Storia della mariologia
-Vol. 2
(Storia della mariologia)EAN 9788831192941
Lavoro arduo, cui l’abilità, la professionalità e la profonda conoscenza degli autori nei campi teologico-filosofico, letterario e artistico hanno conferito straordinario valore, il presente libro si colloca come secondo all’interno di una più vasta opera in tre volumi.
L’intera opera corrisponde all’intento di elaborare, attraverso il contributo di numerosi accreditati studiosi, una Storia della Mariologia scientificamente impostata, la quale, sulla base e nell’utilizzo di documenti, trattazioni, ricerche, esperienze ed eventi devozionali aventi al centro la figura e la missione della Vergine Maria, desse però una visione organica e strutturata della riflessione dei cristiani sulla Madre di Gesù nel contesto del mistero di Cristo, nella storia della Chiesa e nella civiltà dei popoli. A tale scopo il suo contenuto è stato sistematizzato, come si è anticipato, in tre grandi volumi. Il primo si snoda Dal modello biblico al modello letterario, il terzo Dal modello neo-ortodosso al modello africano, nel rispetto di una periodizzazione che ha tenuto conto dei grandi tradizionali quadri interpretativi, quali l’“antichità”, il “medioevo”, l’“età moderna” e quella “contemporanea”, nella funzione di ben identificabili coordinate di base.
Quadri che tuttavia supera, focalizzando l’attenzione su periodi in cui «l’emergere di determinati modelli assume una sua forza simbolica stimata rilevante nel produrre nuovi processi di pensiero o di pratiche, oppure rappresenta un primo manifestarsi di fenomeni che nella lunga durata fanno sentire i loro effetti e produrranno a loro volta paradigmi particolari» (Introduzione generale curata da S. M. Maggiani, 5).Il volume in esame, geograficamente rivolgendo lo sguardo all’Occidente europeo e cronologicamente riferendosi al lungo periodo storico che va dal tardo medioevo al XX secolo, dà conto di come, all’interno delle coordinate prescelte, Maria madre di Gesù sia stata amata e onorata, rintracciando, nell’ambito della sua venerazione, sia il sopravvenire di fervori nuovi, di percezioni inedite e di caratterizzazioni prima inespresse sia il loro eventuale radicarsi, espandersi, evolversi.
La sua lettura è un ripercorrere, attraverso otto ampie coinvolgenti sezioni strutturate in specifici e ben definiti spazi interni, i sentimenti e le manifestazioni di devozione e affetto riverente che hanno accompagnato la figura di Maria di Nazaret, riproposta perché sia più intimamente e realmente conosciuta, perché se ne riconosca la profonda e feconda incidenza a livello non solo religioso, ma anche civile e sociale e perché fino in fondo se ne comprendano il valore e l’attualità. Il tutto attraverso una scrupolosa investigazione, condotta in spirito di verità e in un confronto costruttivo e non pregiudizievole con tutte le confessioni cristiane, in molteplici e diversificati ambiti di ricerca: le Sacre Scritture, i testi sacri di grandi religioni storiche, i documenti delle prime comunità cristiane e le loro successive elaborazioni, i testi dei Padri della Chiesa, i sinodi, i concili ecumenici e locali, gli scritti di uomini di fede o esperti di teologia, le forme, i modi, i luoghi di culto ufficiale; senza naturalmente trascurare i campi dell’arte, dell’iconografia, della letteratura, del folclore.Come compiendo un viaggio nel tempo e nello spazio oggettivi, ma anche in quelli dell’interiorità personale, il lettore, proiettato in un orizzonte sempre peraltro estensibile pervaso dal palpito vivo e profondo del sentire individuale e collettivo, potrà incontrare o rincontrare la Vergine Maria, che generazioni di uomini hanno sentito come presenza confortante di amore e di operosa vicinanza, guida e compagna dei popoli nel loro pellegrinaggio sulla terra, sostegno degli oppressi, degli umili e dei miti, forza riconciliatrice.
