L' ironia, «voce di sottile silenzio»
-Per un'ermeneutica del linguaggio rivelativo
(Universo teologia)EAN 9788821577437
«L’ironia? Solo con le persone intelligenti ». Con tale aforisma del vescovo G. Oggioni il prof. Roberto Vignolo, nella sua Prefazione a questo libro, mostra come sia legittimo accostare ironia e teologia, sebbene sembri azzardato: se infatti la teologia mira a cercare la migliore intelligenza della fede, l’impegno intelligente che richiede l’ironia sta di casa in teologia.
L’autore di questo interessante saggio è presbitero della diocesi di Verona: ha conseguito il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e insegna Teologia fondamentale nella sede di Verona della Facoltà teologica del Triveneto. Questa è la sua terza monografia scientifica, dopo La voce della rivelazione. Fenomenologia della voce per una teologia della rivelazione (San Paolo, 2005) e La Parola come dialogo. Nel pensiero di Ferdinand Ebner (EMP, 2009).
Dopo una breve premessa e l’introduzione, che precisa l’ambito della ricerca, il primo capitolo (Il paesaggio dell’ironia) affronta la spiegazione del termine stesso, delineandone la variazione di significato lungo i secoli dagli antichi greci fino a noi; oltre la questione verbale l’attenzione è posta sull’ironia come discorso che mette in rapporto eppure crea distanza. Il secondo e il terzo capitolo sono quelli più propriamente biblici, dal momento che passano in rassegna alcuni importanti esempi di ironia sia nelle Scritture del popolo ebraico (II) sia nei Vangeli (III). In alcuni episodi narrativi che riguardano Abramo, il faraone, le levatrici Sifra e Pua, il mago orientale Balaam, l’ironia spiazza addirittura la Torah, mentre afferma il primato di Dio nelle vicende di Saul, di Davide, del profeta Elia e di Ester. Nel caso di Proverbi, Giobbe e Qoèlet l’ironia comunica sapienza e con la profezia svolge un ruolo destabilizzante, come dimostrano Isaia, Geremia, Giona ed Ezechiele.
Nei Vangeli sono analizzate due interessanti situazioni di ironia, a proposito delle scandalose antenate del Messia (Tamar, Raab, Rut e Betsabea) e nel drammatico racconto della passione secondo Marco, fino all’annuncio della risurrezione. Il quarto e ultimo capitolo (La feconda ambiguità dell’ironia) costituisce la sintesi teologico-sistematica, in cui l’autore evidenzia dapprima il rapporto fra ironia e V(v)erità, alludendo con la grafica maiuscolo-minuscolo a due diversi ambiti concettuali, e poi fra ironia e teologia, mostrando la feconda relazione con i concetti di testimonianza, racconto e gioco. L’impegnativo, ma stimolante saggio, che allude nel titolo all’esperienza mistica di Elia sull’Oreb (cf. 1Re 19,12), termina mostrando la fessura destabilizzante che l’ironia, ossimoro vivente, può aprire anche nella teologia come spiraglio salutare.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 5 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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