Temi di teologia orientale
(Nuovi saggi teologici)EAN 9788810405932
Il vol. è un percorso d’approfondimento sulle antichissime tradizioni apostoliche dell’Oriente cristiano. Innanzitutto si compie una panoramica descrittiva di tutte le Chiese orientali, s’illustra poi la cornice interpretativa della loro teologia; vengono poi esposti i contenuti su Dio, Trinità, ecclesiologia, Maria, liturgia e sacramentaria. Le questioni relative a cosmologia e angelologia, cristologia, antropologia, spiritualità, icone ed escatologia verranno affrontate nel 2° vol.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 6/2010
(http://www.ilregno.it)
Il volume presenta prima un “Panorama descrittivo” di tutte le chiese dell’Oriente, illustra poi la cornice interpretativa della teologia ortodossa e ne espone successivamente i contenuti su Trinità, ecclesiologia, figura di Maria, liturgia e sacramentaria. Seguirà un secondo volume dedicato agli altri temi della teologia orientale. L’autore ha già pubblicato, presso le EDB, Guida alle comunità cristiane di Terra Santa.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2010
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Il volume che presentiamo tratta di una materia non molto conosciuta e studiata: la teologia orientale. La presenza di tanti cristiani orientali in mezzo a noi, per via dei continui spostamenti di immigrati specialmente nel Sud Italia, forse fanno avvertire più impellente la necessità e l’urgenza dello studio di tale disciplina. Inoltre molte diocesi del Sud Italia hanno una sicura origine bizantina e per secoli hanno pregato e celebrato l’eucaristia secondo il rito/i riti orientali.
Lo studio è opera di P.G. Gianazza, uno specialista nel campo, che vive e insegna da decenni nella Palestina e che ultimamente ha pubblicato, in occasione dell’ultima Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, un altro lavoro: Cattolici di rito orientale e Chiesa latina (Bologna 2010). Esaminando il volume, si ha l’impressione di avere in mano una piccola enciclopedia della materia e se, come programmato e auspicato, sarà pubblicato il secondo volume avremo un panorama completo delle teologie orientali. Il lavoro si suddivide in otto capitoli che offrono un quadro completo e chiaro dell’argomento. Il primo capitolo inquadra l’importanza teologica ed ecumenica della teologia orientale, sottolineata in particolare dal magistero della Chiesa (a cominciare da Papa Leone XIII, fino alla Orientale lumen di Giovanni Paolo II).
Per quanto attiene alle precisazioni terminologiche (oriente cristiano, chiesa orientale/ chiese orientali, rito/riti orientali) l’A. offre un’ampia gamma di osservazioni. Oggi, specialmente tra gli autori cattolici e protestanti, si preferisce parlare di .Chiese orientali., in quanto esiste una realtà di varie Chiese orientali, che pur avendo in comune molti elementi, sono però differenti per vari aspetti (riti compresi) e giustamente quindi se può parlare al plurale (cf 22-28). Anche il secondo capitolo denso e nutrito è molto utile, perché offre un panorama descrittivo e completo delle varie Chiese orientali. La classificazione è fatta, in primo luogo, secondo il criterio dottrinale o confessionale, tenendo presente che fondamentalmente tutte le Chiese orientali proclamano la stessa fede, professando lo stesso Credo di Nicea- Costantinopoli, ma dando talvolta una differente dottrina nello spiegarlo ed esporlo (cf 32). Proprio per questo l’autore distingue: Chiese dei due Concili ecumenici (Chiese assire-caldee) che riconoscono e accettano i primi due Concili ecumenici (Nicea e Costantinopoli); Chiese dei tre Concili ecumenici (o Chiese antico orientali) che oltre ai primi due riconoscono anche il terzo, quello di Efeso.