La conoscerà o riconoscerà come creatura privilegiata, benedetta da Dio e chiamata beata dagli uomini soprattutto, come Gesù stesso volle far intendere non respingendo, ma approfondendo nel significato la lode che Le veniva tributata, per la sua adesione di fede alla parola di Dio, più che per esserne stata la genitrice. E, trovandola sempre misteriosamente associata alla sofferenza del Figlio, la vedrà rifulgere ovunque crescano il dolore, la paura e le difficoltà, esempio confortante di pazienza, perseveranza e condivisione. Ricevendone, infine, una raffigurazione mai sfocata, scolorita o incerta, e constatando come, attraverso di Lei, Dio parli suggerendo profili interpretativi delle vicende umane, la percepirà capace di dare un senso al tempo, alla storia e al soffrire degli uomini, senza con ciò invadere la sfera dei diritti divini che non Le appartengono ma che, non di rado, amplificazioni e magnificazioni Le hanno conferito.
Il testo in esame, elaborato sotto la direzione di E. Boaga, dell’Ordine carmelitano e di L. Gambero, sacerdote marianista, consta dei contributi dei due direttori e di vari altri studiosi e cultori della Mariologia, complessivamente volti non a offrire un circostanziato e freddo resoconto dei fatti più sconvolgenti e delle esperienze più forti del tempo considerato, ma a rilevare l’importanza storica della figura di Maria di Nazaret, il suo valore di unità e compattezza contro ogni falso manierismo o devianza concettuale, la sua forza di protagonista della modernità quale modello di libertà e di anticonformismo.
In apertura il volume riserva un ampio spazio al Modello letterario ed artistico europeo: un excursus acuto e penetrante nei meandri delle culture europee medievali che si propaga fino all’Umanesimo latino e rinascimentale e racconta il desiderio irresistibile e profondo di vedere e cantare in modo partecipato la Madre di Gesù nella vita comunitaria, ecclesiale e personale. Vengono pertanto riproposti, attraverso una perspicace investigazione ad ampio raggio condotta da L. di Girolamo, P. Bétérous, C. M. Piastra e M. C. Visentin, il fiorire di numerose e toccanti sacre rappresentazioni, lo svilupparsi del variegato genere del planctus, il proliferare di testi poetici in volgare e in latino, con vette teologiche e artistiche come in Dante Alighieri, il prodursi di raccolte dei miracoli della vergine e il prosperare di pregevoli espressioni iconografiche ispirate da sentimento mariano: tutte forme e modalità che fanno di Maria una feconda compagna di viaggio, ma anche figura di grazia prodiga di lampanti intuizioni dell’immenso e dell’eterno.Procedendo in direzione cronologica, il testo, nell’ambito del successivo Modello riformatore, illustra come la figura della madre di Gesù sia stata considerata all’interno della teologia prima di Lutero, poi di Ecolampadio, Zwingli e Calvino, infine della Comunione anglicana del primo Cinquecento. La trattazione proietta nella difficile epoca della Riforma protestante, che produsse una vera e propria spaccatura dell’unità religiosa che aveva caratterizzato il mondo cristiano del Medioevo: una spaccatura che segnò il deflagrare di un complesso, esplosivo intreccio tra motivazioni religiose e morali da un lato e gravi ragioni di natura politica ed economica dall’altro.
Ma nella loro indagine gli autori G. Bruni, M. Wirz, R. Lüsdorff e S. M. Perrella appuntano l’attenzione non sugli aspetti storici del tempo prescelto, bensì sul culto di Maria, che, anche in questo periodo, non si affievolisce, riconfermandone sia la maternità divina e la verginità perpetua sia la natura di creatura eletta. Essi puntualizzano, però, che Ella è ora esplicitamente considerata Madre di Dio per grazia e non per personale merito e che pertanto (cf. 217) se ne respinge la venerazione come “Regina del cielo”, non potendosi invadere spazi riservati alla divinità. Mostrano quindi come in Lutero, che, ispirato da un’ottica mariologica prettamente teocentrica, tenta di evitare tutto ciò che possa togliere onore a Cristo o anche minimamente opacizzarne la funzione di Messia, Maria, pur essendo una figura essenziale, non abbia tuttavia funzione direttamente soteriologica.
