Vissuti e comportamenti dei primi cristiani
-Una psicologia del cristianesimo delle origini
(Biblioteca di teologia contemporanea)EAN 9788839904492
INDICE GENERALE
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Introduzione:
PROBLEMATICA E METODICA DI UNA PSICOLOGIA
DELLA RELIGIONE CRISTIANA DELLE ORIGINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Il problema di una psicologia storica 10
Il problema di una psicologia religiosa 13
I. Limiti e possibilità metodiche di una psicologia
del cristianesimo delle origini:
come procede una psicologia religiosa storica' . . . . . . . . . . . . 15
1) La carenza di fonti 16
2) Il sospetto di ingenuità nell'analisi scientifica dei testi 19
3) Il sospetto di anacronismo 21
4) L'obiezione di riduzionismo 26
5) Il sospetto di banalità 27
II. Il ricco oggetto di una psicologia
del cristianesimo delle origini:
che cosa ricerca una psicologia religiosa storica . . . . . . . . . . . 28
1) L'autospiegazione di uomini:
l'invenzione dell'uomo interiore 29
2) Quattro fattori della religione: esperienza, mito, rito e éthos 30
3) Due gradi della deviazione dalla vita quotidiana:
religiosità normale e religiosità limite 33
4) Due tipi fondamentali della realtà religiosa:
varianti elevate e varianti profonde 36
5) Il timbro cristologico del vissuto e del comportamento:
l'integrazione della religiosità divergente 37
III. La ricerca di una teoria psicologica religiosa . . . . . . . . . . . . . . . 37
676 Indice generale
I. CORPO E ANIMA.
L'INVENZIONE DELL'UOMO INTERIORE NELL'ANTICHITÀ
E IL SUO RINNOVAMENTO NEL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI . . . . . . 47
a. L'invenzione dell'uomo interiore nell'antichità . . . . . . . . . . . . . . . 50
I. La localizzazione interna dell'anima esterna 51
II. L'incentramento dell'anima interiore 54
III.Lo sviluppo dell'immagine dell'essere umano in Israele 56
IV.Lo sviluppo dell'immagine dell'essere umano in Grecia 64
V. Esperienze religiose moderate e estreme 66
b. Il rinnovamento dell'uomo interiore
nel cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
I. Autodinamica nel vangelo di Matteo:
l'immagine etica dell'essere umano 69
II. Eterodinamica nel vangelo di Giovanni:
l'immagine soteriologica dell'essere umano 72
III.Dinamica della trasformazione in Paolo:
l'immagine trasformativa dell'essere umano 76
L'immagine unitaria dell'essere umano in Paolo 80
L'immagine dualistica dell'essere umano in Paolo 84
L'architettura dell'essere umano con tratti dualistici 85
Dinamica della trasformazione
nell'immagine dell'essere umano 87
IV.L'inconscio nell'immagine dell'essere umano.
Due forme di dinamica del profondo:
rimozione del peccato e io 99
Dinamica del profondo in Paolo:
la trascendenza della carne e dello spirito 100
L'intimo, di cui non disponiamo, in Paolo 101
L'intimo, non perscrutato sino in fondo, in Paolo 104
Dinamica del profondo nel Pastore di Erma:
il peccato rimosso 107
La dinamica del profondo nella gnosi:
il dimenticato vero io 109
II.ESPERIENZA E VISSUTO.
