Bagliori di luce
-Lectio divina sul Vangelo di Matteo
(Rotem. Ascolto orante della parola)EAN 9788825050486
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Ascolto orante della Parola
Nei deserti della vita ci sono luoghi e momenti di sosta e
di ripresa, simili a quel ginepro (rotem in ebraico) sotto
il quale si accascia, stremato e avvilito, il profeta Elia
(1Re 19,4-8). Proprio lì appare l'angelo che offre al pro-
feta il pane e l'acqua, e anche la parola che lo rinfranca
nell'ascesa all'Oreb, verso l'incontro con Dio.
Queste proposte di «ascolto orante della Parola», matu-
rate in un contesto di fraternità carmelitana, vogliono
sostenere il cammino di comunione e di fedeltà profetica
dei discepoli del Signore, affinché raggiungano la vetta
del Monte, che è Cristo Signore.
Collana diretta da
Bruno Secondin
BRUNO SECONDIN
ANTONIETTA AUGRUSO
BAGLIORI
DI LUCE
LECTIO DIVINA
SUL VANGELO DI MATTEO
A padre Enrico Secondin, carmelitano (' 2018),
il cui volto sorridente rivelava una luce interiore,
che faceva intuire lo splendore del mistero.
In copertina: Cristo energizzatore (particolare),
icona scritta da Cristina Baraldo;
laboratorio di iconografia Stilando, Costabissara (VI).
Collezione privata.
ISBN 978-88-250-5048-6
ISBN 978-88-250-5049-3 (PDF)
ISBN 978-88-250-5050-9 (EPUB)
Copyright © 2020 P.P.F.M.C. - MESSAGGERO
MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO ' EDITRICE
Basilica del Santo ' Via Orto Botanico, 11 ' 35123 Padova
www.edizionimessaggero.it
Grazie padre Bruno!
«Sentinella quanto resta della notte'».
La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!».
(Isaia 21,11-12)
Se volete domandare domandate, non c'è alcuna ri-
sposta se non il silenzio che segue la domanda e ne costi-
tuisce il suo nucleo: il cuore.
È solo nella forza interrogante dell'intelligenza del
cuore, spesso silente, che si fa spazio la luce della Parola,
per far sì che l'uomo, la donna di fede e di buona volontà,
possano ritrovare la direzione: convertirsi.
L'immagine della sentinella è quella che si adatta
molto alla personalità ricchissima di padre Bruno Secon-
din che per tanti anni ha curato la collana Rotem.
Nel suo ministero non ha mai preteso di offrire rispo-
ste su misura, piuttosto ha suscitato domande profonde e
complesse.
Padre Bruno è morto il 7 giugno di quest'anno, pro-
prio come una sentinella che non ha mai lasciato il suo
posto di guardia, persino quando nelle ultime ore della
vita è scattato in piedi per essere trasportato in ospedale:
da vivo è andato incontro alla morte.
Sulla porta della sua stanza un post-it lascia col fiato
sospeso, una piccola frase, sembra riecheggiare un testo
di Pavese ma è personalizzata, infonde stupore e commo-
zione a chi la legge: «La morte avrà i tuoi occhi e il tuo
sorriso se saprai attenderla con gioia».
Chi scrive può testimoniare che padre Bruno real-
mente ha atteso la fine della vita terrena, con fedeltà cre-
ativa (termini molto cari al suo vocabolario) senza cedere
alla rassegnazione. Ha sottratto alla morte la sua vittoria
attendendola da vivente, continuando nonostante le in-
5
descrivibili sofferenze, a riflettere, pregare, camminare,
sorridere e ascoltare chiunque glielo chiedesse.
Il 24 maggio ha guidato l'ultimo incontro nella chiesa
romana di Santa Maria in Traspontina sul testo di Gio-
vanni 14,15-31: un ulteriore dono alla chiesa. La premes-
sa sembra quasi il desiderio di preparare la comunità e in
particolare gli amici collaboratori alla sua partenza.
Come da tradizione consolidata padre Bruno dava un
titolo a ogni singola lectio, ma questa volta più di altre si
intuisce la scelta, il titolo è Non sia turbato il vostro cuore.
Il fisico è provato ma luminoso, la voce esile ma per-
suasiva, la meditazione inizia così: «Il titolo non si trova
nel testo ma si trova all'inizio del capitolo e domina il
testo. L'atmosfera si faceva pesante in città ma anche in
quella stanza Gesù parla di un addio, c'è smarrimento. La
fiducia nella Parola fa andare avanti. Chi ama la Parola
è dimora».1
Più volte tra gli amici e i collaboratori di padre Bruno
facciamo memoria del clima di quella sera: anche tra di
noi, amici della Parola, si respirava smarrimento e paura.
