Esaurito
Descrizione
Il libro getta luce su un evento completamente e inspiegabilmente dimenticato la deportazione ad opera dei nazisti di duemila, duemilacinquecento Carabinieri , prologo alla più nota deportazione degli oltre mille ebrei. 7 ottobre - 16 ottobre 1943: due date strettamente collegate. Kappler evidentemente odiava i Carabinieri almeno quanto gli ebrei. Ma era solo lui ad odiarli? Grazie all'accesso a documenti non più secretati di archivi militari italiani, tedeschi ed alleati, un episodio sconosciuto dopo molti anni è stato ricostruito. «Questa appassionata e accurata ricerca - scrive Antonio Parisella nella Prefazione - si inserisce a pieno titolo nell'evoluziofe degli studi sulla Resistenza italiana all'occupazione nazista e alla Repubblica sociale Italiana». L'autrice. che collabora da anni con il Museo storico della Liberazione di via Tasso in Roma e con l'Associazione nazionale ex internati nei Lager nazisti, ha potuto esplorare in presa diretta materiale in gran parte inedito di straordinario interesse storico e umano, ricavandone informazioni preziose e ulteriori testimonianze alle ragioni del "NO" a Hitler e a Mussolini degli intentati italiani. E un libro che dà voce a tante voci. Una storia dal basso contro l'arroganza della forza in nome della coscienza e della dignità, dalla parte di militari anonimi, i senza nome; un patrimonio morale e civile tutto da scoprire.
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DETTAGLI DI «7 OTTOBRE 1943»
Tipo
Libro
Titolo
7 OTTOBRE 1943 - La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti
Autore
Anna Maria Casavola
Editore
Studium
EAN
9788838240423
Pagine
320
Data
settembre 2008
Peso
370 grammi
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gilli il 15 novembre 2008 alle 18:59 ha scritto:
Con grande commozione leggo oggi di questo libro che vorrò leggere. Mio padre, carabiniere, fu deportato a Moosburg dal 7 ottobre 43 al maggio 45. Nel 2000 ho visitato ciò che resta dell'immenso lager Stalag VII A. Esistono ancora baracche lasciate così come erano all'epoca. Altre sono state trasformate in "graziose" casette...Ed esiste ancora la ferrovia da cui i deportati arrivavano. Il caso ha voluto che una donna tedesca - incontrata per caso - in bicicletta mi abbia accompagnato a visitare il luogo, dandomi ragguagli ed informazioni. Suo nonno aveva l'incarico di portare le patate per il vitto dei prigionieri. Non ho potuto raccontare a mio padre di questa visita. E' morto ancora giovane, solo 14 anni dopo il ritorno dalla prigionia. Ora desidero veramente leggere quanto ha scritto al riguardo la Signora Casavola. Cordialmente, Gilli.