LA DIMENSIONE SPIRITUALE
DELLA RELIGIONE CRISTIANA DELLE ORIGINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
a. Pnêuma come concetto collettivo di esperienze religiose
nel cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
Lo Spirito come presa di contatto con Dio 126
Indice generale 677
Lo Spirito come capacità di insegnare 127
Lo Spirito come forza della comunità 128
Lo Spirito come motivazione della vita etica 129
b. La percezione religiosa: trasparenza e visione . . . . . . . . . . . . . . . . 130
I. La percezione religiosa della realtà trasparente 136
II. Sogni e visioni come esperienza dirompente 144
I sogni del Nuovo Testamento 144
Le visioni del Nuovo Testamento 149
Visioni di lutto 155
Visioni della morte vicina 159
Visioni di illuminazione 160
Esperienze di visione in Paolo 166
c. Emozioni religiose: timore e gioia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 175
I. Timore religioso moderato e timore religioso estremo 181
II. Gioia religiosa moderata e gioia religiosa estrema 189
L'Antico Testamento 189
Il Nuovo Testamento 194
d. Linguaggio religioso: preghiera e glossolalia . . . . . . . . . . . . . . . . . 202
I. Preghiera e linguaggio verbale quotidiano 206
II. Linguaggio religioso estremo: la glossolalia 210
e. Cambiamento religioso:
conversione normativa e conversione esistenziale . . . . . . . . . . . 218
I. Conversione e penitenza come decisioni normative 221
II. Conversione come riorientamento esistenziale 225
Il conflitto ambivalente nell'immagine di Dio di Paolo 232
L'attivazione del conflitto nella relazione
con i suoi avversari e con Cristo 237
La presa di coscienza, mediante la relazione con Cristo,
del conflitto con Dio 240
La trasformazione dell'essere umano attraverso
nuovi modelli di esperienze e di comportamento 243
f. Legame religioso: fede nella parola e fede nel miracolo . . . . . . . . 247
I. Fede come fiducia: la fede nella parola 252
II. Fede come acquisto di potere: la fede nel miracolo 259
Esorcismi 261
Terapie 267
678 Indice generale
III. MITO E SAPIENZA.
LA DIMENSIONE COGNITIVA
DELLA RELIGIONE CRISTIANA DELLE ORIGINI . . . . . . . . . . . . . . . . . 272
Introduzione:
Riflessioni teoretiche a proposito di mito e sapienza 272
a. 'Sapienza' e 'kerygma'
quali concetti guida di interpretazioni religiose cognitive . . 283
b. Attribuzione causale del male e aporie del problema della teodicea:
l'equilibrio nel triangolo soteriologico 'Dio, uomo e mondo' 287
I. Attribuzione causale del male in scritti protogiudaici 291
II. Attribuzione causale del male in Gesù e in Paolo 294
Gesù 294
Paolo 295
III.Attribuzione causale del male
in teologie tardo-neotestamentarie 297
Gli scritti giovannei 297
La lettera agli Ebrei 299
La lettera agli Efesini 300
c. Concezione di Dio come interpretazione di aporie religiose . . . 302
I. Fede in Dio come assioma fondamentale:
il monoteismo etico 303
II. Il mito del regno di Dio: il monoteismo escatologico 307
d. Concezione del mondo
come interpretazione di aporie religiose . . . . . . . . . . . . . . . . 311
I. Fede nella creazione come assioma sapienziale:
il mondo ospitale 314
La funzione sociale della sapienza 314
La funzione personale della sapienza 315
La funzione spirituale della sapienza 315
II. Il mito di satana: il mondo ostile 317
La funzione sociale del simbolismo di satana 323
La funzione personale del simbolismo di satana 325
La funzione spirituale del simbolismo di satana 327
e. Concezione dell'uomo
come interpretazione di aporie religiose . . . . . . . . . . . . . . . . 332
I. Fede nel perdono come assioma:
l'essere umano che si converte 332
II. Il mito dell'espiazione: l'essere umano redento 335
La metaforica cultuale della redenzione:
la morte di Cristo come sacrificio di espiazione 337
Indice generale 679
La metaforica giuridica della redenzione:
la morte di Cristo come rappresentanza 338
La metaforica diplomatica della redenzione:
la morte di Cristo come riconciliazione 340
La morte espiatoria di Gesù e l'ira di Dio 341
Tentativo di un'interpretazione psicologica
della morte espiatoria 345
Il modello della terapia dell'esposizione:
l'effetto terapeutico della situazione di paura
consapevolmente aumentata 345
Il modello del meccanismo del capro espiatorio:
l'effetto catartico
del capro espiatorio rappresentativo 347
Il modello dell''effetto ondulatorio':
l'effetto costruttivo di una sanzione negativa
subita in rappresentanza 351
f. Concezione di Cristo come risposta ad aporie religiose . . . . . . . . . 354
I. La cristologia come offerta controintuitiva di ruoli 356
Interpretazioni dell'umiliazione di Gesù:
sensi attribuiti alla sua morte 356
Riduzione cognitiva della dissonanza
e la glorificazione di Gesù 360
Aumento della dissonanza cognitiva
e la glorificazione di Gesù 361
II. Ruoli secondari come offerta religiosa moderata di ruoli 365
Ruoli veterotestamentari 366
Ruoli dei discepoli 368
Ruoli di contatto 370
IV RITO E COMUNITÀ.
.