Quasi nessuno ignorava totalmente che l'invito alla
fiducia e la promessa della consolazione appartenesse al
nostro maestro come era stato per Gesù. La voce fragile
della sentinella stava per spegnersi ma l'ultimo versetto:
«Alzatevi», è preludio della grande festa quando non ri-
marrà più nulla di questa notte.
Grazie padre Bruno.
Antonietta Augruso
1
Le parole tra virgolette sono tratte dalla registrazione della lectio
del 24-05-19.
6
PREFAZIONE
Fu trasfigurato davanti a loro:
il suo volto brillò come il sole
e le sue vesti divennero candide come la luce.
(Mt 17,2).
La pienezza della grazia e della santità nella vita perso-
nale di Cristo contiene una luminosità che attrae e si dif-
fonde nel cuore del credente. Nei Vangeli è la luminosità
illuminante che colpisce e progressivamente si diffonde
a ogni aspetto della sua vita e attorno alla sua vita. È in
questa prospettiva che il libro esplora la memoria di Gesù
nel Vangelo di Matteo.
Un libro di lectio divina su Matteo non è una novità,
ma la chiave interpretativa dello svelarsi della luce lo è. E
non solo per il momento fulgido della Trasfigurazione, ma
anche in tanti insegnamenti e nelle parabole escatologi-
che. Per questo si tratta di una novità per la spiritualità.
Lo sappiamo bene, ce ne sono di commenti al Van-
gelo di Matteo, di tutti i generi. Eppure questo itinerario
di lettura riflessiva, esegeticamente seria ma non pedante,
impegnata a favorire una risposta del lettore, sul piano
personale come revisione di vita, e sul piano ecclesiale
come esercizio di discernimento, ha un sapore di novità.
Per varie ragioni.
Tre ragioni di originalità
La prima è che i brani scelti (sedici in tutto) seguono
uno schema di progressione, in tre tappe, in vista della
maturazione del contenuto evocato dal titolo stesso posto
in copertina. Non si tratta di una proposta esegetica di
nuova invenzione ' non è un libro di esegesi, e gli autori
7
non sono biblisti puri ' ma di una esplorazione, nella fede
e nella riflessione meditativa, che si conclude con i molti
riverberi di luce della trasfigurazione al Tabor. Da questo
momento l'esplorazione si intreccia con il progressivo
emergere delle tenebre attorno a Gesù, della vigilanza
che scruta l'apparire del Maestro, attraverso le parabole
e infine nella grandiosa scena del giudizio finale. Le due
meditazioni sulla risurrezione e il mandato missionario
riaprono infine gli orizzonti di una luce da donare.
Il secondo aspetto di novità sta nel fatto che questi
commenti sono impastati di riflessione orante ma non da
tavolino, perché nella sostanza sono stati condivisi negli
incontri di lectio divina che da oltre venti anni si tengo-
no ogni quindici giorni in Santa Maria in Traspontina
(Roma - San Pietro). Di conseguenza la struttura del
commento ' Ascoltare, Meditare, Vivere la Parola ' si com-
prende e si apprezza in questo contesto1. Il quarto passo
' La Parola prende fuoco ' vuole segnalare le scintille della
Parola nella vita normale. Abbiamo tralasciato un altro
passo, presente nella nostra esperienza: la risposta orante
alla Parola (Pregare la Parola). Ciascuno deve arrivare fino
a questa soglia, perché l'ascolto sia fecondo.
Una terza originalità sta nel fatto che questi brani di
Matteo sono scelti fra le letture domenicali che incon-
triamo nei vari periodi liturgici: la nostra lectio divina ha
sempre privilegiato questa relazione stretta con la comu-
nità che celebra. Dal commento e dalla condivisione del-
la sapienza della Parola ne viene un senso di ecclesialità
che evita ogni isolamento in circoli ristretti e autocefali.
La Parola è il grande codice della comunità, la sua memo-
ria e la sua sapienza orientatrice, come ha ribadito bene
1
Per una presentazione dettagliata del nostro metodo, vedere il
fascicolo commemorativo del 300° incontro: In cammino con la Parola.
Ascoltare, pregare, vivere. L'esperienza della lectio divina in Santa Maria
in Traspontina (1996-2019), a cura di B. Secondin, Roma 2019, specie
29-41.
8
Benedetto XVI (VD, 29). Da questa comunione autenti-
ca scaturisce la luce e la forza rigeneratrice della Parola.
C'è ancora un particolare da aggiungere. In apertu-
ra al quarto passo ' 4. La Parola nell'agorà ' c'è sempre
una breve citazione dall'esortazione apostolica Gaudete
et exultate (2018), di papa Francesco. È un testo di fra-
granza evangelica, ma anche espresso in un linguaggio
semplice e performativo. Accompagna così l'efficacia di
una meditazione biblica appassionata che si sintonizza
con quanto il Maestro ha chiesto a tutti: papa Francesco
ama richiamare la pagina di Mt 25,35-36. In «questo ri-
chiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela
il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte
più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi»
(GE, 98).