Il riformatore tedesco la qualifica infatti come exemplar e typus di un rapporto Dio-uomo che vede da un lato il tutto di Dio e dall’altro il niente di Maria, credente esemplare e discepola perfetta. E si riscontra altresì che Lutero, fondandosi sul vissuto di dolore della Vergine e sulla sua assoluta adesione alla volontà divina, legge l’esemplarità di Maria anche in prospettiva ecclesiologica, lodandola quale immagine della Chiesa di tutti i tempi e madre senza limiti cronologici di ogni singolo credente, quale figlio nato dallo Spirito Santo. Sono rappresentazioni concettuali condivise dai suoi contemporanei Ecolampadio e Zwingli, ma non più accettate da Calvino, esponente della seconda generazione dei riformatori, che respinge la devozione mariana con i suoi precetti e le sue pratiche in virtù dell’irrinunciabilità e assolutezza del solus Christus, della sola gratia, della sola Scriptura, della sola fides (cf. 247).Sempre in ambito del pensiero riformatore, si può infine rilevare come anche in ambiente anglicano, pur nella critica a un culto cattolico come intriso da propensioni idolatriche favorite dalla superstizione popolare e da un insufficiente magistero ecclesiale, non si arriverà alla negazione della maternità divina di Maria ed è molto interessante conoscere il fluttuare delle idee intorno all’argomento.La terza grande sezione del volume, dedicata al Modello tridentino e spagnolo, si apre con una prima ampia trattazione sviluppata da Enrique Llamas, intesa a dare visione della mariologia spagnola nei secc. XVI e XVII. Emerge un orizzonte vibrante di penetrante spiritualità individualmente e collettivamente espressa, in cui si illuminano i principi e i fondamenti di una mariologia scientifica e sistematica che raggiunse il suo culmine nel sec. XVII, universalmente riconosciuto come il secolo d’oro della mariologia spagnola. Chiude il modello tridentino e spagnolo La riflessione mariologica post-tridentina in area italo-germanica, magistralmente trattata dal prof. Gambero.Per comprenderne appieno il significato, sembra opportuno tener presente quanto si legge nell’introduzione al volume (cf. 20-21): «La celebrazione del Concilio di Trento risulta singolare negli effetti perché, pur circoscritta la dottrina alla sola preservazione dal peccato originale della Vergine Maria e al riproporre la validità della venerazione della sua immagine, la complessa ricezione apre un’epoca che sarà sensibile ad una mariologia biblica, alla nascita di una mariologia scientifica, con attenzione alla parenesi e all’orientamento della vita concreta».
L’autore sottolinea come, nel silenzio quasi totale sulle questioni concernenti la dottrina e la pietà mariane (cf. 323), sia stato di contro assolutamente incisivo e fecondo di sviluppi l’unico accenno riservato dal Concilio (V sessione, 1546) alla Madre di Dio per escluderla dalla legge del peccato originale. Esso, infatti, unitamente alla riaffermata validità del culto delle immagini, con esplicito riferimento alle icone della Vergine, fu stimolo a un autentico approfondimento e a una più limpida definizione di questa verità in ambienti teologici sia italiani sia centroeuropei. Il successivo Modello Barocco, attraverso le puntuali analisi di S. de Fiores, M. Dupuy, V. Ferrari Schiefer, G. Calvo Moralejo, B. Kochaniewicz, L. Di Girolamo, M. C. Visentin e lo scrupoloso condirettore del volume Boaga, introduce in una dimensione storica (il sec. XVII) che, in netto contrasto con la prospettiva armoniosa e razionalistica del Rinascimento, proietta in un’atmosfera inquieta e contraddittoria. Svanita nell’uomo l’illusione di essere al centro dell’universo e di poterlo in gran parte gestire, cresce in lui un insidioso senso di insicurezza e di precarietà; la realtà che lo circonda sfugge al suo controllo perché è immensa, complicata e misteriosa. Nella sua rappresentazione, dunque, egli ricorre a simboli, all’uso e all’abuso di metafore e allegorie, a figure che lo aiutino a intuire ciò che sensi e ragione non sono in grado di percepire con chiarezza e precisione. L’impegno culturale si concentra sulle forme, sforzandosi di supplire all’esiguità dei contenuti con l’opulenza dello stile. S’impongono i principi della meraviglia e della ricerca di un’espressione particolarmente elaborata che riesca, per le sue arditezze, a sorprendere il ricevente.