LA DIMENSIONE SOCIALE
DELLA RELIGIONE CRISTIANA DELLE ORIGINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373
Introduzione: Riflessioni teoretiche su rito e comunità . . . . . . . . . . 373
a. 'Chiesa' quale concetto guida
della forma comunitaria dei cristiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 380
b. Ingresso nella comunità:
il battesimo di conversione e di rinascita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 383
I. Il battesimo come rituale terapeutico
di una conversione normativa 386
680 Indice generale
II.Il battesimo come rituale trasformativo
di una conversione esistenziale 391
c. Vita nella comunità: pasto sacro e pasto sacramentale . . . . . . . . . . 398
I. Cena del Signore come pasto sacramentale
con trasgressione di tabù 399
Trasgressioni rituali di tabù nella cena del Signore 399
Trasgressioni etiche di tabù nella cena del Signore 402
Simbolismo antropofago nella concezione
della cena del Signore di Ignazio di Antiochia 404
Simbolismo antropofago nella concezione
della cena del Signore del vangelo di Giovanni 405
Simbolismo antropofago nella concezione
della cena del Signore di Paolo 406
Tentativo di un'interpretazione psicologica
della cena del Signore 407
II. Cena del Signore come pasto sacro
senza trasgressione di tabù 410
Il pasto sacro della Didaché e il pasto sacramentale
del vangelo di Matteo 412
Il pasto sacro della lavanda dei piedi
e il pasto sacramentale del vangelo di Giovanni 414
La frazione sacra del pane
e la cena sacramentale del Signore
nella doppia opera lucana 416
d. Dominare nella comunità: carisma e ufficio . . . . . . . . . . . . . . . . . 420
I. La oggettivazione del carisma mediante il rituale 423
II. La oggettivazione del carisma mediante la dottrina 426
e. Vita nella comunità: chiesa e sette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 431
I. Strutture ecclesiali nel cristianesimo delle origini 434
II. Gruppi settari nel cristianesimo delle origini 437
V. ÉTHOS E PRASSI.
LA DIMENSIONE PRATICA
DELLA RELIGIONE CRISTIANA DELLE ORIGINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 441
Introduzione: Riflessioni teoretiche sull'importanza dell'éthos . . . . . 441
Etica greca ed etica giudaica
come etica della conoscenza e del comandamento 445
Etica greca ed etica giudaica
come etica dell'autonomia e del prossimo 447
Indice generale 681
a. 'Amore' come concetto guida dell'éthos biblico . . . . . . . . . . . . . . . 450
I. Ampliamenti etici radicali dell'amore 454
II. Limitazioni etiche moderate dell'amore 456
b. Aggressione e superamento dell'aggressione:
controllo delle pulsioni nel cristianesimo delle origini . . . . . . . 459
I. Diminuzione dell'aggressione nell'éthos 462
II. Aumento dell'aggressività nel mito 467
c. Sessualità e ascesi:
controllo delle pulsioni nel cristianesimo delle origini 474
I. Il matrimonio come éthos sessuale moderato 476
II. L'ascesi come éthos sessuale radicale 490
d. Legge e parenesi: orientamento normativo
nel cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 499
I. La legge come via salvifica: il compimento della legge 501
Regola d'oro 502
Giustizia 503
Misericordia 506
Giudizio universale 507
La Tôrah come etica universale 509
II. La legge come perdizione:
la problematizzazione della legge 512
Lo zelo per la legge
nel giudaismo e nel Paolo precristiano 514
Rimozione della critica della legge nel giudaismo' 517
Zelo per la legge e critica della legge in Paolo 520
e. Coscienza e giudizio: orientamento normativo
nel cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 525
I. La coscienza come autogiudizio umano 528
II. Il giudizio come giudizio divino 533
VI. MISTICA E GNOSI.
LA TRASFORMAZIONE DELLA RELIGIONE CRISTIANA
DELLE ORIGINI NELLA GNOSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 542
Riflessioni teoretiche su due forme fondamentali di religiosità
e sulle condizioni storiche della nascita della gnosi . . . . . . . . . . 542
a. Esperienza e vissuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 559
Mistica neotestamentaria della trasformazione
come trasformazione nell'immagine di Cristo 559
Mistica neotestamentaria dell'unione
come reciproco in-essere 560
682 Indice generale
Mistica gnostica della conoscenza
come risveglio da un incubo 561
Mistica gnostica dell'unione
come risveglio da uno stato di ebbrezza 562
Mistica gnostica della conoscenza
come unione e conoscenza nella luce 563
Mistica gnostica della conoscenza come unione 564
Mistica gnostica della conoscenza
come theologia negativa 564
Esperienza neotestamentaria ed esperienza gnostica 566
b. Mito e dottrina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 567
Attribuzione causale all'essere umano
del suo stato di irredenzione 567
Attribuzione causale dello stato
di irredenzione al demiurgo 569
Attribuzione causale al mondo antidivino 571
Interpretazione neotestamentaria
e interpretazione gnostica del mondo 572
c. Rito e comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 573
Battesimo e sigillazione 574
Eucaristia e camera nuziale 575
I rituali nella religiosità gnostica
e nella religiosità neotestamentaria 576
d. Éthos e prassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 577
L'ascesi normale dei carismatici itineranti
e dei cristiani delle comunità 578
L'ascesi radicale degli encratiti e degli gnostici 580
VII.SINTESI E CONSIDERAZIONE CONCLUSIVA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 585
a. Anima e corpo. L'invenzione dell'uomo interiore nell'antichità
e il suo rinnovamento nel cristianesimo delle origini . . . . . . . . . . 588
b. Esperienza e vissuto.
La dimensione spirituale della religione cristiana delle origini . . . 590
c. Mito e sapienza. La dimensione cognitiva
della religione cristiana delle origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 595
d. Rito e comunità.
La dimensione sociale della religione cristiana delle origini . . . . . 601
e. Éthos e prassi.
La dimensione pratica della religione cristiana delle origini . . . . . 605
Indice generale 683
Differenziazione e unità della religione cristiana delle origini
nell'esperienza, nel mito, nel rito e nell'éthos 613
Differenziazione e unità della religione cristiana delle origini
nella religiosità normale e nella religiosità estrema 617
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 628
Elenco dei passi biblici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 654
L’approccio psicologico all’esperienza comunitaria del cristianesimo delle origini parte dalla svolta della religione europea coeva che unisce conoscenza (greca) e volontà (ebraica) e permette alla complessa varietà dei vissuti di fede di trovare il proprio centro nell’evento pasquale che abbatte la barriera della morte e costruisce, attraverso il sentimento, il mito, il rito e l’ethos, l’identità religiosa collettiva. Alcune forme estreme di comportamento religioso, come l’itineranza di apostoli e profeti e l’esperienza mistica della gnosi, si combinano e si amalgamano a comportamenti quotidiani e virtuosi. Un dinamismo estremo che la tradizione ha spesso addomesticato, ma che suggerisce di rileggere i testi originari con occhio più attento alla vitalità dialettica che li attraversa. N. 149 di «Biblioteca di teologia contemporanea».
Tratto dalla rivista Il Regno n. 14/2010
(http://www.ilregno.it)
Questa Psicologia del cristianesimo delle origini fa chiarezza sull’affascinante molteplicità dell’esperienza cristiana primitiva di sé e del mondo e, così, mette in luce come negli antichi testi cristiani ci sia più vitalità di quanto non permetta di riconoscere il loro successivo uso nella teologia e nell’amministrazione della chiesa.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2010
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
«La nascita del cristianesimo è uno dei problemi più affascinanti della storiografia. Nonostante una ricerca intensa, non abbiamo ancora compreso che cosa nel I secolo d.C. divenne l’informazione culturale fondamentale della nostra storia sotto forma di una nuova religione. Ciò ha molte cause. Una di esse sta nel fatto che la psicologia della religione cristiana delle origini non è finora stata parte costitutiva delle scienze bibliche e di una continua tradizione di ricerche» (p. 9): così si esprime in fase preliminare il noto studioso Gerd Theissen, docente di Nuovo Testamento presso l’Università di Heidelberg. Da sempre impegnato nel campo della ricerca sociologica e antropologica delle origini neotestamentarie (senza trascurare la pubblicazione su Il Gesù storico. Un Manuale, Brescia 1999, in collaborazione con A. Merz), Theissen profonde tutta la sua competenza anche in ambito psicologico per descrivere, inquadrare, comprendere e spiegare il comportamento e l’esperienza religiosa dei cristiani delle origini.