Dopo 300 incontri
Gli incontri cui abbiamo accennato sopra durano or-
mai da ventitré anni pieni e sommano ormai a più di
300. In occasione del 300° incontro (8 febbraio 2019)
abbiamo fatto festa con tutti gli amici che in questi anni
hanno appreso un metodo concreto, efficace e creativo
per fare la lectio divina, in fedeltà alla grande tradizione,
ma anche tenendo conto delle esigenze attuali quando la
si fa come gruppo, che vuole non vivere passivo, ma da
protagonista. Non è così quando siamo costretti ad ascol-
tare sermoni roboanti o a rovistare fra i vecchi commenti
dei Padri, col loro linguaggio allegorico, e un contesto
pastorale totalmente estraneo al nostro.
Noi non vogliamo fare i maestri a nessuno, ma con
cuore grato dobbiamo riconoscere che lo Spirito 'esegeta'
ci ha guidato in tutti questi anni, specie quando abbiamo
dovuto attraversare acque infide, fiamme che ci minac-
ciavano da vicino (cf. Is 43,2). Ci siamo sentiti preziosi
agli occhi del Signore (Is 43,4), non per nostro merito.
9
E ora proseguiamo avanti per il 25° anno di incontri, se
questa meta sarà gradita a Dio.
«L'ermeneutica biblica di papa Francesco suppone
una intelligenza della Scrittura a partire dalla vita e una
intelligenza della vita a partire dalla Scrittura. Questo
gli consente di cogliere, all'interno dei testi biblici, un
annuncio che apre la vita alla speranza»2.
È su questa metodologia interpretativa che anche noi
ci mettiamo al servizio della Parola, con una intonazio-
ne kerigmatica, cioè interpellativa e performativa. Non
vogliamo servire la Parola per tracciarne il perimetro, e
rinchiuderla in un bel commento, a rischio narcisismo.
Ma sfrangiare i suoi significati, in modo che ognuno dei
nostri lettori assuma la sfida di diventare interprete e allo
stesso tempo icona di quanto essa dona e insegna.
Trasfigurazione di nostro Signore 2019.
Bruno Secondin ocarm.
Antonietta Augruso
Nota
Il testo, essendo una trascrizione delle Lectio tenute dagli autori nella
chiesa di Santa Maria in Traspontina, ne conserva volutamente lo stile
parlato.
2
M. Perroni, Kerigma e profezia. L'ermeneutica biblica di papa France-
sco, LEV, Città del Vaticano 2017, 109.
10
I.
BAGLIORI
DA INTERPRETARE
* Pescatori di uomini (Mt 4,12-23)
* Rallegratevi ed esultate (Mt 5,1-12)
* Sale della terra e luce del mondo (Mt 5,13-16)
* Porgere l'altra guancia (Mt 5,33-48)
* Cercate il regno di Dio (Mt 6,24-34)
* Mando il mio messaggero (Mt 11,2-11)
* Fu trasfigurato davanti a loro (Mt 17,1-13)
1.
PESCATORI DI UOMINI
(Matteo 4,12-23)
12
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ri-
tirò nella Galilea, 13lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao,
sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché
si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15
Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
16
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
17
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Converti-
tevi, perché il regno dei cieli è vicino».
18
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due
fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che
gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro:
«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito
lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due
fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che
nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti,
e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e
lo seguirono.
23
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro
sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni
sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Sono gli inizi dell'attività pubblica di Gesù: a questo
punto Gesù, secondo Matteo, ha già fatto passi nella ma-
turazione dell'identità. Ci vengono descritti il momento
storico, la collocazione geografica, l'inquadramento teo-
13
Pescatori di uomini
logico, i contenuti e lo stile in cui e con cui Gesù dà inizio
alla sua missione. Per meglio cogliere l'originalità dell'av-
ventura di Gesù, è bene tenere conto del capitolo terzo
di Matteo, dove è presentata la missione del Battista, la
quale ha un riferimento teologico nello stesso profeta Isa-
ia, qui citato, e ha pure il medesimo contenuto che qui si
trova sulla bocca di Gesù: «Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino».
Vi sono tuttavia anche differenze significative tra il
Battista e Gesù, per esempio il luogo (deserto/città) e i
modi di presentare i due protagonisti tramite le parole
del profeta Isaia: voce/luce. La prigionia del Battista che
indica una reazione del potere all'entusiasmo popolare.
Lo scenario ora è solo per lui, Gesù: e inizia l'attività a
pieno ritmo, spostandosi a Cafarnao3. Un sommario fina-
le dell'attività di Gesù chiude questo brano.