Infine, coerentemente con la gnoseologia interrogativa e incerta del tempo, che cerca di dire l’indicibile poggiando sull’empirismo sensoriale quale unica realtà concretamente gestibile, si cerca il volto dell’anima tra immaginazione e logica, carnalità e spiritualità, naturalità e trascendenza, nello sforzo di superare le contraddizioni conoscitive e ideali. La mariologia non poteva non essere condizionata dalle nuove categorie mentali, con la conseguenza di una copiosa letteratura mariana non esente da amplificazioni ed esagerazioni devozionistiche, specie in ambito popolare.Trascorrendo il tempo, ci si allontana gradualmente dall’esuberanza barocca in direzione di una devozione mariana più temperata che, libera da ridondanze ed esagerazioni, restituisce centralità a Cristo, cui il credente si dona attraverso la Madre.
Alla fine del XVIII secolo, in pieno Illuminismo, professandosi la più piena fiducia sia nella ragione quale facoltà capace di liberare dalle tenebre della superstizione e dell’ignoranza sia nell’esercizio della critica quale criterio di corretto discernimento e di equa valutazione, si comprime l’interesse per il sacro, il rivelato e il metafisico e si rifiuta ogni forma di superstizione e di esagerata esternazione religiosa. E tuttavia, accostandosi al “Modello critico illuministico”, il lettore potrà constatare come, anche in quest’epoca, per un felice incontro di fede, ragione ed emotività, sia vivo e diffuso il culto di Maria, seppure in forme più blande e misurate e in armonia con l’amore più alto e profondo per Dio.
Parimenti coinvolgente, anche perché motivo di concreta e articolata riflessione, risulterà avvicinarsi al successivo Modello Enciclopedico Mariano, inquadrabile nel XII secolo, affrontato da F. Petrillo. Si è di fronte ad un modello che, investendo aspetti molteplici dello scibile mariano, meriterebbe, come si legge nell’introduzione (cf. 22), una più ampia disamina. Sia qui sufficiente segnalare che vi si potranno individuare precisi riferimenti, concreti spunti e possibili sentieri investigativi sui quali immettersi per ulteriori ampliamenti e approfondimenti.Nei primi decenni dell’Ottocento, in reazione all’Illuminismo, si sviluppa a livello europeo un complesso movimento di idee che comporta un forte rinnovamento, con inevitabile ricaduta anche in ambito religioso. Il sentimento torna a predominare sulla pura ragione, che ascolta il cuore senza aspirazioni di dominio; le produzioni umane nascono da una passione impetuosa che si effonde liberamente, senza che i loro autori cerchino di placarla e di chiuderla in rigide strutture o confini prestabiliti; l’arte mira a parlare al popolo ispirandosi ai suoi affetti e usando il suo linguaggio; la letteratura si riempie di figure eroiche, di creature inquiete, di anime travagliate da tragici dissidi tra la realtà costringente e le loro aspirazioni all’indipendenza, all’autonomia, alla libertà e alla bellezza. Si acuiscono la vista e l’udito e si percepisce la presenza ricreatrice dell’alito divino, mentre il mistero, irradiato dalla luce della Redenzione, della quale tutto l’universo con l’umanità è partecipe, risolve misticamente tormenti e inquietudini. Contro il materialismo e lo scetticismo insorge lo spiritualismo, portato talora sino all’idealismo e al misticismo. Al diritto di natura si oppone il diritto divino e il cristianesimo, fino a poco prima bersaglio di tutte le frecce, torna ad essere il centro e il tessuto di ogni percorso speculativo e il vessillo di ogni progresso sociale e civile: lo spirito cristiano, uscendo dalle cime insuperabili del soprannaturale e dall’impersonalità del dogma, si riprende Dio, Cristo e la Bibbia, plasma il divino a sua immagine, lo colloca e lo accompagna nella Storia. E la forza della Madre di Dio è ovunque e si diffonde su tutto, a tutti offrendo qualcosa. Anche in questo tempo di rivolgimenti e di guerre persiste salda, come ben dimostrano E. Scognamiglio, M. Hauke, J. Morales, G. Rocca, S. Rosso e, ancora, il condirettore del testo Boaga, la devozione a Maria, veicolata da congregazioni religiose, associazioni laicali, esternazioni cultuali e tenuta viva da fatti prodigiosi, visioni, apparizioni della Vergine, il riferimento alla quale riguarda principalmente alcuni misteri della sua vita, come l’Immacolata Concezione, il Rosario, il Nome, l’Assunzione, la Santa Famiglia.Nell’ultimo modello del corposo volume, il Modello manualistico trattato da Francesco Scanziani e sottotitolato Il Manuale di Mariologia dagli inizi dell’Ottocento al Vaticano II, si riflette l’evolversi della teologia nell’ambito di esistenze e comportamenti cristiani.
