Il Dio planetario
(Studi e ricerche. Sez. teologica)EAN 9788830812338
Frutto di una ricerca dottorale presso la Pontificia Università Lateranense in Roma, il volume del presbitero pugliese Posi ha come oggetto materiale la produzione del padre scolopio toscano Ernesto Balducci (1922-1992), e come oggetto formale la teologia delle religioni. Il saggio è suddiviso in quattro capitoli che propongono sia un’analisi sistematico-sincronica sia analitico-diacronica dell’opera di Balducci.
Il primo capitolo ne descrive le svolte esistenziali e l’A. ne individua cinque indicandole con la metafora dell’esodo: 1) verso la terra delle proprie origini; 2) verso una nuova immagine del prete; 3) verso le radici della laicità; 4) verso una nuova immagine di chiesa; 5) verso l’età planetaria. In un secondo momento ecco tratteggiate le coordinate spirituali e intellettuali, anch’esse cinque: 1) l’orizzonte della mistica; 2) il servizio della Parola; 3) la svolta antropologica; 4) il riconoscimento dell’alterità; 5) la cultura della pace. Il secondo capitolo ricostruisce la riflessione ecclesiologica maturata negli anni ’50 e nel periodo conciliare individuando tre traiettorie. La prima è la rilevanza della struttura spirituale soggiacente e costitutiva del genere umano che porta Balducci a un’indagine a tutto campo sull’esperienza religiosa per arrivare a ribadire la realtà di una «civiltà unitaria» in evoluzione. La seconda traiettoria è una rivisitazione del tema De salute infidelium che mette in luce l’universalità della salvezza. Infine una ricomprensione della mediazione ecclesiale dove «la chiesa visibile rappresenta il residuo attraverso cui Dio giunge al tutto, salvando il tutto attraverso il residuo, segno efficace nel tempo di salvezza per tutti gli uomini» (p. 156).
La Chiesa, pienezza delle religioni, come recita il titolo del capitolo, è chiamata a una nuova presenza nel mondo che «le restituisce il compito esclusivo della testimonianza e dell’animazione spirituale della società» (p. 151). Infatti «a partire dal Concilio, da parte di molti si è compreso allora che il vero problema non è tanto la conversione degli uomini alla chiesa, ma la conversione della chiesa agli appelli del Regno che erompono di continuo dalla storia del mondo» (p. 164). Il terzo capitolo presenta la riflessione cristologica di Balducci negli anni del postconcilio. Anche qui la ricerca evidenzia tre traiettorie sintetiche. Innanzitutto la ricomprensione della struttura messianico-profetica della fede cristiana conduce Balducci all’analisi della laicità della fede. Da qui l’incontro e l’attesa del Christus absconditus, il Cristo che verrà e che solo nel futuro ultimo realizzerà la sua pienezza. La seconda traiettoria è l’approfondimento della croce come luogo teologico per eccellenza da approfondire in tutte le sue dimensioni, fino a quella politica. «Solo Gesú, presentato pubblicamente, prima della sua morte, come l’Ecce homo, morto in croce e poi liberato dalla morte, è l’uomo totale, l’uomo che abita il futuro, l’homo absconditus, colui che ha attuato pienamente tutte le sue recondite possibilità» (p. 188).
Infine la comprensione della risurrezione come evento esplicativo di Cristo, dove appare il Cristo totale che è «il Cristo della risurrezione e che incrocia tutte le religioni portandole tutte a pienezza» (p. 202). Il cammino della storia sta tra il Christus editus, cosí come testimoniato dalle sue diverse comprensioni storiche, e il Christus ineditus, ancora nascosto e futuro. «Lo sforzo di Balducci è tutto proteso, in chiave piú antropologica che teologica, a combinare simultaneamente singolarità e relazionalità dell’evento Cristo nei confronti delle diverse esperienze religiose, giungendo a individuare nella rivelazione cristologica che si realizza nel modo del Crocifisso-Risorto e nell’orizzonte del Dio Unitrino, la chiave per comprendere la realtà del pluralismo religioso» (p. 212). Il quarto capitolo è dedicato all’umanesimo planetario dove il tema delle religioni e della salvezza occupa un posto centrale. La ricerca di Balducci inizia con una profonda indagine sull’anelito umano universale attraverso una storia dell’uomo sub specie religionis.
