza del male in un Mondo in Evoluzione”.Roma,28 ottobre 1948. L’appendice, infatti, conferma che il problema è (era )reale, e tale replica lascia ancor più insoddisfatti. VIENE da chiedersi: “ Gli antichi (i Greci), alba del pensiero filoofico, avevano capito che BENE e MALE sono inscindibili … possibile che il Nostro non abbia avvertito il problema che il culmine dell’evoluzione ( “ Riflessione”, “Noosfera”) comporta proprio la ‘necessità ‘del ‘darsi’ del Male?” Ed il male,però, guasta tutto (basta trattare il “fenomeno”male, in unum col “fenomeno umano”, e sarà chiaro). Non solo, la riflessione teilhardiana sulla religione, sul cristianesimo nello specifico, non è a senso unico? Cristo, il DIO-UOMO, non è solo da vedersi come il punto di convergenza ( il Dio-omega), ma prima ancora come la risposta al problema: “ per vincere il male Dio è morto in croce “. E noi che continuiamo sulla linea dell’evoluzione, ci dibattiamo,ci scontriamo ogni giorno con questa realtà, da cui saremo sempre condizionati. Il livello della fede ci mette davanti alla ( ad una ) ‘resurrezione’ nel corso del processo di evoluzione.Teilhard scienziato non doveva prenderne atto?