L'idea di rivelazione e la teologia della storia di Bonaventura
(Opera Omnia di Joseph Ratzinger)EAN 9788826600352
È il secondo volume dell’Opera Omnia e contiene gli studi “sul concetto di rivelazione nel Santo, condotti assieme all’interpretazione della sua teologia della storia, negli anni 1953-1955, ma finora inediti” (p. 5). Questo corposo volume è diviso in tre parti. La prima è dedicata all’idea di rivelazione e alla teologia della storia di Bonaventura; la seconda contiene saggi e articoli per lessici; la terza raccoglie recensioni, prefazioni e omelie. Infine, l’Appendice, con le indicazioni bibliografiche, le indicazioni editoriali, l’indice originale (dattiloscritto del 1955), l’indice biblico e l’indice dei nomi di persona. Attraverso puntuali analisi di questioni e problemi sia propriamente teologici che filosofici, ciò che Ratzinger mette in risalto è soprattutto lo stile del pensare bonaventuriano, caratterizzato dalla circolarità, dalla dinamicità e dalla gratuità dell’essere. Sono tre pennellate di un grande affresco.
Anzitutto la circolarità, secondo cui non bisogna lasciar cadere fuori campo alcuna realtà, perché unica è la logica generale. Se sono preziose le singole conoscenze, è ancora più prezioso il loro collegamento. Bonaventura ha fatto della ‘forza coesiva’ della pluralità l’oggetto primario della sua attività speculativa. Il suo è il tentativo grandioso di dare voce a tutte le voci, in maniera che dall’insieme risulti un tutto armonico, alla cui luce e nel rispetto delle cui linee fondamentali accingersi a pensare e a progettare. La visione del cosmo è circolare, segnata da tre tappe, e cioè le opere che procedono da Dio; le opere che ritornano a Dio; le opere che fungono da mediazione. Le prime hanno Dio come autore; le seconde l’uomo, le terze Cristo. L’uscita (exitus) del mondo dal nulla a opera dell’atto creativo divino è mirabilmente congiunta alla via del ritorno (reditus) a opera dell’atto creativo umano. L’atto divino è trinitario, l’atto umano è comunitario, radicati nel Verbo divino, medium Trinitatis e medium humanitatis. Nel contesto di questa totalità e come sua disarticolazione hanno un proprio spazio l’ontologia, l’antropologia e la gnoseologia, quali percorsi originali grazie ai quali si attraversa lo stesso territorio e si perviene alla stessa meta e cioè all’unità del cosmo. È qui che Ratzinger scorge la fonte dell’ottimismo francescano, più vicino alla coincidenza degli opposti del Cusano che all’unificazione suprema dello Spirito di Hegel. Infatti, l’universo è rappresentato come una sfera, il cui centro può essere dappertutto, sicché ogni punto può essere centro e periferia: è la coincidenza degli opposti, rappresentata dal Verbo incarnato. Non si tratta dell’esplosione della razionalità, come in Hegel, ma del suo trascendimento come nel Cusano, nel senso che rimanda a ciò che sfugge alla ragione, nell’assunto che il mistero non svaluta la conoscenza che vi approda, ma stimola e fortifica il senso poetico dell’esistenza, che se ne nutre.
Oltre al senso della circolarità, Ratzinger mette in luce il carattere dinamico di tutto ciò che è. Le due categorie che ben rendono la problematicità di tale carattere sono “eductio” e “reductio”, allusive ai due itinerari fondamentali del mondo, quello dell’uscita da Dio e quello del ritorno a Dio. Se il termine ‘eductio’ allude alle vie misteriose attraverso le quali Dio ha creato il mondo, il termine ‘reductio’ allude a quella grande dinamica dell’essere che non tollera modelli staticamente irrigiditi, ma trascina con sé tutta la realtà nel grande movimento circolare che procede da Dio e, attraverso Cristo, punto di svolta del mondo, ritorna di nuovo a Dio. L’unità dinamica caratterizza la prospettiva complessiva di Bonaventura sia in senso discensivo che in senso ascensivo. L’uno speculare all’altro.
È la gratuità l’anima sotterranea della dinamicità dell’essere – ed è il terzo nucleo del pensare bonaventuriano, messo in luce da Ratzinger. Da qui il compito preambolare di indicare i tratti essenziali dell’essere ai fini delle modalità secondo le quali tentare il ritorno alla fonte. Ebbene, l’assunto fondamentale è che l’essere non è ‘neutro’ o anche che nulla è propriamente ‘naturale’. Niente esiste per forza propria. Il che significa che tutto è gratuito e, se tale, da orientare verso la fonte da cui proviene. Ciò che per noi è naturale per Dio è volontario, sicché il vivere secondo natura e interrogarla è come entrare nel sacrario della volontà di Dio. Noi siamo nel cavo della sua mano. Il flusso dell’essere splende della luce della gratuità, dal momento che niente appartiene all’uomo per diritto. Solo Dio è ed ha per natura ciò che è e ciò che ha. Dunque, tutto l’essere è “grazia”. In riferimento alla beatitudine si ha solo un prolungamento e un’intensificazione della ‘grazia’, la cui dimensione passa attraverso la coniugazione di Trinità, creazione, redenzione e conoscenza, dando luogo a uno stretto rapporto tra fede e essere, il tutto in senso temporale, nel quadro di una vera e propria storia universale.
Quale dunque la fonte bonaventuriana del pensare e dunque la percezione dell’essere? Il mondo ha un padre che l’offre in dono, perché ne siamo i fruitori e i suoi ricreatori. In quest’ottica la ragione non è spinta a esplorare il mondo per vincere l’angoscia dell’imprevedibile, ma è spinta dall’amore di venire a parte dei segreti di chi lo ha voluto e lo ha arricchito di doni: la conoscenza è al seguito del desiderio della ri-conoscenza. Cambia il registro interpretativo dell’intera storia del mondo, dalla creazione alla redenzione, perché storia della comunicazione gratuita dell’onda di vita che Dio ha voluto riversare fuori di sé. O, anche, è l’espressione (‘exitus’) della ‘paternità’ di Dio nel tempo. Un nuovo modo di guardare l’essere, non più cifra di ‘polemos’, ma di ‘philia’; un nuovo modo di rapportarsi all’altro, non a un nemico o a un estraneo, ma a un amico o fratello; un nuovo modo di pensare sé stesso e gli altri, non padroni del territorio, ma ospiti e pellegrini; un nuovo modo di interpretare il sapere, non potere ma luce e calore nella notte del vivere e del pensare.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2018
(http://www.seraphicum.com)
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Emanuele Angiola il 23 novembre 2017 alle 06:16 ha scritto:
Volume che raccoglie per la prima volta in lingua italiana la tesi completa di abilitazione all'insegnamento teologico del giovane teologo Joseph Ratzinger e altri scritti sul grande teologo francescano. Per gli studiosi di Ratzinger un libro da non perdere.
A. Di cola il 15 ottobre 2024 alle 19:48 ha scritto:
Come non avere in bibliteca l'Opera Omnia del grande Papa teologo Benedetto XVI? Ecco che in questo volume è raccolto il suo pensiero e la sua analisi del pensiero teologico di un santo a lui particolarmente caro: San Bonaventura, una colonna della Chiesa.