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DETTAGLI DI «Sul mio divano blu»
Tipo
Libro
Titolo
Sul mio divano blu
Autore
Laura Tangorra
Editore
Edizioni Messaggero
EAN
9788825040760
Pagine
152
Data
novembre 2016
Peso
122 grammi
Altezza
11 cm
Larghezza
16,5 cm
Collana
Narrationes
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Paolo Bramati il 19 novembre 2016 alle 15:08 ha scritto:
Laura Tangorra nel suo nuovo libro parla della sua malattia, la "SLA" ma soprattutto della sua vita e dell'amore che la circonda ogni giorno e che le fa dire:
"non so se la SLA aveva previsto tutto questo. Non credo che nel suo progetto di demolizione avesse tenuto conto di una possibile, invisibile avversaria: quella forza che ci pulsa dentro silenziosa, che ci incolla alla vita. Quella forza che ci porta a sfidare l'impossibile, che annienta la paura. Quella forza che qualcuno chiama amore."
Chiara il 21 gennaio 2017 alle 12:23 ha scritto:
Il ticchettio della voce di una donna meravigliosa che ci dice, con molta semplicità, con autoironia e con una gran dose di intelligenza una cosa importante: la vita non va sempre come vorremmo e come avevamo programmato. Impariamo a vivere fino in fondo anche e nonostante gli imprevisti, le difficoltà e i momenti no. Se proprio non riusciamo a schivare le pietre che, a volte, la vita ci tira addosso, impariamo a raccoglierle per farne dei gradini con cui salire in alto. Laura è al top, in cima alla montagna. E aspetta che ci arriviamo anche noi.
Monica Moioli il 24 gennaio 2017 alle 22:30 ha scritto:
ANCHE CON LA SLA, CHIUDERE GLI OCCHI E ANDARE LONTANO
Ho un libro tra le mani. Un libro piccolo che sta in una mano. Un angolo di casa in copertina: un comodino, un vaso di fiori, una finestra con la luna al di là dei vetri. E un divano. È un divano blu. Più precisamente la metà di un divano blu.
È la storia di una vita chiusa in una stanza, o meglio di un corpo chiuso in una stanza, "tutt'uno" con quel divano blu, eppure leggendo si ha sempre la sensazione di essere liberi, di potersi librare in volo nel cielo.
Laura Tangorra, l'autrice, 53 anni, laureata in scienze biologiche nel 1987, si accorge, già moglie e madre, una sera di novembre del 1999, di uno strano picchiettio del pollice della mano sinistra, un "piccolo movimento anarchico". Sembra una cosa da nulla ma è fastidioso e invece di guarire si diffonde in breve tempo a tutta la mano e al braccio. Inizia così la lunga malattia che tuttora l'affligge e che risponde al nome temibile e terribile di SLA, sclerosi laterale amiotrofica.
Cercheremmo invano, però, nella serie di brevissimi racconti che compone il libro, la disperazione e la rabbia che una persona affetta da questa malattia potrebbe esprimere prima di qualsiasi altra emozione. Potremmo cercare, anche questa volta invano, il dolore abissale e incontrollabile di una vita che piano piano scompare dentro la gabbia del proprio corpo immobilizzato e dipendente da macchinari e dispositivi medici e persone, succube di un ineluttabile destino. E invece, a cominciare dai primissimi racconti che sono ricordi delle stagioni spensierate dell'infanzia, dell'adolescenza e della prima giovinezza, la memoria procede narrando la scoperta ed il decorso della malattia, la terza pericolosissima gravidanza con SLA conclamata, il rapido deteriorarsi del corpo, dai nervi ai muscoli alla lingua e alla parola, con equilibrio e pacatezza, con uno stile semplice e vivace, limpido come certe giornate ventose, e diretto come sa che deve essere chi vede e sente il tempo volare via e vuole vivere ogni attimo in modo prezioso, dando un senso a tutte le cose, dalle più piccole alle più grandi. Ci sono momenti di sconforto, sì: la malattia è "bastarda" e "stronza" ma la luna, le stelle, gli alberi, i prati, gli occhi dei figli, la commovente tenerezza della nipote "la bambina della mia bambina", la presenza costante del marito offrono sollievo come una carezza, come un soffio d'aria fresca.
Laura Tangorra è una donna che non s'arrende. Certo, soffre. Infinitamente soffre. Ci sono i problemi circolatori, i crampi che tolgono il respiro, i prelievi, il cambio della cannula tracheostomica e non solo. C'è anche il dolore del cuore, quello che non prende il corpo ma l'anima, quello "che fa gridare dentro "sono stanca...non ce la faccio a vivere così...così inutile, un peso per tutti"" eppure anche nei momenti più bui, qualcosa o qualcuno l'afferra, e la salva. Sono il marito e i figli. Sono le loro mani, le loro voci, i loro sorrisi. È la forza viva e tenace dell'amore che chiama forte alla vita.
Allora incomincia a viaggiare. Lo fa dal suo divano blu, lo fa con i pensieri nelle lunghe notti senza sonno, lo fa ricordando, viaggiando a ritroso nel tempo della sua vita "normale...quando non ero malata e credevo perciò di essere immortale". O lo fa semplicemente "a bordo della tv" seguendo le immagini sullo schermo, o, ancor più semplicemente, chiudendo gli occhi.
E allora, incominciamo anche noi a viaggiare con lei. Ci dimentichiamo del suo corpo-gabbia e iniziamo a volare, lievi lievi, con i suoi pensieri. È la forza dell'amore che viene da ciò che leggiamo. È la forza straordinaria delle parole.
Monica Moioli
Emma il 2 marzo 2017 alle 20:38 ha scritto:
E' un piccolo libro con grandi e profondi pensieri! Lo tengo vicino al mio letto; dopo giornate che noi consideriamo pesanti e faticose, lo leggo, lo rileggo !
Mi aiuta a riflettere sul valore della forza, della fatica e dell'amore ! Grandi ricchezze per affrontare la vita di tutti i giorni! Grazie Laura per la tua compagnia !
Elisa Stacchini il 29 novembre 2017 alle 17:57 ha scritto:
E' un libro bellissimo. L'ho letto in soli due giorni. Si legge molto bene. E' piccolino. E' molto scorrevole e davvero coinvolgente.
Mi sono documentata su tutti i libri dell'autrice e vorrei comprarli tutti, anche se è molto difficile trovarli.
Vale veramente la pena!!! Fa riflettere tanto!!