Vanità, educazione dei figli, matrimonio
(Testi patristici)EAN 9788831130073
Esaurito
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Tipo
Libro
Titolo
Vanità, educazione dei figli, matrimonio
Autore
Giovanni Crisostomo (san)
A cura di
Aldo Ceresa Gastaldo
Editore
Città Nuova
EAN
9788831130073
Pagine
144
Data
gennaio 1977
Peso
161 grammi
Collana
Testi patristici
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Prof. Stefano Coccia il 20 giugno 2017 alle 21:32 ha scritto:
Bellissimo libro. Questo è uno dei testi più belli dei Padri della Chiesa e di san Giovanni Crisostomo. L'introduzione, come tutti gli altri libri di questa collana patristica che ho commentato, è davvero ben fatta ed aiuta il lettore ad entrare, sin da subito, nel modo di pensare di questo grande Padre della Chiesa. Nella prima parte dell'opera l'autore tratta della vanità e dei gravi pericoli che può costituire per i cristiani di tutti i tempi. Il Crisostomo paragona la vanità ad una meretrice che attira e rovina chi non le sa resistere. Occorre, quindi, che fin dalla nascita i genitori si preoccupano di salvaguardare i figli da questo pericolo, individuando e combattendo fin dai primi anni di vita le manifestazioni della vanità.
Nella seconda parte dell'opera, il Crisostomo, ricorre a vari argomenti per esporre la sua pedagogia. L'anima del bambino è paragonabile ad una città che si sta costruendo e le cinque porte di questa città, cioè i cinque sensi del bambino, devono essere ben custodite, cioè educate, affinché chi vi entra non rovini gli abitanti della città.
Infine ci sono le due omelie molte belle del Crisostomo sul matrimonio che fanno molto riflettere. L'omelia XX sulla lettera di Paolo agli Efesini è qualcosa di veramente unico ed esemplare. È una delle meraviglie del mondo. Quest'omelia dovrebbe essere letta e meditata durante la preparazione delle coppie al sacramento del Matrimonio. Il Crisostomo parla del rapporto di coppia come se vivesse in questo periodo storico. I consigli che dà all'uomo sono davvero utili e fanno riflettere molto: amare la propria moglie con tenerezza, anche quando la donna ha un atteggiamento non consono. «La compagna della vita, la madre dei figli, il fondamento di ogni letizia non con il timore e le minacce bisogna incatenarla, ma con l’amore e la condiscendenza».
La XII Omelia sulla lettera ai Colossesi è un po' più complicata nella lettura ma dopo averla letta diverse volte l'ho apprezzata appieno. Il matrimonio è figura della presenza di Cristo ed è per questo che il matrimonio non può essere fatto tanto per fare. Nell'ultima parte di quest'omelia il Crisostomo dà dei consigli sulla scelta dello sposo: «Non ricercare ricchezze né splendore di nascita né grandezza di patria, tutto ciò è superfluo, ma pietà dell'anima, mitezza, la vera sapienza, il timore di Dio, se tu vuoi che la tua figliola viva con gioia. E quando avrai esaminato attentamente la virtù del marito e starai per affidargliela, invoca l'assistenza di Cristo. Non ne avrà vergogna: è il mistero della sua presenza».
Per Giovanni Crisostomo la tappa del fidanzamento fu intrisa di significato. Infatti per lui, convolare a nozze per tempo, avrebbe costituito per i giovani contraenti una possibilità in più di evitare la concupiscenza. Non ci deve dunque meravigliare, come gran parte della sua produzione omiletica e catechetica, verta sull'affermazione del fidanzamento come mezzo sicuro che conduce castamente al matrimonio.
Bellissimo libro. Lo consiglio a quanti sono fidanzati e si stanno preparando a celebrare il loro matrimonio in maniera cristiana.
Prof. Stefano Coccia il 28 giugno 2017 alle 10:51 ha scritto:
Bellissimo libro. Questo è uno dei testi più belli dei Padri della Chiesa e di san Giovanni Crisostomo. L’introduzione, come tutti gli altri libri di questa collana patristica che ho commentato, è davvero ben fatta ed aiuta il lettore ad entrare, sin da subito, nel modo di pensare di questo grande Padre della Chiesa. Nella prima parte dell’opera l’autore tratta della vanità e dei gravi pericoli che può costituire per i cristiani di tutti i tempi. Il Crisostomo paragona la vanità ad una meretrice che attira e rovina chi non le sa resistere. Occorre, quindi, che fin dalla nascita i genitori si preoccupano di salvaguardare i figli da questo pericolo, individuando e combattendo fin dai primi anni di vita le manifestazioni della vanità.
Nella seconda parte dell’opera, il Crisostomo, ricorre a vari argomenti per esporre la sua pedagogia. L’anima del bambino è paragonabile ad una città che si sta costruendo e le cinque porte di questa città, cioè i cinque sensi del bambino, devono essere ben custodite, cioè educate, affinché chi vi entra non rovini gli abitanti della città.
Infine ci sono le due omelie molte belle del Crisostomo sul matrimonio che fanno molto riflettere. L’omelia XX sulla lettera di Paolo agli Efesini è qualcosa di veramente unico ed esemplare. È una delle meraviglie del mondo. Quest’omelia dovrebbe essere letta e meditata durante la preparazione delle coppie al sacramento del Matrimonio. Il Crisostomo parla del rapporto di coppia come se vivesse in questo periodo storico. I consigli che dà all’uomo sono davvero utili e fanno riflettere molto: amare la propria moglie con tenerezza, anche quando la donna ha un atteggiamento non consono. «La compagna della vita, la madre dei figli, il fondamento di ogni letizia non con il timore e le minacce bisogna incatenarla, ma con l’amore e la condiscendenza».
La XII Omelia sulla lettera ai Colossesi è un po’ più complicata nella lettura ma dopo averla letta diverse volte l’ho apprezzata appieno. Il matrimonio è figura della presenza di Cristo ed è per questo che il matrimonio non può essere fatto tanto per fare. Nell’ultima parte di quest’omelia il Crisostomo dà dei consigli sulla scelta dello sposo: «Non ricercare ricchezze né splendore di nascita né grandezza di patria, tutto ciò è superfluo, ma pietà dell’anima, mitezza, la vera sapienza, il timore di Dio, se tu vuoi che la tua figliola viva con gioia. E quando avrai esaminato attentamente la virtù del marito e starai per affidargliela, invoca l’assistenza di Cristo. Non ne avrà vergogna: è il mistero della sua presenza».
Per Giovanni Crisostomo la tappa del fidanzamento fu intrisa di significato. Infatti per lui, convolare a nozze per tempo, avrebbe costituito per i giovani contraenti una possibilità in più di evitare la concupiscenza. Non ci deve dunque meravigliare, come gran parte della sua produzione omiletica e catechetica, verta sull’affermazione del fidanzamento come mezzo sicuro che conduce castamente al matrimonio.
Bellissimo libro. Lo consiglio a quanti sono fidanzati e si stanno preparando a celebrare il loro matrimonio in maniera cristiana.