Il volume si apre con una poderosa introduzione dedicata alla Problematica e metodica di una psicologia della religione cristiana delle origini. Partendo dal presupposto che «la religione è un sistema culturale di segni, che promette un incremento di vita grazie al riferimento corrispondente a un’ultima realtà», Theissen definisce l’istanza della psicologia religiosa come «il tentativo di definire cosa c’è di psichico nella religione o che cosa c’è di psichico nell’azione, nella conoscenza e nell’esperienza religiosa, per studiarlo per mezzo dello strumentario teoretico e metodico-tecnico della psicologia» (p. 14; l’autore si richiama alla definizione elaborata in proposito dalla Società internazionale di Psicologia religiosa nel 2001). Secondo lo studioso tedesco, esistono cinque obiezioni che si pongono a una ricerca psicologica della religione: 1) la carenza di fonti; 2) il sospetto di ingenuità nell’analisi scientifica dei testi; 3) il sospetto di anacronismo; 4) l’obiezione di riduzionismo; 5) il sospetto di banalità. Tuttavia, «alla povertà e modestia metodica della psicologia religiosa, corrisponde un ricco contenuto: la religione in tutta la sua pienezza e importanza per la vita» (p. 28). L’idea di fondo che sorregge la ricerca del docente di Heidelberg è basata sulla convinzione che quattro siano i fattori strutturanti della religione: 1) l’esperienza; 2) il mito; 3) il rito; 4) l’éthos. Lo sviluppo di questi quattro nuclei costituisce l’asse portante attorno al quale si sviluppa la riflessione sul vissuto e il comportamento dei cristiani delle origini.
Nel primo capitolo, Corpo e Anima. L’invenzione dell’uomo interiore nell’antichità e il suo rinnovamento nel cristianesimo delle origini, alla luce dei contributi della psicodinamica, sono proposti quattro modelli attraverso i quali sono codificate le esperienze che dell’essere umano offre la letteratura cristiana antica. Così, ad esempio, «al centro di Matteo e di Giovanni non sta la loro immagine dell’uomo, ma la loro immagine di Cristo. Da Cristo promanano diverse immagini dell’uomo» (p. 69). Nel secondo capitolo, Esperienza e vissuto. La dimensione spirituale della religione cristiana delle origini, Theissen distingue tra vissuto, «un’esperienza puntuale», ed esperienza, «elaborazione di vissuti ricorrenti», affermando che «entrambi sono correlati con il soggetto, collegati con la percezione e dipendenti da un’interpretazione» (p. 116). Lo Pnêuma è considerato come concetto collettivo di esperienze religiose nel cristianesimo delle origini. Attingendo alle riflessioni di Rudolf Bultmann (cf. Teologia del Nuovo Testamento, Brescia 32008, p. 156), lo studioso di Heidelberg identifica due fondamentali concezioni dello Spirito, da lui ritenute complementari: «in base alla prima concezione dello Spirito tutti i cristiani sono pneumatici, in base alla seconda sono pneumatici solo coloro che posseggono lo Spirito in una misura particolare, anche se per Paolo tutti i doni dello Spirito hanno lo stesso valore (1Cor 12-14)» (pp. 125- 126). Alla luce della complementarità tra le due concezioni pneumatiche, esperienze religiose come la percezione, le emozioni, il linguaggio, la conversione, la fede nella parola e nel miracolo sono rilette e interpretate come tipologie basilari per la comprensione del vissuto delle prime comunità cristiane.
Il terzo capitolo, Mito e sapienza. La dimensione cognitiva della religione cristiana delle origini, propone, in via preliminare, un’articolata riflessione teoretica sul rapporto tra il mito e la sapienza: «Il mito illustra sia un ordine vicino alla vita quotidiana, sia anche un racconto che sconvolge la vita quotidiana. L’ordine vicino alla vita quotidiana diventa esplicito nella sapienza. Qui l’essere umano è partecipe con il suo conoscere e il suo agire» (p. 282). Si affronta poi la complessa problematica della causalità del male attribuito in, maniera sequenziale, a Dio, al mondo, all’uomo. Secondo Theissen, è in Cristo che si superano tutte le aporie della teodicea, in quanto egli è allo stesso tempo vero uomo e vero Dio.
