ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
OMELIA 26
Entrato in Cafarnao, gli si avvicinò un centurione che lo supplicava e diceva: Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente.
LA GRANDE FEDE DEL CENTURIONE
1. Il lebbroso gli si avvicinò quando discese dal monte, mentre questo centurione gli si accostò dopo che entrò in Cafarnao. Perché né costui né quello erano saliti sul monte? Non per negligenza, perché entrambi avevano una fede ardente, ma per non essere di impedimento all'insegnamento del Signore. Il centurione, avvicinatosi, dice: Il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente. Alcuni dicono che, per giustificarsi, egli ha indicato il motivo, per cui non aveva condotto il servo con sé, in quanto, sostengono, non era possibile portare di peso quel paralitico, tormentato dalla malattia e che stava esalando l'ultimo respiro. Che stesse per spirare, lo afferma Luca: stava per morire b. Ma io dico che questo era segno del fatto che il centurione aveva una grande fede, molto maggiore di quella di coloro che calarono il paralitico attraverso il tetto. Poiché infatti sapeva chiaramente che anche soltanto un comando bastava a far alzare chi giaceva paralizzato, fu superfluo condurlo con sé.
Che fece Gesù? Fa qui quello che prima non aveva fatto in nessuna occasione. Mentre in ogni circostanza asseconda la volontà di quelli che lo supplicavano, qui si slancia e promette non solo di curarlo, ma di andare anche a casa sua. Lo fa perché conosciamo la virtù del centurione, in quanto se non avesse fatto questa promessa, ma avesse detto: Va', che sia guarito il tuo servo, non avremmo saputo nulla di questo. Agì così, ma in modo contrario, con quella donna fenicia. Nel caso del centurione, senza essere invitato a casa sua, dice spontaneamente che ci sarebbe andato, perché tu apprenda la sua fede e la sua grande umiltà; nel caso della fenicia invece rifiuta di concedere la grazia e mette alla prova la sua perseveranza. Essendo un medico sapiente ed esperto, sa sistemare situazioni opposte con metodi opposti. Nel caso del centurione svela la sua fede con la propria spontanea venuta, mentre nel caso della donna ne rivela la fede mediante il suo indugio prolungato ed il suo rifiuto. Agisce così anche con Abramo dicendo: Non lo terrò nascosto al mio servo Abramo d, perché tu conosca la sua tenerezza e la sua sollecitudine verso gli abitanti di Sodoma. E nel caso di Lot quelli che erano stati inviati da lui rifiutano di entrare in casa, perché tu apprenda la grandezza dell'ospitalità di quel giusto.
L'ESEMPIO OPPOSTO DI MARTA
2. Perché ti renda conto di questo anche in base ad un esempio opposto, per il fatto che Marta non disse niente di ciò, ma il contrario: Qualunque cosa chiederai a Dio, te la concederà m, non soltanto non fu lodata, benché gli fosse familiare e cara e fosse tra quelle che si erano prese molta cura di lui, ma anzi fu rimproverata e corretta da lui, perché non aveva parlato come doveva. Difatti le disse: Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio, biasimandola di non aver ancora creduto. D'altra parte, poiché ella diceva: Qualunque cosa chiederai a Dio, te la concederà, per distoglierla da una simile idea e insegnarle che non aveva bisogno di ricevere da altri, ma era lui la fonte dei beni, dice: Io sono la resurrezione e la vita. cioè: Non attendo di ricevere la potenza, ma faccio tutto con le mie forze. Perciò ammira il centurione, lo antepone a tutto il popolo, lo onora con il dono del regno P e invita gli altri ad avere il medesimo fervore. Perché tu sappia che parlò in questo modo per insegnare anche agli altri ad avere la stessa fede, ascolta con quanta precisione l'evangelista abbia alluso a ciò dicendo: Voltatosi, Gesù disse a quelli che lo seguivano: Non ho trovato in Israele una fede coli grande q. Dunque avere un'opinione alta di lui è soprattutto opera della fede e procura il regno e gli altri beni.
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Don leonardo MANULI il 3 ottobre 2011 alle 21:16 ha scritto:
la voce dei Padri della Chiesa scorre nel tempo nutrendo le generazioni dei credenti.San Giovanni Crisostomo definito "bocca d'oro" per la sua eloquenza non parlava da una cattedra ma istruiva il popolo con quella coscienza di pastore impegnato alla responsabilità di condurre il gregge ad abbeverarsi alle sorgenti della Parola eterna.