1. Leggere la Parola
1. Ampiezza e struttura. Si tratta di un brano ampio,
e composto almeno di tre parti. La citazione del profeta
Isaia (Is 8,23-9,1) fa parte a sé, in quanto è una partico-
larità di Matteo quella di accostare gli episodi evangelici
con citazioni dell'Antico Testamento. Di solito accom-
pagna le citazioni con un richiamo: «Perché si compisse
ciò che era stato detto'». I tre brani sono: a) L'inizio
della predicazione sul regno, con parole uguali a quelle del
Battista (cf. Mt 3,2), e chiamando con urgenza il popolo
a 'conversione', perché il regno c'è già; b) 2. La chia-
mata alla sequela dei primi discepoli: importante il titolo
di 'fratelli', è intenzionale, e vuole mostrare un valore
3
Nel testo viene inclusa (con i necessari adattamenti) anche la
meditazione offerta da Armando Matteo nell'incontro della lectio divina
del 27 gennaio 2017.
14
Mt 4,12-23
importante della comunità di Gesù; c) L'ampia attività di
predicatore itinerante e di taumaturgo di Gesù: i nomi
della zona e il tipo di attività più che cronaca puntuale,
sono un messaggio e vanno interpretati.
3. Quel grande teologo del diavolo. Bisogna poi pure
tenere a mente la prima parte di questo secondo capitolo:
quella relativa alle prove iniziali e iniziatiche alle quali
lo Spirito sottopone Gesù. Avere nelle orecchie le parole
altisonanti del tentatore, grazie alle quali vorrebbe fare
di Gesù un suo discepolo, è di utilità per cogliere invece
il tratto domestico, familiare, ordinario con cui Gesù si
presenta ai suoi primi discepoli. Di più: nelle parole del
diavolo c'è sempre come un moto centripeto (soddisfare
la fame, la dignità, la sete di potere), in quelle di Gesù
invece la spinta è verso gli altri, verso il mondo.
4. Alcune espressioni hanno importanza particolare.
- Lasciò Nazaret, si accasò a Cafarnao: è una zona più
accessibile, è porto del lago; ma soprattutto più aperta e
trafficata rispetto alla piccola Nazaret, perché è la regio-
ne popolata anche da pagani (o gentili). Pare che essi
fossero almeno la metà. Cafarnao significa «villaggio del
convertito» o «villaggio della conversione». Da qui parte
l'invito alla 'conversione'; e da questa zona anche l'invio
alla missione universale (cf. Mt 28,18-20).
- La citazione di Isaia: fa parte del libro dell'Emmanuele;
ha sullo sfondo la prima esperienza di invasione e distru-
zione (da parte degli Assiri). Isaia invitava ad avere fidu-
cia, nonostante le calamità e i disastri. Matteo conserva
solo il positivo, e i nomi: ma mostra che quella fiducia ora
si realizza nella presenza di Gesù.
- La geografia: Matteo ama ricordare le antiche divi-
sioni per tribù (v. 13), e inserisce fra i territori la Siria
(lo fa solo lui), e nomina prima le zone attorno al lago di
Tiberiade ' tutte a mescolanza etnica e religiosa ' e da
ultima la Giudea con Gerusalemme. Vuole chiaramente
decentrare, spiazzare anche le categorie religiose. E così
mostrare un modo 'altro' di vedere, pensare, giudicare.
15
Pescatori di uomini
Gesù costringe anche il centro del potere e della tradi-
zione religiosa (Gerusalemme) a mettersi in cammino.
5. Pescatori di uomini. La chiamata dei primi quattro
discepoli di Gesù, che sono poi due coppie di fratelli, è
contraddistinta sia dalla specificazione del nome di Si-
mone che del nome di Giacomo, per dire che in realtà si
ha già in mente l'intero gruppo dei Dodici e anche i ruoli
che spettano a ciascuno.
2. Meditare la Parola
1. Gesù è lo stile di Dio. La missione di Gesù inizia
quando Giovanni viene arrestato e non inizia nel cuore
religioso di Israele, cioè a Gerusalemme, ma in Galilea. Lì
dove l'uomo prova a fermare la parola profetica o dove
pensa che la presenza di Dio sia meno intensa, lì sorge
Gesù. Dio non si arrende alla prepotenza degli uomini e
non riconosce altro spazio idoneo veramente per se stesso
che il cuore dell'uomo. In questo si compie veramente
l'Antico Testamento. Si può pensare che Matteo voglia
affermare ' con linguaggio geografico e simbolico, profe-
tico e narrativo ' dove si colloca il nuovo della 'conver-
sione', dell'annuncio del regno. Si colloca in un contesto
periferico, multi-etnico, multireligioso. In una zona che
da secoli era considerata a rischio dai benpensanti, di-
sprezzata come terra quasi pagana, incrocio di religioni,
e quindi lontana da Dio. Per la mentalità comune vi
abitavano le tenebre e la morte, non la luce.
