La cultura e l'educazione letteraria ricevuta da Gregorio si manifestano anche in un campo di grande rilievo della sua produzione, e precisamente nelle 'Poesie'. Esse si collocano nell'ambito dell'attività pastorale del Nazianzeno: non sono soltanto l'espressione di un atteggiamento lirico, ma posseggono spesso anche un preciso intento catechetico e pedagogico. Gli argomenti sono i più vari: verginità, vita attiva e vita contemplativa, inni a Dio, gli angeli, il mondo e molti altri.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Il tardo apparire della poesia cristiana antica
È un fatto caratteristico della letteratura cristiana antica il sorgere della poesia in epoca abbastanza tarda, e comunque certamente parecchio tempo dopo che le altre forme letterarie cristiane si erano saldamente impiantate e ampiamente diffuse nel mondo antico. Così, nell'Occidente latino, solamente dall'età di Costantino (primi decenni del IV secolo) si cominciarono a coltivare forme di poesia, con l'unica eccezione del poeta Commodiano, che scrisse le sue Istruzioni (Instructiones) e il Carme apologetico contro giudei e greci (Carmen apologeticum adversus Iudaeos et Graecos), probabilmente nel pieno III secolo (ma c'è chi colloca molto più in basso nel tempo, nel V secolo, la vita e le opere di questo poeta). Nel mondo greco, che pure fu sempre più avanzato e più precoce del mondo latino sul piano culturale, si verifica lo stesso fenomeno del ritardo della poesia cristiana: anzi, essa sorse ancora più tardi. La poesia coltivata come forma letteraria viene alla luce soltanto negli ultimi decenni del IV secolo, con l'eccezione di alcune sporadiche manifestazioni nei primi anni di quel secolo, con l'opera di Ario. Prima di quest'epoca la poesia come forma letteraria non esisteva; esistevano verosimilmente forme di inno, impiegato come mezzo per la celebrazione liturgica e attestato, ad esempio, da Tertulliano (Apolog. 39, 18). Isolata rimase la trovata geniale di Clemente Alessandrino, che concluse il Pedagogo con un inno in gloria di Cristo:
«Freno di puledri indomiti, ala di uccelli inerranti, timone sicuro di navi, pastore di agnelli regali,
raduna questi tuoi fanciulli semplici, a cantare lodi
santamente,
a levare inni senza inganno con labbra innocenti
a Cristo re di fanciulli.
Re di santi, onnipotente Parola
del Padre Altissimo, signore di sapienza,
sostegno negli affanni
che godi dell'eternità;
del genere umano tu sei il Salvatore Gesù,
pastore, agricoltore, timone, freno, ala celeste
del santo gregge, pescatore di uomini
di quelli che hai salvato dal mare del vizio;
i pesci puri dall'onda avversa trai alla vita amabile.
Precedi, Re, i fanciulli intatti.
Orme di Cristo, strada celeste.
Parola perenne, evo senza fine,
luce eterna, sorgente di misericordia,
operatore di virtù, vita santa di coloro
che lodano Dio,
o Cristo Gesù, latte celeste da dolci mammelle
di sposa
delle grazie della tua sapienza spremuto.
Noi fanciulletti con pure labbra nutriti a sazietà
dalla rugiada dello spirito che viene dal Verbo
materno,
lodi semplici, inni sinceri al Re Cristo,
come mercede santa per la dottrina di vita
cantiamo insieme,
offriamo con semplicità al fanciullo forte.
Coro di pace noi nati da Cristo;
popolo casto, cantiamo insieme
il Dio della pace».
(Trad. di M. Grazia Bianco, con qualche aggiustamento della disposizione dei versi).
È un dato di fatto, come si è detto sopra, a spiegare il quale sono state proposte varie soluzioni (la poesia come Orma letteraria più disinteressata e meno impegnata, che richiede più agio e più tranquillità; la poesia come forma letteraria più ricercata e più impegnativa, che è possibile solo in un'epoca in cui il letterato cristiano può dedicarsi cd essa senza l'impegno urgente della realtà presente - ovverosia le persecuzioni): «Occorreva quasi sempre rivolversi al pubblico nella maniera più diretta e immediata, ton era possibile tener conto delle leggi del metro».