Rito e comunità. La dimensione sociale della religione cristiana delle origini è il titolo del quarto capitolo del volume. Il concetto di chiesa «univa due campi della tradizione, giudaismo e paganesimo, e con esso si poteva pensare a due entità sociali consuete, al popolo e alla città. In maniera corrispondente si svilupparono due metafore fondamentali per indicare la chiesa: popolo di Dio e corpo di Cristo» (p. 380). Il battesimo, che segna l’ingresso nella comunità, è compreso sia come un rituale terapeutico di una conversione normativa, sia come un rituale trasformativo di una conversione esistenziale. L’elemento centrale della vita nella comunità è espresso nella cena del Signore. A tal riguardo, Theissen vede la compresenza di un rito religioso moderato, rappresentato dal racconto della lavanda dei piedi nel Vangelo giovanneo, come simbolo di un amore reciproco, e un rito religioso estremo, presente nei racconti sinottici e nelle lettere paoline, dove il pasto sacramentale è immaginato come una trasgressione rituale ed etica di tabù ancestrali (ad esempio, bere il sangue) e un cannibalismo simbolico, legato al mangiare la carne. Il quadro della dimensione sociale del cristianesimo primitivo è completato con la presentazione della dialettica carisma e ufficio e la descrizione delle strutture ecclesiali primitive, tra cui trovano posto anche i gruppi settari.
Oggetto d’indagine del quinto capitolo è la dimensione etica del cristianesimo primitivo: Éthos e prassi. La dimensione pratica della religione cristiana delle origini. Tuttavia, Theissen si affretta a chiarire che a essere studiato non è «l’éthos sotto l’aspetto etico, ma sotto l’aspetto psicologico. L’aspetto psicologico non riguarda ciò che deve determinare il comportamento umano, bensì ciò che di fatto lo determina, le sue condizioni e la sua motivazione» (p. 441). A suo giudizio, il cristianesimo delle origini introdusse nel mondo pagano due valori desunti dalla tradizione giudaica: l’amore del prossimo e l’umiltà, qualificata come rinuncia allo status. In tal modo, sul piano etico, è superato anche l’aspetto dell’aggressione, intesa come qualsiasi comportamento che danneggia il prossimo, attraverso la prassi del controllo delle pulsioni. Sul piano della sessualità, il cristianesimo delle origini oscilla tra una variante religiosa moderata, identificata con una comune morale familiare, e una variante religiosa estrema, improntata a un rigoroso ascetismo. Un ulteriore campo d’indagine dell’éthos cristiano delle origini riguarda il rapporto con la Legge: l’attenzione si appunta sul Vangelo di Matteo, dove si riscontra un’alta valutazione della Legge, e sul corpus paulinum, dove invece si mette in discussione la portata salvifica della stessa. L’ultimo passaggio è dedicato al rapporto tra coscienza e giudizio; è interessante quanto Theissen propone in merito all’insorgenza della coscienza dissonante in Paolo: essa poté svilupparsi nel cristianesimo delle origini, perché esso voleva parlare a tutti i popoli e doveva, perciò, essere tollerante nei confronti di una pluralità di tradizioni e norme. L’ultimo capitolo è dedicato a Mistica e gnosi. La trasformazione della religione cristiana delle origini nella gnosi. Al quesito come sia stato possibile che «la gnosi trovò tanta risonanza proprio nel cristianesimo?», l’autore è convinto che «i cristiani erano diventati, come i giudei, una minoranza discriminata […]. Una simile situazione giuridica non poteva che favorire forme di cristianesimo, che non davano nell’occhio e che tolleravano la simulazione e il rinnegamento. La gnosi era una simile forma di religione che tendeva a rinchiudersi nel privato» (p. 553). Il volume si conclude con un prospetto sintetico finale (Sintesi e considerazione conclusiva, pp. 585-627) e una ricca e accurata bibliografia (pp. 628-653).
Quella di Gerd Theissen rappresenta una proposta di lettura assolutamente innovativa nel panorama degli studi sul cristianesimo delle origini. Anche se non sono mancate per il passato indagini analoghe, tale proposta si lascia apprezzare per la sua sistematicità. Pur essendo pionieristico, lo studio si sforza di enucleare un’epistemologia della psicologia religiosa basata sui contributi più recenti. Tuttavia, non sempre la lettura che emerge del fenomeno del cristianesimo delle origini sembra essere condivisibile, alla luce di alcuni difetti strutturali messi in luce dallo stesso autore quali la carenza di fonti e il sospetto di anacronismo. Quanto detto non intende penalizzare l’interessante e apprezzabile sforzo di Theissen di leggere il cristianesimo delle origini in una prospettiva nuova e, senza dubbio, feconda.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 3-4/2011
(http://www.pftim.it)
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