Santità di Chiara d'Assisi
(La via di chiara)EAN 9788827009901
Marco Bartoli – mettendo a tema l’affascinante cammino di santita` di Chiarad’Assisi – intende rispondere, esaminando le fonti che la riguardano, a una domanda che percorre tutte le pagine del suo volume, in un lavoro che unisce il pregio della sintesi e del rigore scientifico: «Come ha potuto dunque la figlia di Favarone diOffreduccio, piccolo cavaliere di Assisi, divenire santa?» (Introduzione, p. 7).
L’indagine si articola fondamentalmente in tre capitoli, che individuano altrettante tappe nella costruzione e recezione dell’immagine della «pianticella» di Francesco: La santita`di Chiara nei testi scritti quando ancora era in vita (pp. 13-49); Dallamorte alla proclamazione della santita`di Chiara (pp. 51-87); Nascita e diffusione di unmodello di santita`(pp. 89-122). Chiude il volume un’appendice che riporta due testi«poco conosciuti [...] ma particolarmente interessanti per l’evoluzione del modellodi santita`che si e` andato costruendo intorno alla santa di Assisi» (p. 125): la letteradi partecipazione della morte di Chiara e la lauda a santa Chiara di Garzo di Incisa,composta tra il 1255 e il 1269.
Per la prima sezione l’autore analizza quei testi che, pur appartenenti alla produzione agiografica su Francesco d’Assisi, fanno riferimento in qualche parte aChiara, come ad esempio alcune pericopi della Vita beati Francisci di Tommaso daCelano e alcuni versi della Leggenda versificata dell’arcipoeta Enrico d’Avranches:in essi Bartoli rileva l’intenzionalita`teologica e le modalita` di costruzione di un preciso modello, tenendo conto del retroterra culturale e degli eventuali «condizionamenti» papali. Accanto a questa tipologia testuale, l’autore fa riferimento ai testiagiografici legati alla preghiera, rilevando comunque che «nei primissimi anni successivi alla morte di Francesco, la presenza di Chiara non e` particolarmente sottolineata» (p. 32), cos?`come nella prima cronaca dell’Ordine (De inceptione Ordinis).Tale ritrosia a parlare di Chiara viene improvvisamente rotta, afferma Bartoli, neglianni quaranta del XIII secolo, dopo il capitolo generale di Genova del 1244 che aveva incentivato la redazione di una serie di testimonianze (Legenda trium sociorum,Memoriale in desiderio animae, Compilatio Assisiensis) «riguardanti il rapporto traFrancesco e San Damiano, Francesco e le donne che l?`vivevano, Francesco e Chiara» (p. 32): di essi l’Autore riporta ed esamina alcuni passaggi interessanti, soffermandosi sugli appellativi rivolti tanto a Chiara quanto a Francesco – indicatori diun legame particolare tra i due – e sui termini utilizzati per definire la comunita` diSan Damiano.
Dopo la morte di Chiara si assiste a un moltiplicarsi di testi che ne proclamanola santita`. Tra il 1253 e il 1260 vengono redatti dei documenti estremamente significativi, quali gli Atti del Processo di canonizzazione e la Legenda sanctae Clarae virginis di Tommaso da Celano che «forniscono tutta una serie di informazioni sul vissuto di Chiara, che si cercherebbero invano nei suoi stessi scritti o nei documenti ufficiali relativi al suo Ordine» (p. 52). Un testo particolarmente importante e` la lettera(dell’agosto 1253) di annuncio della morte, nella quale soprattutto «si sottolinea lapresenza del pontefice e di tutta la curia alle esequie di Chiara» (p. 53), notizia cheBartoli ritiene rilevante dal punto di vista storico: «La presenza del papa al funeralee`, di fatto, l’inizio della procedura che portera` al riconoscimento della santita` diChiara» (p. 54).
L’autore ne descrive i momenti salienti, puntualizzando come gliAtti del Processo di canonizzazione costituiscano, in questo contesto, una novita`:«in esso prendono la parola per la prima volta le donne» (p. 59), le compagne diChiara, dando alle testimonianze una «sottolineatura al femminile» (p. 60), di cuiBartoli fornisce vari esempi. Il confronto tra i diversi documenti rileva differentiprospettive secondo le quali si guarda alla santita` di Chiara: «dagli Atti del Processodi canonizzazione non emerge il ritratto di quella ‘‘santa del papa’’ che si sarebbe potuta delineare leggendo la lettera di annuncio della morte o la bolla Gloriosus Deus»(p. 65). Riguardo a questo aspetto, l’autore nota invece, nella Legenda del Celano,come il riferimento alla presenza di Innocenzo IV alle esequie parrebbe confermarela sollecitazione da parte del pontefice a una canonizzazione ipso facto (cf. p. 73).
