INTRODUZIONE
Alla memoria dei miei genitori
L'ORDINAMENTO ATTUALE DEI CARMI DI GREGORIO NAZIANZENO
I Carmi di Gregorio Nazianzeno di cui presentiamo in questo volume la versione — spesso la prima — in lingua italiana sono per lo più marcati da uno spiccato carattere autobiografico. Non si deve però immaginare che sia stato proprio il poeta a volerli raggruppati insieme così come li leggiamo. Il loro ordinamento è dovuto a quei dotti della Congregazione benedettina di S. Mauro — i Maurini — i quali, nel Settecento, si dedicarono al difficile compito di provvedere ad una nuova edizione delle opere del Nazianzeno, di quel Padre della Chiesa che, nel millennio bizantino, venne chiamato «il Teologo» per antonomasia.
I Maurini presero le mosse dall'edizione delle opere gregonane che, agli inizi del Seicento, era stata curata da un erudito grecista ed editore di testi, Frédéric Morel. Oltre a correggere, utilizzando anche un certo numero di manoscritti, almeno alcuni degli errori più vistosi e deturpanti che l'edizione precedente mostrava, essi divisero l'autentico mare magnum delle poesie gregoriane in due libri.
Il primo libro, posto sotto il titolo complessivo di Poemi teologici, è composto di due sezioni, comprendenti la prima i Poemi dogmatici e la seconda i Poemi morali. Quasi tutti questi componimenti sono stati già presentati in traduzione nel volume 115 di questa collana. Il secondo libro, dal titolo generale Poemi storici, è costituito da una prima sezione coni Poemi intorno a se stesso e da una seconda, più breve, che riunisce i Poemi che riguardano altre persone (Poemata quae spectant ad alios, secondo la dizione dei Maurini). Questi ultimi si possono genericamente considerare come delle epistole in versi.
Viene qui offerto all'attenzione dei lettori l'intero secondo libro, con l'eccezione, giustificata, del carme II, 1, 11, la lunghissima autobiografia del poeta, che questa collana ha già pubblicato nel volume 62.
La prima sezione (Poemi intorno a se stesso) di questo secondo libro comprende novantanove carmi, di lunghezza assai diseguale: si va dai tre versi di alcuni fino ai 1949 del citato carme II, 1, 11, la più lunga tra le poesie gregoriane e una delle più complesse per gli ambiziosi motivi ispiratori e la ricchezza di temi che presenta. La seconda sezione (Poemi che riguardano altre persone) riunisce sette carmi, cui si aggiungono i Giambi a Seleuco, scritti da un altro padre cappadoce, Anfilochio di Iconio, e per molto tempo scambiati per opera genuina di Gregorio — cui, in effetti, si richiamano nel linguaggio poetico e nei contenuti —. Presentiamo pure quest'ultimo componimento, avvertendo però con chiarezza che non si tratta di un testo gregoriano.