San Francesco d'Assisi
(Studi francescani)EAN 9788825026481
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Oso pensare che la pubblicazione, nel 2010, delle Sources franciscaines – il nuovo Totum – da parte del consortio Cerf/e´ditions franciscaines di Parigi, non siaestranea alla revisione, in Italia e in America, delle stesse Fonti, in particolare conla terza edizione, rivista a aggiornata delle Fonti Francescane (2011), per conto delle Editrici Francescane e altri proggetti in corso di realizzazione; nonche´ della ricercadelle ragioni, storiche e agiografiche, che ne hanno garantito il successo e un interesse crescente.
A questo «retour aux sources» appunto, si e` dedicato lo storico Giuseppe Buffon, ofm, risalendo al contesto in cui e` nato il Saint Franc¸ois d’Assise. Documents. E´crits et premie`res biographies, pubblicato dalle Edizioni Francescane diParigi nel 1968, a cura di The´ophile Desbonnets e Damien Vorreux, che ha servitoda pista di lancio e da modello all’italiano Fonti Francescane (1977), all’americanoOmnibus of Sources. St. Francis of Assisi, Writing and early biographies (Chicago1973) e allo spagnolo San Francisco de As?´s scritos, biografias, documentos de la e´poca (Madrid 1978).Il libro che presentiamo, frutto di questa ricerca, ha avuto una primizia nell’articolo Le de´but du renouveau conciliaire en France dans le milieu franciscain (1943-1979), in «Revue d’Histoire Eccle´siastique» di Lovanio (vol. 105, 2010, n. 3-4) ed e`stato oggetto di approfondimenti nel seminario su «Francescani e concilio VaticanoII», organizzazo dalla Pontificia Universita` Antonianum, il 9 maggio 2010.Ma perche´collegare il celebre e fortunato Totum al concilio Vaticano II? Nessun documento d’archivio, infatti, ne attesta la dipendenza da questo avvenimentoecclesiale.
Come del resto non c’e`traccia di un preciso progetto editoriale dell’iterche lo avrebbe portato alla luce. Ma c’e`stato un contesto o, meglio, una successionedi avvenimenti che hanno fatto maturare l’urgenza di un «pe`lerinage aux sources»per dar senso all’identita`francescana che reclamavano, fin dagli anni successivi allaseconda guerra mondiale, l’inserimento del frati francescani nei movimenti di evangelizzazione della Chiesa di Francia, «pays de mission», e le nuove forme di fraternita` dettate dal bisogno di prossimita` per testimoniare, piu`che per predicare comenel passato, il vangelo di Gesu`e la poverta` di Francesco. E questi movimenti hannotrovato conferma appunto, pur con le necessarie correzioni di rotta, negli orientamenti conciliari e nelle loro successive applicazioni alle legislazioni e alla vita dellefamiglie francescane.Sei capitoli tracciano la storia del Totum.
Il primo, «Moti di rinnovamento» (pp.11-59), la presenza di frati come apoˆtres che vivono lo stile di vita di Francesco neicampi nazisti di lavoro obbligatorio (S.T.O.) li pone a confronto con il paganesimo,l’immoralita`e l’ateismo dei prigionieri, messo a punto, per la Francia, dal libro diYvan Daniel e Henri Godin, France, pays de mission (1943). Segue l’esperienza deipreti operai a cui frati minori e cappuccini si associano per vivere, nelle fabbrichee nelle campagne, del loro lavoro, e dare testimonianza di poverta`francescana. Nascono cos?` le «piccole fraternita`», per vivere avec, in solidarieta` con la gente, «unaforma nuova di vita francescana» (pp. 28-36). Ma questa forma, condivisa dal clerodiocesano e dai movimenti di azione cattolica, e mutuata dall’esperienza dei «Piccoli fratelli di Gesu`» (lavoro manuale e presenza tra i piu` poveri), pone a sua volta ilproblema dell’identita`francescana e rinvia, per un approfondimento, agli scritti ealla testimonianza di Francesco.Parellellamente sorgono, in seno all’istituzione (capitolo 2, pp. 61-98) due personalita`che inseriscono i francescani in forme nuove di apostolato e nelle strutture della vita ecclesiale, con precisi riferimenti alla poverta`, alla minorita` e all’impegno perla giustizia e per la pace sociale, ispirati a Francesco.
Nel 1951, padre Jean-Franc¸oisBarbier crea il CPR (Comitato Permanente dei Religiosi) per i rapporti con i vescovi;nel 1951 ancora, padre Jean-Franc¸ois Motte da`vita al CPMI (Centre Pastoral des Missions a` l’Inte´rieur), per l’animazione spirituale e missionaria delle parrocchie.Il capitolo 3 (pp. 99-121) e` consacrato alla «divulgazione delle fonti francescane», promosso, fin dal 1935, dal sacerdote terziario Paul Bayart. Per una piu`facile consultazione, i testi di Francesco venivano poi suddivisi in versetti e corredati ditavole di citazioni scritturali che permettevano di «sottolineare lo stretto legametra Francesco e la Parola, tra Francesco e il Vangelo (p. 116).
