La Madonna di Casaluce

L'icona della Madonna di Casaluce e le due idrie (dove secondo la tradizione Gesù mutò l'acqua in vino) provengono da Gerusalemme. Questi cimeli furono portati nel 1276 da Ruggero Sanseverino in dono a Carlo I d'Angiò re di Napoli. San Ludovico d'Angiò, prima di partire per l'Aragona, consegnò a Raimondo del Balzo l'icona e le idrie facendosi promettere di dedicargli un santuario. Raimondo del Balzo attuò questa promessa l'8 agosto 1359 consegnando ai monaci celestini il castello di Casaluce con l'icona e le idrie, i quali lo trasformarono in monastero affinché propagassero la devozione alla Madonna. Dalla venuta dei Celestini a Casaluce l'abbazia-santuario è stato meta di tanti pellegrini che da tutto il regno di Napoli, soprattutto re e regine, imperatori che, inchinandosi all'immagine della Vergine di Casaluce, accorrevano per chiedere grazie. Il 12 maggio 1774 papa Clemente XIV proclamò con un suo rescritto la Madonna di Casaluce patrona principale della città  e diocesi di Aversa. Nel 1807 furono soppressi i Celestini e da allora la devozione alla Madonna di Casaluce si è ridotta solo alla diocesi aversana.