In un secondo momento, attraverso la riscoperta del linguaggio simbolico e della narrazione mitica e una nuova valorizzazione dell’esperienza profetica e di quella mistica, Balducci arriva a indicare la ricerca del Deus absconditus come la cifra della svolta religiosa contemporanea. «L’uomo postula la realtà di un assoluto che resta anch’esso non definibile: è il Deus absconditus quale enigmatica cifra unitaria dell’unità della specie, pienezza sussistente delle possibilità che nell’uomo è solo un’esigenza inappagata» (p. 241). La consapevolezza di questa cifra porta alla svolta planetaria di Dio come «esperienza secolare di Dio nel senso che Dio, abbattendo tutti i recinti sacrali che lo tengono prigioniero, ci dà appuntamento oltre le singole religioni e oltre la religione» (p. 254). Nell’uomo planetario è poi la coscienza il luogo ecumenico di incontro con la Verità.
A partire da questi orientamenti la sfida della pace diventa dunque una cifra di queste svolte. Circa la tesi sostenuta dalla ricerca, l’A. afferma in conclusione che «la prospettiva di Balducci verta sostanzialmente a favore di un cristocentrismo inclusivista, sebbene alcune sue affermazioni risentano di qualche intemperanza lessicale e di qualche mancanza di precisione teologica, dovute in genere alla necessità di una comunicazione di immediata efficacia. Si tratta di un cristocentrismo inclusivista in chiave antropologica, nel senso che, secondo Balducci, tutte le religioni intercettano ed esprimono le istanze piú profonde dell’uomo planetario il cui corrispettivo teologico è il Deus absconditus, il Dio totalmente altro che si annuncia escatologicamente in Gesú Cristo» (p. 291). «L’impostazione teologica di Balducci potrebbe dunque essere ricondotta alla definizione di inclusivismo pluralista o di pluralismo inclusivo nel senso che il mistero di Cristo è inclusivo ma anche esplicativo rispetto alle diverse religioni e che la salvezza si fonda sulla presenza universale dello Spirito che non si può separare dal mistero pasquale di Gesú» (p. 292).
Nella visione di Balducci si intrecciano tre polarità, quella tra cristologia e pneumatologia; tra cristocentrismo e pluralismo e infine, tra etica e croce. Grande merito del volume è quello di introdurre, mappare, attraversare e rivisitare in modo organico l’opera di un autore che non fu un teologo sistematico stricto sensu, facendone emergere gli stili e i contributi piú interessanti, tentando l’ardua impresa di sistematizzare una teologia in fieri ricomponendone in un quadro trame e orditi. L’A. riesce a far ascoltare molto spesso la stessa voce di Balducci, dispiace però che in vista di una veste editoriale piú agile, l’apparato critico sia stato alleggerito omettendo molti riferimenti delle citazioni balducciane, pur correttamente sempre segnalate. Insieme a una grande empatia con l’autore analizzato e il nobile intento soprattutto di un suo fondato apprezzamento, forse in alcuni punti ci si sarebbe aspettati uno spirito piú critico nel mettere in luce anche alcune incrinature e imprecisioni dell’opera di Balducci.
L’indagine in ogni caso dà rilevanza a una voce italiana che, insieme ad altre (P. Rossano, L. Sartori, A. Rizzi), ha tentato di costruire nuovi paradigmi teologici. Bilancio e rilancio dunque di un percorso esistenziale e speculativo stimolante e, rispetto ad altre ricerche, riletto nella sua integralità e in un cono di luce prettamente teologico.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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