Una piccola Spoon River cristiana del IV secolo lascia intravedere la rete di amicizie familiari e personali di Gregorio. Ampia e variegata la produzione di Gregorio di Nazianzo, segno della ricca cultura e della fine educazione letteraria di un autore capace di "inventare" la poesia cristiana in lingua greca. Il presente volume raccoglie i suoi epitaffi e gli epigrammi. La madre Nonna, il fratello Cesario, l'amico Basilio, la sorella Gorgonia. Sono alcuni dei destinatari dei 129 Epitaffi: brevi componimenti funerari che raccontano di vite spezzate di giovani oppure esistenze che si spengono in una lunghissima vecchiaia. Una piccola Spoon River cristiana del IV secolo lascia intravedere la rete di amicizie familiari e personali di Gregorio. Di argomento vario sono invece gli Epigrammi che vanno dai temi più intimi e personali alla più ampia e aspra critica di costume e sociale: quelli in cui prende di mira il modo di vita degli agapeti o si scaglia contro i violatori di tombe.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Gioca ed [è] vecchio! Ma i giochi sono una cosa seria quando la semplicità si unisce a Cristo.
Epigramma 25
Con questo lavoro, in cui viene presentata la traduzione degli Epitaffi e degli Epigrammi di Gregorio di Nazianzo, si conclude la pubblicazione delle poesie del padre cappadoce. I precedenti carmi sono stati editi in questa stessa collana in Poesie/1 che raccoglie i Poemata theologica e in Poesie/2 che comprende i Poemata historica. A questi volumi bisogna aggiungere le composizioni dei Carmina Arcana e il lungo carme autobiografico De vita sua apparse separatamente sempre nella Collana di Testi Patristici.
Il richiamo alle traduzioni delle poesie del Nazianzeno contiene un riferimento diretto ed esplicito all'edizione sulla quale esse, pur accogliendo i necessari aggiornamenti che il lavoro critico ha successivamente prodotto (vedi § 10), sono state condotte che è quella curata da A.B. Caillau.
Questa seconda sezione dei poemi che riguardano altre persone è suddivisa in Carmina, Epitaphia ed Epigrammata. Sono proprio queste ultime due raccolti' di versi, gli Epitaffi e gli Epigrammi. non comprese nelle serie delle citate edizioni di poesie di Gregorio di Nazianzo, che si traducono in questo lavoro.
1. IL GENERE EPIGRAMMATICO
Il genere epigrammatico attraversa tutta la poesia greca. Esso si estende per circa mille anni dal V secolo a.C. al V secolo d. C. (e fino al X secolo se sí comprende pure la produzione bizantina). Anche etimologicamente, l'epigramma tradisce la sua natura di iscrizione e la sua origine di testo scritto su qualcosa (epi-grphein), una tomba, offerte votive, monumenti, ma con il passare del tempo, questa finalità concreta si evolve nella produzione di testi letterari autonomi sganciati da una applicazione pratica. Pure i temi si moltiplicano, accanto a quello sepolcrale e funerario e a quello prossimo del ricordo di una persona oppure della celebrazione di un fatto memorabile, altri argomenti e contenuti si aggiungono come quello amoroso, filosofico, morale, satirico, conviviale.
Il successo di questo genere letterario è sicuramente dovuto alla forma breve dei componimenti, che nel giro di pochi versi preparano alla chiusa finale nella quale si concentra il senso e il messaggio del testo rendendolo uno strumento duttile per diversi tipi di registri espressivi, da quello, ben rodato, elegiaco e funerario, a quello erotico e sentimentale, a quello polemico come confermano i tanti epigrammi di questa raccolta del Nazianzeno indirizzati non solo a persone defunte, ma anche usati per stigmatizzare certi comportamenti dei fedeli (è il caso di quelli che banchettavano nelle chiese nelle feste dei santi martiri, Epigram. 26-29) oppure stili di vita di religiosi (le convivenze degli agapeti e dei sinisacti, Epigram. 10-20) e particolari, odiosi crimini commessi da gente senza scrupoli (per esempio la profanazione delle tombe, Epigram. 31-94). Lo stesso Gregorio assimila l'attività di scrittura di epigrammi a un gioco (Oignion, Epigram. 25, 1), per indicare l'abilità richiesta dall'epigramma di saper disporre le parole e organizzare i versi per esprimere un messaggio nella forma più sintetica ed efficace possibile, modellando la propria arte e il proprio sentire, non sul mero artificio retorico, e adottando come criterio di verità del suo dire la semplicità di Cristo (cf. Epigram. 25, 1).
Di tutta l'immensa e vastissima produzione epigrammatica, l'Antologia Palatina ci ha conservato una testimonianza importante raccogliendone circa 3700 per poco meno di 23000 versi. Dei quindici libri che compongono la Palatina, PVIII è consacrato agli epigrammi di Gregorio di Nazianzo che costituiscono, con notevoli varianti nel numero e nell'ordine (vedi § 11), il contenuto degli Epitaphia e degli Epigrammata della raccolta dei maurini.