Scritto intorno al 364 e il 366 d.C. la Spiegazione dei misteri di Ilario di Poitiers è un breve saggio di esegesi spirituale che nelle intenzioni dell'Autore deve essere di guida nella lettura e nella spiegazione della Bibbia. L'Autore parte dal presupposto che l'Antico Testamento è una preparazione alla nuova alleanza e le sue figure sono pienamente comprensibili solo alla luce degli avvenimenti del Nuovo Testamento. Il compito dell'esegeta pertanto è di togliere tale velo e spiegarne il senso e la portata. Destinatari del testo sono i chierici, cioè un uditorio colto cui il vescovo insegna le regole che devono guidarli nel ministero della predicazione.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Come si pone il cristiano di fronte alla Bibbia ebraica? Quale valore ha per lui la rivelazione in essa contenuta? L'interrogativo risulta tanto più attuale, in quanto assistiamo oggi ad una rinascita di interesse per l'AT che non trova paralleli nella Chiesa da parecchi secoli.
La Chiesa crede che Gesù Cristo è il compimento della speranza dI Israele e la piena rivelazione della presenza di Dio nella storia dell'umanità: perciò il NT non può essere sganciato dall'alveo di promesse e di realizzazioni parziali di esse, ma va compreso proprio a partire dalla storia dell'antico Israele. Allo stesso modo non possiamo capire neppure la nostra storia di credenti, il nostro cammino verso il compimento del regno di Dio, se non collegandoci alla fede del popolo eletto sedimentata nelle pagine dell'AT.
L' AT, allora, non è semplicemente un documento che ci informa sul passato del popolo di Israele, sulla sua religione, sulla sua speranza, sulla preparazione che Dio faceva del suo Cristo attraverso di esso, ma una parola vivente che si rivolge all'uomo d'oggi, una parola che lo riguarda perché è stata ed è pronunciata per lui.
Conoscere a fondo gli uomini e le cose dell' AT nel loro essere e nel loro divenire storico, tuttavia, non significa ancora, dal punto di vista cristiano, "comprenderli": è necessaria una intelligenza spirituale della Scrittura, e questa è possibile solo leggendo l'AT alli luce della rivelazione neotestamentaria. Il rapporto tra NT e AT tocca sì il cuore del messaggio cristiano.In questo senso l'insegnamento dei Padri risulta quanto mai fecondo, rivelando tutta la sua attualità. Per essi tutta la Scrittura rende testimonianza a Cristo, e Cristo è la chiave di lettura di tutta la Scrittura, in quanto realizza l'avvenimento escatologico annunciato dai profeti, di cui le realtà dell'antica alleanza costituivano l'abbozzo. È questo l'elemento essenziale permanente dell' esegesi patristica, che considera la storia di Israele come l'ambiente del dischiudersi progressivo del disegno salvifico di Dio, di cui Cristo e la Chiesa sono il culmine, ed è in questa linea che si situa la Spiegazione dei misteri di Ilario di Poitiers.
1. L'INTERPRETAZIONE DELL'AT FINO A ILARIO DI POITIERS
Il cristianesimo è sorto come religione rivelata e, in quanto tale, ha rivendicato l'origine soprannaturale del suo messaggio, che ha avuto la sua fonte ultima nella persona, nelle parole e nelle opere di Gesù Cristo.
Questa rivelazione, affidata da Dio a profeti e legislatori ispirati, è stata trasmessa alla Chiesa dagli apostoli, testimoni oculari della Parola incarnata: essa è contenuta nella Bibbia, alla quale dall'inizio la Chiesa si è richiamata per confermare la sua fede e il suo insegnamento. In questo senso possiamo dire che il cristianesimo appartiene, come l'ebraismo e l'islam, alle "religioni del libro".
Lo studio della sacra Scrittura, quindi, costituì nella Chiesa dei primi secoli l'autentico fondamento della dottrina cristiana, e fin dalle origini è stato continuo lo sforzo di comprendere il significato autentico della pagina sacra.
Ora, almeno nei primi cento anni di storia della Chiesa, le Scritture, nel senso preciso del termine, erano composte esclusivamente daIl'AT, dal momento che i libri, che avrebbero formato più tardi il NT; non erano ancora considerati Scrittura canonica. E l'autorità dell'AT non diminuì neppure quando, negli ultimi decenni del II secolo, i testi del NT furono riconosciuti come ispirati.
È vero che importanti gruppi di cristiani nel II secolo si sentivano a disagio verso l' AT, o persino lo rifiutavano come completamente estraneo al Vangelo di Cristo, ma erano ai margini del filone centrale del cristianesimo: per la Chiesa nel suo insieme esso era un libro cristiano, che in ogni pagina rendeva testimonianza a Cristo.
Da questa convinzione, secondo la quale la vecchia Legge era stata sempre finalizzata al grande evento di Cristo e perciò svelava il suo autentico significato soltanto a chi la interpretava in chiave cristologica, derivava un particolare metodo esegetico. Definito dai moderni "tipologico", dagli antichi "spirituale" o "mistico", esso era essenzialmente una tecnica per stabilire la corrispondenza tra i due Testamenti, ravvisando, con procedimento allegorizzante, in fatti e personaggi dell'AT il typos, cioè la prefigurazione e l'anticipazione. di fatti e personaggi del NT.
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Prof. Stefano Coccia il 30 settembre 2015 alle 19:47 ha scritto:
Bel libro. L'ho comprato perché ho una grande passione per i Padri della Chiesa e questa collana è molto utile e preziosa per leggere tanti scritti, di santi e non, che ci hanno preceduti nella fede. L'introduzione può sembrare monotona, invece è molto importante e ricca di "istruzioni" per la lettura e la comprensione del testo del santo di Poitiers. Interessante è l'escursus storico che il curatore del libro fa sull'interpretazione dell'A.T. fino ad Ilario di Poitiers, facendo un ottimo riassunto sull'esegesi della scuola alessandrina ed antiochena. Nel primo libro vengono descritti ed interpretati alcuni fatti e personaggi dell'A.T., tratti dalla Genesi e tra questi molto interessante è il rapporto tra Adamo - Cristo ed Eva - Chiesa che mette in risalto come la Chiesa (Eva), può essere salvata solo partorendo figli che perseverino nella fede. Notevole è il rapporto tra la vita di Mosè e quella di Cristo che sono messe in relazione tra di loro a partire dalla nascita e dall'infanzia. Il secondo libro si concentra sul profeta Osea, la sua unione con la prostituta e sull'episodio di Raab nel libro di Giosuè. Nella conclusione Ilario di Poitiers ribadisce che l'essenziale della rivelazione si trovi già nell'Antico Testamento.
Studente Rocco Pennetta il 31 luglio 2018 alle 21:47 ha scritto:
Sintetico libretto di Ilario nel quale attraverso un escursus dal Vecchio testamento al Nuovo riesce a intravedere la realizzazione del senso storico incentrato sulla redenzione di cristo.Una visione cristocentrica molto interessante.