Perciò sta qui il primo elemento teologico: Dio prefe-
risce la periferia, le zone a rischio, là porta luce, annuncia
il suo regno e lo fa incontrare, proprio là dove la mentali-
tà comune lo negherebbe, lo riterrebbe importuno, quasi
una inutile perdita di tempo, uno spreco. E la memoria
di una storia traumatica, di una convivenza malvista e
anche condannata, diviene ora il contesto più vero della
promessa profetica. Qui davvero la 'luce grande' brilla
16
Mt 4,12-23
in tutto il suo splendore; non è frutto di proprie presun-
zioni (come sarebbe forse stato a Gerusalemme). Di fatto
Gerusalemme rifiuterà questa luce, tenterà di oscurarla e
annientarla.
2. L'annuncio del regno dei cieli: Dio non è sotto il
dominio della prepotenza umana e le coordinate della
salvezza non sono di tipo geografico, sociale, religioso,
tribale, culturale. Questa è la luce che ogni uomo deve
cogliere e da cui solo deriva la forza e anche la gioia
della conversione. L'evangelista Matteo ha vissuto tutto
questo in prima persona (Mt 9,9-13): non a caso l'unica
altra scena di vocazione da lui riportata. Da notare l'as-
sociazione fra annuncio e vedere: c'è il verbo vide, ripetuto
due volte. Non è un semplice guardare: è segno di uno
sguardo che si lascia attrarre, che sceglie fra le cose che
si vedono; è un concentrarsi su qualcuno e distinguerlo
fra gli altri. È quindi un gesto personalizzato: un dialogo
prima con gli occhi e poi con le parole. E Gesù vede che
facevano il loro mestiere; li vede uomini al lavoro, con
serietà e competenza. E per questo la spiegazione ' «vi
farò pescatori di uomini» ' riprende il valore della loro
esperienza, per farne un nuovo uso linguistico, e insieme
teologico. Parla di un compito, in parte ancora misterioso
(da completare con il simbolo più statico di 'pastore'),
ma con il lessico a loro familiare: e insieme con una forza
simbolica che successivamente si chiarirà (cf. la parabola
della rete e dei pesci e l'episodio della barca agitata dai
venti).
3. Gesù non lavora da solo. L'episodio della chiamata
dei primi quattro discepoli è il paradigma di ogni chia-
mata alla vita cristiana. Eccone gli elementi principali:
a) la vocazione raggiunge i discepoli nel loro ambiente di
lavoro e di vita ordinaria; b) tutto parte da e torna a Ge-
sù: egli vede, chiama, diventa maestro; c) i discepoli sono
chiamati innanzitutto a condividere un cammino, uno
stare insieme in cammino con Gesù; potremmo parlare
di una comunione dinamica; d) i discepoli sono nello
17
Pescatori di uomini
stesso tempo chiamati a lasciare il mestiere e la famiglia.
Le barche sono segno di un'identità sociale e di una sicu-
rezza economica, il padre invece del retroterra culturale
da cui ciascuno spunta alla vita; e) lo stare insieme con
Gesù non si chiude in se stesso, si apre piuttosto verso
gli altri.
4. Vedendo. Il primo modo di mettere in pratica questo
annuncio del 'regno' Gesù lo fa 'vedendo', 'chiamando'
dei fratelli a coppie. Perché il Figlio chiama alla frater-
nità; fraternità che si allarga a tutti i perduti e i dannati
della terra. Gesù è come un nuovo padre che inizia a una
nuova arte, a un nuovo mestiere: quello dei pescatori di
uomini. Infine i discepoli sono per sempre 'suoi discepo-
li' e mai soppianteranno il Maestro o si metteranno in
proprio. E soprattutto dovranno condividerne i pericoli
e la stessa morte, per partecipare alla stessa gloria. Tutto
questo è nuovo rispetto alle forme comuni di relazione fra
rabbini e discepoli. Gesù chiamerà al discepolato anche
delle donne: questo era assurdo allora e certamente era
assurdo per la tradizione.
5. La metafora ittica e i miracoli. Non è un mestiere
facile quello dei pescatori. I pesci sanno il fatto loro. È un
mestiere di fatica, di pazienza, di costanza, di furbizia, di
scetticismo; un mestiere che lascia il segno; un mestiere
che comporta non poche frustrazioni (si veda la chiamata
di Pietro, secondo la testimonianza di Luca). Un mestiere
nel quale la collaborazione con gli altri non solo è impor-
tante ma a volte diventa semplicemente vitale.
