Una grande eredità
-Vivere oggi il Vangelo con Francesco d'Assisi
(La via di Francesco)EAN 9788827006467
Il testo viene pubblicato in occasione dell'ottavo centenario della conferma della «forma di vita», da parte di papa Innocenzo III, che san Francesco d'Assisi chiese di poter adottare per sé e per i suoi primi compagni. Il permesso concesso dal pontefice può essere considerato come il primo passo di un lungo cammino che, dopo otto secoli, continua ad attirare un grande numero di persone che a vario titolo si collocano nell'ambito del «movimento francescano». Tale movimento si può ritenere come l'erede di una ricchezza difficilmente precisabile in termini chiari ed esaustivi; non solo a motivo della complessità dell'esperienza originaria, quella di Francesco e dei suoi primitivi compagni, ma anche perché l'eredità da tramandare risulta man mano plasmata dalla stessa concreta e storica umanità di coloro che, per il fatto stesso di esistere, costituiscono i continuatori del progetto evangelico dell'Assisiate. È dunque il dialogo profondo e incessante tra eredità ed eredi che costituisce come l'oggetto di studio di questo lavoro. Da un lato lo sguardo si concentra sulla figura di san Francesco e sul tesoro costituito dai suoi Scritti quale fonte ineliminabile per comprenderne il messaggio; dall'altro l'attenzione si focalizza su coloro che si sforzano di accogliere una tale ricchezza. Il percorso seguito dall'autore è nitido e immediato nella sua comprensione; e tuttavia si propone al lettore come una riflessione aperta e stimolante, capace di avviare efficacemente la possibilità di ulteriori considerazioni. Il testo si compone di due parti strettamente interconnesse: la prima si pone dal punto di vista dell'eredità in questione; la seconda parte, più ampia, svolge il tema dal punto prospettico di coloro che si possono considerare gli eredi del messaggio di san Francesco. Per quanto riguarda il primo quadro, il punto centrale che viene ribadito con forza dall'autore è senz'altro il riferimento al Vangelo. Se risulta evidente che «la regola e la vita» dei frati Minori è «osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo» (Regula bullata 1,1), per nulla scontato appare, nell'intenzione di Francesco, il significato da attribuire alla parola «vangelo». Non si tratta di mettere in atto una determinata sequenza comportamentale, bensì di «accogliere il messaggio della rivelazione di Gesù nella sua totalità: le sue promesse, le sue esigenze molteplici, le sue rivelazioni» (p. 19). Interessante è l'interrogativo che viene suscitato subito dopo dall'autore, sempre nel contesto di questa prima parte: si può dire che san Francesco sia stato «teologo»? Per tentare di dare una risposta vengono tratteggiati alcuni aspetti fondamentali relativi all'esperienza di Dio trasmessaci dal Poverello e sulla sua visione dell'uomo, attingendo alle testimonianze degli agiografi ma soprattutto ai suoi scritti. Per quanto riguarda l'esperienza che il Santo ha avuto di Dio si evidenzia, innanzitutto, il dato indubitabile di un incontro: la costante memoria del Signore assume un peso determinante negli scritti di Francesco e anche se non viene svelata soggettivamente tale esperienza, è la modalità con cui si rivolge a Dio a offrire la possibilità di comprendere quale rapporto abbia potuto stabilire con lui, lungo il cammino della sua vita. Relativamente al vissuto spirituale dell'Assisiate, l'autore di questo „testo prosegue il suo percorso svolgendo due tematiche che rivestono un peso rilevante per comprendere l'eredità lasciata al movimento francescano: il tema della libertà, di cui Francesco appare come testimone e modello, capace di indicare come passo irrinunciabile il discernimento, fatto sulla base delle esigenze radicali del Vangelo; e la povertà, evidenziandone i paradossi e le esigenze per rapporto al comportamento da tenere nei confronti dei poveri. La seconda parte del testo guarda agli eredi che fanno parte oggi del movimento francescano. Essi sono presi in esame non tanto ripercorrendo la storia di tale movimento, di cui esistono già ampie e approfondite trattazioni, ma soprattutto ascoltando gli interrogativi e guardando alle problematiche di coloro che oggi desiderano farsi continuatori dell'eredità di Francesco. Si cerca così di offrire delle piste di riflessione in risposta ad alcune domande. Quali possono essere considerati i punti nodali da ritenersi costitutivi al fine di precisare l'identità francescana? In particolare, come affrontare un tratto considerato come essenziale del carisma francescano, quello relativo alla povertà? «Tre sguardi» vengono offerti sotto questo aspetto: la povertà dal punto di vista socio-economico; l'insegnamento biblico; la visione e la pratica della povertà in ambito francescano. Quanto alla situazione presente, vengono suggerite alcune sfide in ordine ad «amare e osservare nostra signora la santa povertà» (Testamento di Siena). Sempre nell'ambito di questa seconda parte, che prende in considerazione gli eredi di Francesco e del suo messaggio, successivamente l'autore parte dalla constatazione delle trasformazioni che hanno interessato il francescanesimo in questi ultimi decenni, e ne presenta le fondamentali linee evolutive. L'opportunità di accostare agevolmente la lettura di questo testo permette innanzitutto di riprendere con efficacia alcuni temi da ritenersi senz'altro centrali al fine di ricollocarsi nel cuore dell'esperienza francescana, di quel vissuto cristiano, cioè, espresso limpidamente da una figura in particolare, san Francesco d'Assisi, ma continuata anche lungo il corso degli otto secoli che hanno visto una grande ricchezza di fede esprimersi creativamente secondo la modalità avviata dal Poverello. La riflessione, seriamente condotta dal noto autore, non si caratterizza tanto per un taglio di tipo accademico; l'intenzione pare piuttosto quella di lasciare costantemente aperta la domanda su come, oggi, si possa dare continuità a quella missione che senza esitazione va riconosciuta come un compito affidato ai francescani, cogliendone per l'oggi i valori fondamentali e gli obiettivi più urgenti.
Tratto dalla rivista "Il Santo" XLIX, 2009, fasc. 1
(www.centrostudiantoniani.it)
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