La nota raccolta degli episodi più belli e significativi della vita di San Francesco, di alcuni dei suoi primi seguaci e di vari frati della provincia delle Marche, secondo una tipologia di racconto molto comune nella letteratura medievale, vede la sua prima diffusione verso la fine del '300. Si tratta della volgarizzazione del testo di un ignoto trecentista toscano, diviso in 53 brevi capitoli, in cui la vita e le parole del santo vengono trasfigurate da uno spirito di leggenda e di miracolo, conforme al fervore mistico del primo spirito francescano.
La raccolta si conclude con il trattato Considerazioni sulla Sante Stimmate, risalente ad altre fonti francescane. La schiettezza della lingua parlata, unita alla semplicità e al candore di un profondo spirito religioso, hanno fatto di quest'opera un classico della letteratura di ogni tempo, dal fascino irresistibile, universalmente apprezzato.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
LA PERFETTA LETIZIA DEI FIORETTI
I Fioretti sono un testo francescano scrittoprobabilmente tra il 1370 e il 1390, un testo dunque lontano da Francesco, morto nel 1226, oltre un secolo e mezzo Non sono opera del tutto originale, nel senso che sono per lo più una traduzione in volgare italiano, con una qualche patina toscana e piùp recisamente senese, di un testo latino, gli Actus beati Francisci et sociorum eius, un'opera di Ugolino da Montegiorgio databile al 13201340. Dagli Actus l'autore ha tratto, scegliendo, gran parte dei suoi fiori, altri ne ha aggiunti, altri rielaborati o ripensati. Solo in questo senso i Fioretti sono un'opera originale.
La rubrica che accompagna il titolo denuncia già una caratteristica dell'opera: «In questo libro si contengono certi fioretti, miracoli ed esempi divoti del glorioso poverello di Cristo messer santo Francesco e d'alquanti suoi santi compagni». Di fatto la serie degli episodi riguarda Francesco e i suoi frati, e non solo i primi compagni, ma anche quelli vissuti almeno sino alla fine del secolo XIII, e per lo più la vicenda di Francesco è ricordata assieme a quella dei discepoli. È per altro molto probabile che l'attuale struttura dei Fioretti sia il risultato di una sovrapposizione; si nota uno iato tra il fioretto 30 e il31, e uno più forte tra i138 e i139; dove l'ultima o le ultime frazioni, accanto a ripetizioni rispetto alla prima, finiscono per privilegiare i personaggi frati più recenti.
I Fioretti non hanno carattere storico, mostrano anzi gravi imprecisioni ed errori evidenti in fatto di storia, corna la visita di re Luigi IX di Francia a Perugia (fior. 34) o la conversione del Soldano (fior. 24); non portano cioè nessun elemento storico che sia utile alla vicenda di Francesco e a quella dell'Ordine minoritico. I Fioretti sono un'opera letteraria con evidenti fini devoti ed ideologici. E sono un testo celeberrimo per l'atmosfera di incanto che sa creare, dall'inizio alla fine, dal primo discepolo Bernardo (fior. 2-6) sino a Giovanni della Verna (fior. 49-53). L'incanto nasce dall'unità che si crea tra la memoria di Francesco, la carica ideologica, l'intento devozionale. E infatti evidente che i Fioretti si devono ad un francescano seguace della corrente detta degli "spirituali", che ritenevano, già in pieno secolo XIII, che l'autentica eredità di Francesco consistesse nella povertà materiale dei frati e della stessa Chiesa, e che ogni proprietà rappresentasse di per sé una negazione di Francesco e, con Francesco, di Cristo.
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Vito Genco il 14 dicembre 2014 alle 17:42 ha scritto:
Un libro che aiuta a comprendere la vera essenza di questo Santo universale. Molti episodi della vita di San Francesco mi erano già noti, ma la lettura del libro mi ha aiutato a riflettere e scoprire la sua Santità.
Daniele Vaghi il 12 ottobre 2017 alle 13:09 ha scritto:
Il vero incipit di questo libro lo vedo nel capitolo 2, quando Bernardo di Quintavalle vede s. Francesco, ancora in abiti "laici", che veglia tutta la notte pregando. Consiglio vivamente la lettura di questo libro, che ci avvicina a questo santo cosi' importante per l'Italia e per il mondo. E poi l'edizione e' molto buona, Citta' Nuova fa dei bei libretti maneggevoli e gradevoli da tenere in mano. Il formato e' comodo da portare in giro.
Maria Rita Sini il 22 marzo 2020 alle 21:13 ha scritto:
Semplicemente, meraviglioso