INTRODUZIONE
GUIDA PER LA LETTURA
Questo volume presenta un'opera per molti aspetti straordinaria, lltinerarium Egeriae: straordinaria perché scritta da una donna — e ben poche sono le opere dei primi secoli cristiani, e più in generale dell'antichità classica, dovute a scrittrici —, straordinaria soprattutto per il contenuto: è infatti una relazione di un pellegrinaggio ai luoghi santi del giudaismo e del cristianesimo, piena di interesse storico, geografico, linguistico, antiquario, liturgico, biblico. Certamente, come ogni testo antico, richiede d'essere letto e «scoperto» con un minimo di pazienza.
D'altra parte il lettore d'oggi, che non sia un «addetto ai lavori», esige legittimamente i buoni uffici di un mediatore che gli faciliti la comprensione dello scritto a lui lontano nella forma e nel tempo: proprio a questo mirano l'introduzione (divisa in tre parti concernenti rispettivamente i pellegrinaggi nell'antichità cristiana, la figura dell'autrice, il contenuto e il carattere dell'opera), la traduzione e il commento: a proposito del quale è opportuno spendere qualche parola.
Esso non ha carattere dotto quanto a notizie filologiche, linguistiche o stilistiche (impossibili del resto da verificare non essendo qui a disposizione il testo latino originale); né presenta un bagaglio di cognizioni antiquarie o archeologiche O d'altro) genere; anche i riferimenti alla relativa bibliografia moderna sono molto contenuti ed essenziali.
Scopo del commento consiste nel proporre, per chi lo voglia seguire, un triplice itinerario tendente a far conoscere: 1) la figura di Egeria; 2) il viaggi() che compie; 3) lo spirito con cui lo compie.
Innanzi tutto la figura di chi scrive l'opera:essa, evidentemente, si viene disegnando a mano a mano che si avanza nella lettura dell'opera stessa. Il commento ne mette in luce certi tratti, lasciando che altri siano almeno accennati nell'introduzione. Non poche sono le questioni dibattute e non risolte — destinate a rimanere tali sulla base dello scritto quale oggi possediamo il nome stesso dell'autrice, il luogo d'origine, la condizione religiosa o laicale in cui si trova, il tempo in cui vive e scrive hanno costituito altrettanti puliti di discussione vivace e di disaccordo tra i critici. Ma altri tratti, a nostro giudizio quelli decisivi per conoscere la personalità della scrittrice, sono sufficientemente chiari e attestati: dal lignaggio cui appartiene all'interesse curioso con cui guarda a persone e cose, dalla lingua che usa al mondo interiore che ne traspare. Sono, questi, elementi che nel punto in cui consentono di comprendere il documento, permettono di incontrarne l'autrice e di creare con lei, per cosi dire, un legame di amicizia.
Un dato, questo, che per noi si è imposto gradatamente durante il lavoro intorno all'Itinerarium, più che per altri testi studiati in altre occasioni, pensiamo per un motivo: per la «generosità» con cui Egeria si spende per far conoscere ai destinatari della sua opera ciò che vede, ciò che sente, ciò a cui partecipa (e così dicendo non ci si nasconde certo la ripetitività di certe parti, specialmente quelle che concernono la liturgia di Gerusalemme, che pur tuttavia mostrano evidente la nota personale di cui si diceva).
Il secondo itinerario proposto è di carattere propriamente storico e geografico. Nella porzione dell'opera giunta fino a noi è descritto infatti un viaggio che porta Egeria dalla penisola del Sinai fino a Gerusalemme attraverso la terra di Gessen, da Gerusalemme al monte Nebo e poi in Idumea e finalmente, passando per Antiochia, in Mesopotamia, prima del ritorno a Costantinopoli. Un percorso molto esteso — non meno di 5000 km — lungo il quale sono menzionati con precisione nomi di luoghi che il più delle volte è possibile individuare con precisione: donde è parso opportuno fornire quelle notizie utili perché si sia in grado di seguire sulle carte geografiche il cammino della pellegrina. Analogamente si è fatto per le chiese e i luoghi sacri di Gerusalemme, di Betlemme e di Betania, dei quali si parla nella parte liturgica del testo. In tale prospettiva il commento intende aiutare il lettore a compiere idealmente il medesimo viaggio di Egeria, tenendo dietro alle visite, agli spostamenti, alle tappe o alle celebrazioni liturgiche di cui è partecipe. E non solo. Pur entro limiti determinati, il commento qui presentato ambisce pure ad accompagnare chi realmente si rechi nei luoghi santi e percorra se non tutto, perlomeno un tratto del cammino di Egeria, nel Sinai o nella terra di Moab o in Palestina, in particolare a Gerusalemme, o ancora nelle terre situate tra il Tigri e l'Eufrate.