6. I miracoli. Infine l'attività di Gesù come taumatur-
go. Matteo lo ricorda, evidentemente è un dato storico
sicuro che non poteva trascurare. Ora queste due attività:
insegnare e guarire, introducono il contesto giusto per
accettare il grande discorso della montagna, che segue
immediatamente (Mt 5-7). Per questo si accenna a tutta
la Galilea, tutta la Siria, tutti i malati, ogni sorta di malat-
tie' Una generalità (e genericità) artificiosa, per creare
il contesto di un grande uditorio. Ma c'è anche una speci-
18
Mt 4,12-23
ficità: il regno non è solo dottrina, è anche guarigione, è
luce nuova di speranza per tutti gli emarginati della terra.
E al grande discorso seguono poi nuovi modi pratici di
agire (cf. Mt 8-9).
3. Vivere la Parola
1. Pescatori di uomini oggi. Nelle nostre barche non ci
sono più (pesci) giovani, poche sono le donne adulte; le
vocazioni scarseggiano; molti nonni e molte nonne sono
rattristati dal vedere i propri nipoti che non prendono
più parte alla vita della chiesa. Nel primo discorso alla
diocesi di Roma, papa Francesco ha detto che nelle no-
stre comunità è rimasta una sola pecora, mentre le altre
novantanove sono fuggite via! Papa Benedetto, da parte
sua, non fu da meno quando affermò che la gente che va
in chiesa è sempre di meno e sempre più vecchia. Che
dire' Che fare' Iniziamo col dichiarare e accettare questa
nostra fatica a essere pescatori di uomini. La metafora di
Gesù è felice ma non indica nulla di facile.
2. Prima lasciare, poi seguire, poi pescare. Non abbiamo
ricette per riempire di nuovo le nostre reti e le nostre bar-
che, ma questo testo ci dice una cosa interessante: ripete
per entrambe le coppie di fratelli l'invito alla sequela e
al distacco, ma solo una volta sottolinea la missione. In-
somma per pescare bisogna seguire Gesù due volte e farlo
entrare due volte dentro il proprio cuore, essendo questo il
senso ultimo del distacco dalle barche e dalle reti.
3. Condividere e includere. Alla proclamazione della
nuova legge ' il discorso della montagna ' Gesù giunge
dopo aver camminato per le strade degli uomini, e aver
posto le mani sulle loro ferite reali. Prima di chiamare i
discepoli, Gesù li guarda e li contempla; forse anche li
ammira e certamente ne riconosce il valore nella labo-
riosità onesta e diligente. Anche noi sappiamo far prece-
dere le proclamazioni verbali da gesti di liberazione, dalla
19
Pescatori di uomini
compagnia con le persone nel loro ambiente di vita, dalla
sguardo che riconosce la loro dignità, senza fermarsi alle
apparenze' Oppure escludiamo dai valori gruppi di perso-
ne, abitanti di questa o quella regione, fasce di età, tipi di
professioni, condizioni di vita' Ci interessano più le idee
e le formalità che i contatti personali e diretti'
4. Seguirlo oggi nella Parola. Non abbiamo ancora del
tutto compreso che il luogo primario della sequela è lo
star-di-fronte alla Parola: leggere la Parola, farsi leggere
dalla Parola, contemplare la Parola, farsi contemplare
dalla Parola. Per questo il vescovo, il prete e il diacono,
dopo la proclamazione solenne, baciano il testo sacro del
Vangelo. Ci vuole più Bibbia nella vita dei credenti, nella
catechesi, nelle famiglie. Non stanchiamoci di regalare i
libri sacri della Bibbia.
5. Con la Bibbia vediamo meglio la storia. Con una mag-
giore familiarità con la Sacra Scrittura possiamo anche
reggere meglio a ciò che ci capita di vivere, soprattutto
quando si tratta di situazioni difficili. Matteo sostiene il
lettore, lo aiuta a cogliere una luce anche in questa situa-
zione di debolezza e di perifericità della vita di Gesù, gra-
zie appunto a un passo del profeta Isaia. E tutto riprende
sorprendentemente a mettersi in moto. Nella nostra vita
personale o di comunità, non ci sono risparmiati mo-
menti di fatica e di debolezza: se vogliamo viverli bene,
illuminiamoli sempre con la Scrittura.
4. La Parola nell'agorà
Quello che conta è che ciascun credente scelga la propria strada
e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio
ha posto in lui (cf. 1Cor 12,7) e non che si esaurisca cercando
qualcosa che non è stato pensato per lui (GE, 11).
Qualcuno bussa, piccoli rintocchi alla porta del quoti-
diano, è una sosta o un cambiamento di rotta, si diventa
20
Mt 4,12-23
più attenti alle reti che prepariamo per consegnarle al
mare. Mentre si consegnano le reti c'è l'attesa di chia-
rezza e di luce, la ricerca del sentiero per un'esistenza in
movimento non «mediocre, annacquata, inconsistente»
(cf. GE, 1).
