Un trattato fondamentale per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'Autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera "Panarion" ovvero "cassetta dei medicinali"da utilizzare nella lotta "contro il veleno dell'errore". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta.Il presente tomo è il terzo volume del Panarion.
67. IERACITI
CONTRO GLI IERACITI (ERESIA 47A, MA 67A DELLA SERIE)
1. Dopo questa dottrina di Mani, miserabile, velenosa oltre ogni eresia, subdola, barbara e bestiale, sorse un tale di nome Ieraca 1, da cui derivano gli ieraciti.
2. Costui visse a Leonto in Egitto. Dotato di non poca cultura di base, ebbe il pregio di essere istruito in tutti i generi dell'eloquenza greca; poi si applicò con rigore alla medicina e alle altre discipline degli Egiziani e dei Greci e forse si accostò anche all'astronomia e alla magia.
3. Infatti fu espertissimo in molti generi me dimostrano i suoi discorsi. Fu perfetto conoscitore della lingua degli Egiziani (era egli stesso egiziano), ma fu anche non poco erudito nella lingua greca: fu uomo acuto sotto ogni aspetto.
4. Fu di fatto cristiano, ma non perseverò nella vita cristiana. Infatti cadde in errore e. una volta scivolato, si perdette. Egli, benché fosse in grado di recitare a memoria in modo chiaro l'Antico e il Nuovo Testamento e li avesse commentati, di sua iniziativa definì come dottrina tutto ciò che gli sembrò opportuno e gli venne in mente, ricavandolo dal proprio vaneggiamento.
5. Anche costui, infatti. sostiene che la carne non risorge affatto, ma solo unicamente l'anima. Afferma che la risurrezione è spirituale. Si procurò e raccolse dalle divine Scritture un ammasso di tutte le testimonianze che fosse possibile trovare utili al suo intendimento e così, per sostenere la sua eresia, escogitò in modo stravagante tutte le più false invenzioni.
6. D'altra parte era uomo che impressionava per la sua vita ascetica ed era in grado di convincere le menti: molti degli asceti egiziani si lasciarono coinvolgere subito da lui. Penso infatti che nel negare, riguardo alla risurrezione dei morti, la risurrezione della carne abbia preso le mosse da Origene piuttosto che aver rigurgitato questa dottrina dal proprio pensiero.
7. Egli non ammette nozze, dicendo che erano proprie dell'Antico Testamento. Accetta, sì, Abramo, ramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne e tutti i santi e parimenti Isaia e Geremia e li i considera profeti, 8. ma dice che se nell'Antico Testamento fu concesso di unirsi in matrimonio, dopo la venuta di Cristo non si devono più accettare le nozze né esse possono portare a ereditare regno dei cieli.
9. Egli dice: «Infatti che cosa e venuto a fare di nuovo Verbo? O che cosa di nuovo è venuto a predicare l'Unigenito e a correggere? Se si risponde: il timore di Dio lo conteneva già la legge; se si risponde: il matrimonio, le Scritture lo hanno già proposto; se si fa riferimento alla correzione dell'invidia, della cupidigia e dell'ingiustizia, queste cose le comprendeva già l'Antico Testamento. Invece è venuto a disporre quest'unica cosa, cioè a predicare nel mondo la continenza e a scegliere per se stesso appunto la castità e la continenza, senza cui nessuno può conseguire la salvezza».
2,1. Dappertutto raccoglie appigli per queste affermazioni, come quando viene detto: ...la vostra santificazione, senza la quale nessuno vedrà Dio a. 2. Se poi gli si dice: «Come mai l'Apostolo ha affermato: Il matrimonio sia onorevole e il letto coniugale sia puro, perché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri?», 3. ecco che egli risponde subito aggiungendo: «Ma poco dopo l'Apostolo afferma: La donna non sposata si dà pensiero delle cose del Signore, di come possa piacere al Signore, e così la vergine. Invece la donna sposata si dà pensiero di come possa piacere al marito ed è divisa C. 4. Se dunque c'è una divisione, come può, dove c'è divisione, esserci comunione di intenti? E se ella non piace a Dio, ma al marito, come può ottenere l'eredità da Dio? 5. L'Apostolo afferma: Per il rischio di fornicazione ciascuno abbia la propria moglie d non perché — dice lui — egli lodi il matrimonio dopo la venuta di Cristo, ma perché lo tollera affinché gli uomini non cadano in un'immane rovina. E detto infatti: Ci sono eunuchi che si sono resi eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli e, e: Voglio che tutti siano come me f, 6. e: Il regno dei cieli è simile a dieci vergini, cinque stolte e cinque sagge g. Al regno dei cieli vengono paragonate vergini sagge e vergini stolte, ma comunque vergini: non si parla di donne sposate». Ed egli ammassa molte affermazioni simili per attaccare con esse il matrimonio.