Gli scritti di Francescodiventavano in questo modo, per i religiosi e gli studenti in formazione, «un manuale di spiritualita`, un sussidio per la preghiera personale» (Damien Vorreux, 1955).Ma un’opera non puo` nascere senza la spinta di un direttore-manager editorialeche sappia individuare i canali di divulgazione ed equilibrare i bilanci. Il capitolo 4(pp. 123-162) e` percio` dedicato alla figura di padre Pol de Le´on Albarel, che fa delleriviste «Vie Franciscaine» e «Cahiers de Vie Franciscaine. Evangile Aujourd’hui»(1954), e della collana «Pre´sence de Saint Franc¸ois», un veicolo di ricerca francescana, destinati al vivaio costituito dai movimenti che si ispirano a Francesco – Terz’Ordine, Compagnons de St. Franc¸ois, amici... – e preparano il terreno per accogliere una vera raccolta di fonti e di documenti francescani.Il campo e` dunque aperto ai due curatori di Saint Franc¸ois d’Assise. Documents:padre Damien Vorreux e padre The´ohile Desbonnets (capitolo 5, pp. 163-207).Damien Vorreux (1922-1998), studioso, riservato, formato agli studi letterali edocente, stimato dai confratelli, si era distinto fin dal 1951 per la traduzione dellebiografie del Celano, di san Bonaventura, di santa Chiara e degli Opuscoli di sanFrancesco. Il nostro autore ricorda il suo prezioso contributo alla storia della provincia di Parigi dove rivela gli aspetti segreti della sua personalita` e i suoi giudizi sulle esperienze di vita francescana in corso.
A lui spetta un ruolo di primo piano nellapreparazione de Totum: traduzioni degli Scritti di Francesco, delle vite di Tommasoda Celano, delle Legende di san Bonaventura, della Legenda perugina, dei Testimonie cronisti del XIII secolo, ma soprattutto le preziose introduzioni e note.Il profilo de The´ohile Desbonnets (1923-1988), professore di fisica, chimica ematematica, ne faceva un prezioso collaboratore nella preparazione scientifica delTotum: indici analitici degli scritti di san Francesco e delle biografie, nomi di persone e luoghi, ma piu` ancora le «Tables de concordance» che creano un’interazionetra i testi paralleli delle sette opere principali: Vita I, Vita II, Legenda maior, Anonimo perugino, Leggenda dei tre compagni, Leggenda perugina, Specchio di perfezione,preziose per la ricerca e la comparazione tra i testi.Un ultimo capitolo (pp. 209-239), dedicato alla pubblicazione dell’opera e allarisonanza avuta nella famiglia francescana e nel campo dell’editoria religiosa e laica, sottolinea la priorita` dell’iniziativa in rapporto ad altri tentativi dello stessogenere, e soprattutto il suo valore di «canone storiografico» che suscito`subito imitatori in America, in Italia e in Spagna e che offr?` un nuovo modello ermeneuticoper una corretta interpretazione e attuazione delle fonti francescane e della figuradi Francesco (p. 235).
Giunti al termine di un percorso, e` giusto attribuire all’opera un meritato elogio; e cio` non solo grazie all’amicia che ci lega all’autore, ma per la sua competenzadi storico, per la finezza delle analisi, il profilo dei protagonisti, caratterizzati concitazioni di documenti e con rapidi tratteggi della loro personalita`, la disanima ditutti gli elementi che hanno concorso a motivare e a dar forma al Totum, ben riassunti nella conclusione (pp. 253-255). Il sovrapporsi appunto di questi elementipuo` dare l’impressione di ripetizioni, ma l’autore ne e`cosciente, ne avverte ognivolta il lettore, cos?`che, non solo non distolgono l’attenzione, ma contribuiscono afornire un quadro dell’impresa dove l’armonia dell’insieme risulta appunto dall’accumularsi dei ritocchi e delle sfumature.Frutto di una comunita` alla ricerca di un equilibrio tra un inserimento nell’attualita` della Chiesa e del mondo e la propria identita`francescana, in piena effervescenza di esperienze e di iniziative piu` o meno concludenti, «il successo del Totumdel 1968 e` da giudicare – si domanda l’autore – forse alla pari di una vittoria della continuita` espressa dalla tradizione, oppure resta il segno di un’affermazione delleistanze riformatrici, o ancora, in terzo luogo, il tentativo provvisorio di operareuna certa trasformazione, pur nel perdurare di certo intransigentismo?».
In realta`accontenta un po’ tutti e il risultato piu`confortante e` di aver contribuito, nel cantiere aperto dal concilio Vaticano II, a fornire una base per ulteriori ricerche sulla storia e la vita francescana. Che il nuovo Totum del 2011 si e`fatto un dovere di proseguire e di completare attraverso un’accresciuta raccolta di fonti, una maggiore fedelta` ai testi originali e un linguaggio accessibile a tutti.
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LII, 2012, fasc. 3
(http://www.centrostudiantoniani.it)
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