Non si tratta necessariamente di uno sconvolgimen-
to delle abituali coordinate, dovremmo piuttosto sentire
forte l'appello della luce senza cedere alla desolazione,
sperando in una dimensione altra. È possibile rendere
feconda la pesca.
Bisogna vedere bene per identificare, contestualizzare
e tornare a camminare, facendosi interrogare dal mo-
vimento della vita, ascoltare, accogliere, accompagnare
(cf. AL, 8): convertirsi all'altro che è confuso, arrabbiato,
incerto.
Con delicata cura l'alba ci sottrae la vista delle stelle
notturne e ci apre al nuovo giorno quasi per non far-
ci uscire dalla notte traumatizzati. È così che ciascuno
dovrebbe chiamare il fratello, con attenzione alla sua
totalità, alla barca nella quale ha cercato la rotta, facendo
memoria di quanto parziale possa essere il nostro vedere.
Sta nello sguardo la differenza: si può vedere propo-
nendo soluzioni possibili, auspicando ricomposizioni, sep-
pure imperfette. Oppure farsi trascinare da visioni rigide e
lineari, ma che nulla hanno a che fare con la complessità
della storia che ci chiede di non rimuoverla, né seppellirla
sotto dogmi aridi: è per la strada che il Maestro guarisce
le infermità e chiama per nome.
Da cosa mi devo separare ancora. Quali sono le reti
che devo mollare' Se lo chiede Giorgia, che ha già lascia-
to la propria casa e i propri affetti per poter studiare in
una grande città. «Non ho nessuna rete da gettare. Non
c'è gente che abbia voglia di indicarmi la direzione. Tut-
ti mi dicono: conta solo sulle tue forze e i tuoi desideri!
Sono rare le belle notizie e ancor più rare le persone che
pensano di poter scoprire le proprie inclinazioni insieme
agli altri».
21
Pescatori di uomini
Scende il silenzio sulle sue parole, ci vuole ancora
qualcuno disposto a guardare in profondità per poter osare
il canto del cambiamento e scoprire la comune vocazione.
Ho un fondamentale bisogno ' credo di poter parlare di 'vo-
cazione' ' di passare fra gli uomini e i diversi ambienti umani
confondendomi con essi, assumendone lo stesso colore, fin là
dove, almeno, la mia coscienza non vi si oppone, scomparendo
fra loro, per far sì che si mostrino quali sono, senza mutare
volto per me. Desidero conoscerli come sono, per amarli così
come sono. Diversamente, infatti, non sarà loro che io amerò,
e il mio amore non potrà essere vero (Simone Weil, Attesa di
Dio, Adelphi, Milano 2008, 25).
22
Ricorrenze nel calendario liturgico
dei testi qui commentati
Mt 4,12-23 3ª domenica A; lunedì dopo Epifania; s.
Andrea ap. (30 nov.); giornate vocazio-
nali.
Mt 5,1-12 4a domenica A; festa di Tutti i santi (1
nov.); commemorazione dei defunti (2
nov.); lunedì 10a settimana per anno.
Mt 5,13-16 5a domenica A; 2 gennaio; martedì 10a
settimana per anno; s. Tommaso d'Aqui-
no (28 gen.); s. Bonaventura (15 lug.); s.
Domenico (4 ago.).
Mt 5,33-48 7a domenica A; sabato 1a settimana di
Quaresima; martedì 11a settimana per an-
no.
Mt 6,24-34 8ª domenica A; sabato 11ª settimana per
anno.
Mt 11,2-11 3ª domenica di Avvento A; giornata del
dialogo interreligioso.
Mt 17,1-13 2ª domenica di Quaresima A; Trasfigura-
zione del Signore A (6 ago.).
Mt 22,1-14 28ª domenica A; giovedì 20ª settimana
per anno.
Mt 22,36-46 30ª domenica A; venerdì 20ª settimana
per anno.
Mt 23,1-12 31ª domenica A; martedì 2ª settimana di
Quaresima; sabato 20ª settimana per an-
no.
Mt 24,36-51 1ª domenica di Avvento A; giovedì 21ª
settimana per anno; ritiro spirituale.
Mt 25,1-13 32ª domenica A; venerdì 21ª settimana;
s. Caterina da Siena (30 apr.); s. Cecilia
(22 nov.); rito della professione religiosa.
Mt 25,14-30 33ª domenica A; sabato 21ª settimana per
anno.
188
Mt 25,31-46 Cristo Re dell'universo A; commemora-
zione di tutti i defunti (2 nov.); lunedì
1ª settimana di Quaresima; s. Giovanni
di Dio (8 mar.); s. Vincenzo de' Paoli (27
set.); s. Martino di Tours (11 nov.); gior-
nate della Caritas.
Mt 28,1-10 Veglia pasquale A; lunedì nell'ottava di
Pasqua.
Mt 28,16-20 Ascensione A; Santissima Trinità B; ss.