Cos?` la trasposizione in versi della Legenda, la Legenda versificata, di autore anonimo, da`rilievo al «comportamento devoto dei cardinali presenti al funerale dellasanta» (p. 75). La canonizzazione di Chiara, il 15 agosto 1255, alla presenza del papa Alessandro IV e dei cardinali di curia, promuove un’ulteriore importante documentazione: la lettera bollata Clara claris praeclara, la redazione definitiva della Legenda sanctae Clarae virginis del Celano, gli inni per l’ufficio a lei dedicati.
Tutti questi testi – evidenzia Bartoli – ruotano attorno al pontefice Alesandro IV: egli, infatti,e` l’autore degli inni, a lui e` dedicata la Legenda del Celano, si ipotizza che egli abbiaavuto un ruolo attivo nella redazione della bolla di canonizzazione. Tuttavia «Chiara non si presenta con le caratteristiche di una ‘‘santa papale’’» (p. 83), basti pensareallo scontro – menzionato dalla totalita` delle fonti – con Gregorio IX sulla questionedella poverta`. «Alessandro IV» – conclude Bartoli – «ha voluto promuoverne la canonizzazione perche´era una donna particolare, il cui comportamento libero lo aveva impressionato da tempo» (p. 86).Se le fonti precedenti alla canonizzazione miravano a mostrare come Chiarafosse diventata santa, quelle successive intendono costruire un modello di vita. Queste ultime possono essere distinte secondo tre diverse tradizioni, ciascuna della quali e` analizzata da Bartoli nel suo contesto e apporto specifico: quella ufficiale, specialmente i testi liturgici, le vitae e legendae ispirate a quella del Celano e alla bollaClara claris pareclara (pp. 90-98), la tradizione dei frati Minori, che nella tradizioneagiografica su Francesco fanno confluire anche memorie clariane (pp. 98-109), latradizione delle sorores di San Damiano con i loro ricordi e le loro testimonianze(pp. 122).
Nei testi liturgici caratteristiche specifiche della santa sono la reclusione(sulla quale papa Alessandro IV aveva molto insistito negli inni e nella bolla di canonizzazione), la castita`/verginita`, la scelta della poverta`. La tradizione dei frati, invece – di cui un illustre riferimento e` la Legenda maior di san Bonaventura, memoriaufficiale di san Francesco d’Assisi – mette in luce un rapporto di reciproco discepolato tra Chiara e Francesco che diviene parametro sul quale modellare le relazionitra primo e secondo Ordine (cf. p. 104). Gli episodi attestati dalle fonti precedenti,puntualizza l’Autore, vengono riletti dai frati con una certa disinvoltura, come, adesempio da Angelo Clareno o da Bartolomeo da Pisa, «alla luce delle nuove esigenzeche si andavano presentando nella vita dell’Ordine» (p. 108). Per quanto concerne ilterzo filone di testimonianze posteriori alla canonizzazione di Chiara, Bartoli propone un’interessante, seppur breve, antologia di testi che confluiranno nella Vita etLegenda della seraphica vergine sancta Chiara composta da suor Battista Alfani, con«un risvolto tutto al femminile» (p. 121).L’analisi comparata delle fonti fa emergere, quindi, differenti modelli di santita`quante sono le diverse tradizioni che, di volta in volta, hanno tentato di tratteggiarela ricca personalita` e l’esperienza di Chiara d’Assisi.
A questo proposito, Bartoli afferma che «non solo la persona di Chiara, ma anche l’immagine della sua santita` ha fatto la storia» (p. 123). Particolarmente incisivo e` il contributo delle figlie spiritualidella santa di Assisi: dalle loro testimonianze affiora non solo un modello di santita`,ma anche un’immagine di donna i cui influssi nella mentalita` occidentale meritano –come sottolinea l’autore – di essere ulteriormente approfonditi e studiati.
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LII, 2012, fasc. 3
(http://www.centrostudiantoniani.it)
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