E in queste Chiese se ne riconoscono ben sette: Chiesa copta ortodossa, Chiesa etiopica ortodossa, Chiesa eritrea ortodossa, Chiesa armena apostolica, Chiesa sira/siriaca ortodossa, Chiesa siro/malankarese ortodossa, Chiesa mala barese indipendente e Chiesa indipendente, detta .Chiesa siriaca ortodossa di S. Tommaso francofona.. Inoltre vi sono le Chiese dei sette concili ecumenici (o Chiesa ortodossa). Questo folto gruppo di Chiese riconosce e accetta oltre ai primi tre anche i successivi quattro concili ecumenici (Calcedonia, Costantinopolitano 2° e 3°, Niceno 2°). A questo gruppo, che in realtà costituisce una sola e unica Chiesa, quella ortodossa, appartengono oltre venti Chiese. Ci sono infine le Chiese orientali cattoliche che non appartengono al mondo ortodosso, ma certo al mondo orientale, essendo di fede cattolica e interamente unite alla Chiesa di Roma. Un tempo le si qualificava "uniate". Ma dal momento che il termine, derivante dalla radice russa "unia" (unione), ha una connotazione negativa e polemica, quasi per indicarne una sudditanza a Roma, come suggerisce l’A., è preferibile evitarlo nel linguaggio ecumenico.
Il Codice dei canoni delle Chiese orientali e anche l’Annuario pontificio preferiscono parlare di cinque tradizioni liturgiche antiche, cioè quella alessandrina, antiochena, armena, caldea e costantinopolitana (35). In tutto si tratterebbe di ventuno Chiese. Vi sono anche Chiese (comunità) protestanti di diverse denominazioni, provenienti dall .opera missionaria di Chiese riformate, come la Chiesa malankarese Mar Thoma di influenza anglicana in India e nello stesso paese, nel Kerala, tante Chiese/Comunit à cristiane in tante frammentazioni. L’altro criterio che viene adottato nella classificazione è quello liturgico-rituale, che comprende i cinque grandi rami liturgici d’oriente: il rito siro-occidentale (antiocheno); il rito siro-orientale (caldeo assiro o mesopotamico; il rito alessandrino (Chiese copte e etiopiche); il rito armeno; il rito bizantino.
Inoltre si usa anche il criterio storico di separazione e riunione, in base ad alcune date importanti, che vengono viste come rottura della comunione (Efeso, Calcedonia, anno 1054, concilio di Lione del 1274 ecc.). Infine si richiama il criterio geopolitico e socioreligioso e quello secondo il criterio patronimico ed etnico-nazionale (cf 40-44). Nello stesso capitolo trova luogo una lunga lista per classificazione alfabetica delle Chiese, a cominciare da quella armena fino a quelle Siro-protestanti indiani del Mar Thoma Church. Ho voluto riportare essenzialmente tali classificazioni per dare l’idea della complessità, ma anche della ricchezza di queste Chiese orientali, che si sono venute a creare lungo i secoli, per cui non è facile già per lo studioso affrontare tale materia in modo totale. Con il terzo capitolo si entra direttamente nell’illustrazione della teologia orientale, nelle sue fonti, storia, natura e caratteristiche. In modo preliminare si precisa che è più esatto parlare di “cristianesimi orientali” o “orienti cristiani”, data la varietà delle espressioni della fede nelle stesse Chiese di origine apostolica.
Di conseguenza è logico prevedere non solo una “teologia orientale”, rispetto a una “teologia occidentale”, ma anche più “teologie orientali”, proprie e caratteristiche delle diverse Chiese (cf 109). A tale proposito si esaminano le fonti della teologia nella Chiesa ortodossa e nelle antiche Chiese orientali, evidenziando, che non esiste nessuna forma di opposizione o separazione tra Scrittura e tradizione, per cui la prima fonte inseparabile è la tradizione e le sacre scritture (cf 112). Altre fonti sono il Credo, definito nei sette Concili ecumenici per la Chiesa ortodossa, mentre altre Chiese orientali si riferiscono, come già detto, ai primi due o ai primi tre, i padri della Chiesa, soprattutto quelli orientali, quelli occidentali e quelli siriaci comuni, che sono stati sempre venerati come dottori dell’ortodossia e quindi seguiti nella dottrina. A tale proposito, come ben evidenzia l’A.: «Non si tratta di seguire pedissequamente i padri e di ripetere con citazioni i loro insegnamenti, ma si tratta di acquisire la mentalità patristica, tutta impregnata di Cristo e dello Spirito. Essa la miglior guida nel far teologia e loro sono la miglior scuola di teologia» (113). Inoltre sono da ricordare come fonti le dichiarazioni di fede di alcuni pastori dei secoli successivi ai Padri, come Fozio, Michele Cerulario, Marco di Efesto e altri.