Paolo Miki e compagni (6 feb.); battesimo
degli adulti.
189
Indice
Grazie padre Bruno! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
I. BAGLIORI DA INTERPRETARE
'1.'Pescatori di uomini (Mt 4,12-23) . . . . . . . . . 13
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
'2.'Rallegratevi ed esultate (Mt 5,1-12) . . . . 23
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
'3.' ale della terra
S
e luce del mondo (Mt 5,13-16) . . . . . . . . . . 33
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
'4.'Porgere l'altra guancia (Mt 5,33-48) . . . . 45
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
'5.'Cercate il regno di Dio (Mt 6,24-34) . . . . . 53
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
191
'6.'Mando il mio messaggero (Mt 11,2-11) . . . 65
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
'7.'u trasfigurato davanti a loro
F
(Mt 17,1-13) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80
'
II. AMORE, VIGILANZA, PROSSIMITÀ
'8.'Chiamate tutti alle nozze (Mt 22,1-14). . . 85
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
'9.'Amerai il signore tuo Dio (Mt 22,34-46). . . 97
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106
10.' Uno solo è la vostra guida (Mt 23,1-12). . 109
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
11.' Vigilanti nell'attesa (Mt 24,36-51) . . . . . . 121
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130
192
12.' cco lo sposo, andategli incontro!
E
(Mt 25,1-13) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
13.' Come impiegare i talenti (Mt 25,14-30). . . . 141
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148
14.' enite, benedetti del Padre mio
V
(Mt 25,31-46) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 151
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 159
III. LO SPLENDORE DEL VIVENTE
15.' Gesù, il crocifisso, non è qui (Mt 28,1-10). 165
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173
16.' Fate discepoli i popoli (Mt 28,8-10.16-20) . 175
1. Leggere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
2. Meditare la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
3. Vivere la Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183
4. La Parola nell'agorà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 185
Ricorrenze nel calendario liturgico
dei testi qui commentati. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188
193
ROTEM. Ascolto orante della Parola
11. Far ardere il cuore. Introduzione alla lettura orante della Parola, di
Carlos Mesters.
12. Lettura orante della Parola. Lectio divina sui Vangeli di Marco e Luca,
di Bruno Secondin.
13. Con Maria figlia di Sion. In ascolto della Parola, di Giovanni Grosso.
14. Il Signore guarda il cuore. Esperienze di cambiamento alla luce della
Parola, di Bruno Secondin e Antonietta Augruso.
15. La parola di Dio non è incatenata. Lectio divina su Atti degli Apostoli
e Lettere di Paolo, di Bruno Secondin.
16. Ascoltate e voi vivrete. Lectio divina su testi dell'Antico Testamento, di
Bruno Secondin.
17. Conservo nel cuore la tua Parola. Lectio divina sulle letture festive dei
Vangeli di Luca e Giovanni, a cura di Carlos Mesters.
18. Se tu non rinasci dall'alto' Lectio divina su testi di Giovanni, di Bru-
no Secondin e Antonietta Augruso.
19. Il suono del silenzio. Ascoltare la Parola con il profeta Elia, di Joseph
Chalmers.
10. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi. Dall'evasione all'esodo con la
parola di Dio, di Sebastiano Augruso.
11. Alzatevi, non temete. Lectio divina sui Vangeli di Matteo e Marco, di
Bruno Secondin e Antonietta Augruso.
12. Un canto nella notte mi ritorna nel cuore. Ritornelli meditativi per la
lectio divina, di Franco Mastroddi e Paola Ena.
13. Grembi che danzano. Lectio divina su figure bibliche femminili, di
Maria Anastasia di Gerusalemme.
14. Quando la Parola prende fuoco. Lectio divina per i giorni difficili, di
Bruno Secondin.
15. Sul carro da viaggio. Nomadi e pellegrini alla luce della Parola, di Ma-
ria Anastasia di Gerusalemme.
16. Se il tuo cuore vede. I sentieri della luce, di Bruno Secondin e Anto-
nietta Augruso.
17. Dopo lunga schiavitù. Incontri di guarigione nel Vangelo di Marco, di
Guglielmo Cazzulani.
18. Che cosa sono queste pietre' Ascoltare la presenza silente, di Cristia-
na Dobner.
19. Profeti del Dio vivente. In cammino con Elia, di Bruno Secondin.
20. Il mantello e la stanza. L'olio e la strada. Incontri e simboli di fraternità
con il profeta Eliseo, di Antonio Nepi.
21. Come rugiada di fuoco. Proposte di lectio divina sull'Antico Testa-
mento, di Bruno Secondin.
22. Bagliori di luce. Lectio divina sul Vangelo di Matteo, di Bruno Secon-
din - Antonietta Augruso.
Finito di stampare nel mese di gennaio 2020
Mediagraf ' Noventa Padovana, Padova
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