Vera riforma
-Liturgia ed ecclesiologia nel Vaticano II
(Nuovi saggi teologici)EAN 9788810408391
La Sacrosanctum Concilium è un testo fondamentale e un’utile chiave ermeneutica per la comprensione del Concilio Vaticano II e per la riforma che ne è seguita. «Nella storia dell’ermeneutica del Vaticano II, la riforma liturgica sembra soffrire una nemesi – una specie di punizione per aver trascurato i legami tra la costituzione liturgica e l’ermeneutica generale del Vaticano II» (10).
L’opera di Faggioli vuole rispondere al bisogno di una riflessione accurata sulla relazione tra la Costituzione liturgica e l’intero risultato del Vaticano II e sul rapporto tra liturgia ed ecclesiologia al Concilio. L’A. accoglie le intuizioni e le idee di G. Dossetti, secondo il quale la SC rappresenta il vero e proprio nucleo ecclesiologico del Vaticano II. Sulla base dell’Eucaristia come norma normans della vita della Chiesa, Dossetti paragona l’ecclesiologia eucaristica della SC ai tratti giuridici della Lumen gentium, vedendo nella SC non solo un’ecclesiologia cronologicamente precedente, ma anche la sua priorità teologica su tutto il corpus del Vaticano II (cf 14). Lo studio è articolato in sei capitoli. Il capitolo I è dedicato alla SC nel contesto dell’ermeneutica globale del Vaticano II. La liturgia ha il suo ruolo nella Chiesa come una theologia prima, un locus theologicus e culmen et fons. Per ciò l’A. delinea il cammino del suo studio: la SC è il frutto precoce e al tempo stesso maturo di un Concilio basato sull’idea che: 1) il ressourcement è la fonte più potente ed efficace di aggiornamento e di riforma per il cattolicesimo globale nel mondo moderno; 2) la riforma liturgica dà l’avvio a un ripensamento dell’ecclesiologia in un modo più profondo e duraturo della definizione di Chiesa nella LG; 3) l’ecclesiologia eucaristica della SC fornisce le basi per l’atteggiamento fondamentale del Vaticano II, il cosiddetto rapprochement, dentro e fuori la Chiesa; 4) ressourcement, ecclesiologia eucaristica e rapprochement richiedono una spinta per una piena attuazione del Vaticano II (cf 24-25). Il capitolo II affronta il rapporto tra riforma liturgica e il ressourcement. Per il Vaticano II il ressourcement rappresenta la forza centrale, seppur nascosta, della riforma liturgica (cf 36). Il capitolo III è consacrato alla relazione tra riforma liturgica ed ecclesiologia. La tesi che l’A. porta avanti è che la riforma liturgica è parte dell’ecclesiologia del Vaticano II, per cui mettere in discussione questa riforma è il modo più sicuro possibile per annullare il Vaticano II e la sua ecclesiologia (cf 63). I cambiamenti ecclesiologici più importanti operati dalla SC inaugurano il passaggio da un’ecclesiologia giuridica a una fondata sulla comunione, e una nuova comprensione del sacerdozio da un modello sacrale a uno più sacramentale. Nel capitolo IV l’attenzione è posta sul rapporto tra riforma liturgica e rapprochement. Il concetto di rapprochement, che non fa parte materialmente del corpus del Vaticano II, ma appartiene pienamente alle sue finalità, esprime «più chiaramente il tentativo del Vaticano II di fare della Chiesa un “sacramento di riconciliazione” per l’umanità» (96) e consiste in una visione riconciliata e unificante della Chiesa, della vita cristiana, del rapporto Chiesa-mondo. Il capitolo V è dedicato allo studio della relazione tra riforma della liturgia e riforma della Chiesa. Una riforma liturgica che ridisegna la forma della celebrazione dell’Eucaristia, sacramento che fa la Chiesa, rappresenta e anticipa una grande riforma della Chiesa. La riforma liturgica presume l’idea di una Chiesa semper reformanda, in cui «l’Eucaristia, non una particolare interpretazione ecclesiologica, è la forza trainante della comunione» (132). L’ultimo capitolo considera la ricezione della riforma liturgica del Vaticano II a cinquant’anni dalla sua conclusione. Molto spesso la riforma liturgica è diventata la prima vittima, in uno sbalorditivo esempio di relativismo teologico, degli sforzi di minimizzare l’aggiornamento del Vaticano II (cf 157). Il saggio di Faggioli aiuta a leggere in profondità la portata teologica della riforma liturgica. «La liturgia del Vaticano II è costituzionalmente necessaria per la sopravvivenza teologica del Vaticano II. Annullare la riforma liturgica del Vaticano II porta allo smantellamento della Chiesa del Vaticano II» (160). Con il suo studio, l’A. ha sottolineato l’importanza di comprendere sempre più chiaramente le profonde connessioni tra riforma liturgica, riforma della Chiesa e teologia del Vaticano II nella sua totalità. Contro ogni tentativo ideologico e nostalgico di delegittimazione della riforma liturgica del Vaticano II, a 50 anni dall’evento del Vaticano II, occorre ricordare le profonde implicazioni teologiche della SC, diventata il simbolo del concilio stesso, capace di ricostruire il legame vitale tra teologia, liturgia e vita della Chiesa.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 2/2014
(http://www.rassegnaditeologia.it)
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