Si riporta, per rendere maggiore giustizia ai suoi contenuti, la presentazione che ne viene offerta all’interno dell’Introduzione al volume: «Anche il rinnovamento della manualistica mariologica nel XX secolo, che ha i suoi prodromi nel movimento biblico, patristico, ecumenico e liturgico, si trova a confrontarsi con l’evento del Concilio Vaticano II. Pur nel solco di una Traditio, il Concilio ha aperto innovativi sentieri della comprensione della Madre del Signore nel mistero di Cristo e della Chiesa, sentieri che, aperti al mistero divino, permangono aperti all’approfondimento e a rinnovate esperienze di pietà e di vita cristiane».
Nel volume si fondono, in un’alchimia perfetta, teologia, storia e cultura, per offrire al lettore un viaggio appassionante tra le vicende umane e la spiritualità cristiana. Palese è nel testo il criterio della verificabilità, cioè l’intento degli autori di agevolare procedimenti di verifica e di costruttivo confronto riguardanti sia i dati della ricostruzione storica sia la prospettazione delle ipotesi sulla cui base tali dati sono stati esaminati.
La loro volontà pare sia stata, infatti, quella non di presentare una galleria di esperienze più o meno stupefacenti o di opinioni e posizioni diversificate, ma di mostrare invece come le componenti umane e storiche siano sempre suscettibili di inedite decifrazioni, diverse valutazioni e inconsuete organizzazioni: sempre implicitamente suggerendo di applicare alle fonti le forme mentali e le categorie interpretative di chi le ha prodotte. Perché le testimonianze, specie se rigorosamente ricostruite, motivate, collegate e documentate, rinviano echi forti e sicuri, capaci di evocare senza ombra di ambiguità la contemporanea temperie politica e culturale, i valori al tempo imperanti, le azioni e reazioni ambientali.Fluido nel linguaggio, ineccepibile nell’organizzazione dei contenuti, inappuntabile nella strutturazione, quello in esame non è un libro che scivola via rapido. Il suo argomentare mai ambiguo o sfuggente, un riferire chiaro e accurato, un informare che non ha fretta e si adegua al lettore chiamandolo all’impegno del comprendere fino in fondo, ma con pazienza, attendendo che valuti, rifletta e confronti gli altrui e i propri convincimenti, lo rendono particolarmente interessante e coinvolgente: ciò in forza anche della prospettiva secondo cui si sono mossi gli autori, la quale, intrisa di profondo spirito identitario, si allarga al contempo ad una visione autenticamente interculturale che, consentendo di cogliere e riconoscere significative corrispondenze e indubbi legami tra le culture di tutto il mondo, ammanta di più concreta speranza quell’appello all’unione e alla pace che da sempre gli uomini hanno rivolto a Maria, presenza confortante di amore e riconciliazione.
Tratto dalla rivista Lateranum n. 3/2012
(http://www.pul.it)
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