Un discorso a parte va fatto per la liturgia, fonte importante per la teologia. «Come il cristiano è essenzialmente l’uomo liturgico [...] così il teologo è essenzialmente l’uomo ecclesiale e liturgico» (116). Ma come non ricordare anche l’innografia, le icone e la stessa ricezione o non ricezione ecclesiale di alcuni Sinodi o Concili come quello efesino del 449. Nello stesso capitolo troviamo un interessante panorama storico della teologia ortodossa fino ai nostri giorni, nonché della letteratura teologica meno conosciuta nelle antiche chiese orientali, come quella siriaca copta, armena, etiopica. Infine segue un paragrafo essenziale per la trattazione riguardante la natura e le caratteristiche della teologia ortodossa e delle antiche chiese orientali (cf 157- 158). L’elemento dottrinale veritativo non viene messo da parte, anzi è basilare, ma esso è in funzione salvifica, come nota Dimitru Staniloaë nel suo Il genio dell’ortodossia, 25, riportato dall’A. (cf 159- 160).
La teologia ha un carattere orante e la mistica è il cuore stesso della teologia, secondo la definizione famosa del De oratione 60 di Evagrio Pontico: «Se sei teologo pregherai veramente e se preghi veramente sei teologo». E il grande teologo S. Gregorio Palamas nella Epistula II ad Acindynum 41: «Non è cosa sicura che parlino di Dio coloro che non sanno parlare a Dio» (160). Con il quarto capitolo inizia la trattazione dei temi o delle varie parti teologiche, a cominciare da Dio Santissima Trinità, che secondo l’espressione di Lossky è «il fondamento incrollabile di ogni pensiero religioso, di ogni pietà, di ogni vita spirituale, di ogni esperienza» (185), tenendo presente la prospettiva biblica e personalista della teologia orientale che, a differenza di quella occidentale, parte dalle tre persone divine (189). Segue il quinto capitolo dedicato alle Linee di ecclesiologia ortodossa e orientale, un tema che, come ricorda bene nella prefazione l’esarca apostolico in Grecia D’ Salachas, è attualmente al centro del dialogo bilaterale tra le due Chiese e che tratta appunto del primato del vescovo di Roma nel primo millennio (6).
Subito dopo si presentano gli aspetti essenziali della mariologia. E in questo campo nonostante le divergenze ecumeniche con la Chiesa cattolica, quanto allo specifico contenuto e alla proclamazione ecclesiale, c’è un terreno comune e fecondo di dialogo. Non meno importanti i due ultimi capitolo (settimo e ottavo) dedicati alla Liturgia e ai singoli sacramenti che ci danno la misura dell’articolata ricchezza e bellezza dei riti liturgici orientali. Preliminarmente l’A. precisa alcune caratteristiche delle liturgie orientali e la particolarità di alcuni riti e subito dopo la dottrina generale sui sacramenti. Un lavoro meticoloso e prezioso, che rivela una conoscenza e un esame della materia non facile da ritrovarsi e che risulta arricchente anche per noi latini.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 1/2012
(www.rassegnaditeologia.it)
-
10,50 €→ 9,97 € -
44,80 €→ 42,56 € -
39,00 €→ 37,05 € -
15,00 €→ 14,25 €
-
-
-
-
-
-
-
-
29,00 €→ 27,55 € -
-
-