Citazione spirituale

Il Kerigma

-

Nelle baracche con i poveri. Un'esperienza di nuova Evangelizzazione: la missio ad gentes

 
di

Kiko Argüello


Copertina di 'Il Kerigma'
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EAN 9788821577949

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Descrizione
Tipo Libro Titolo Il Kerigma - Nelle baracche con i poveri. Un'esperienza di nuova Evangelizzazione: la missio ad gentes Autore Editore San Paolo Edizioni EAN 9788821577949 Pagine 144 Data febbraio 2013 Peso 237 grammi Altezza 21 cm Larghezza 13,5 cm Profondità 1,5 cm Collana Dimensioni dello spirito
Voto medio degli utenti per «Il Kerigma»: 4 su 5 (11 commenti)

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il 5 febbraio 2013 alle 22:16 ha scritto:

non comprero' mai il libro di questo sedicente "profeta", perche' altro non e' che un imbonitore che insieme alla suora spogliata con le loro catechesi fatte attraverso i loro adepti, fanno il lavaggio del cervello alla povera gente. Padre Zoffoli (si veda il sito http://neocatecumenali.blogspot.it/2012/04/lettera-di-kiko-padre-zoffoli.html) ha analizzato molto bene questa setta nata nella chiesa,ed e' giunto alla conclusione che il loro voler tornare alle radici e' negare la venuta di Cristo (vedi le celebrazioni eucaristiche).

il 8 febbraio 2013 alle 00:34 ha scritto:

NEL NOME DI GESU' CRISTO, NOSTRO SIGNORE E SALVATORE, DICO A TUTTI COLORO CHE GIUDICANO; VORREI SOLAMENTE DIRE, CON L'UMILTA DELLA NOSTRA MADRE "MARIA" ASCOLTATE LE CATECHESI, SEGUITE IL CAMMINO NELLA TOTALE LIBERTA' E QUANDO SARETE ARRIVATI AL TERMINE DI QUESTA ESPERIENZA, GIUDICATE! MA TENETE PRESENTE CHE TUTTI I PAPI DA OLTRE 40 ANNI, FINO AD OGGI HANNO APPROVATO E BENEDETTO QUESTA NUOVA EVANGELIZAZIONE, ED APPROVATO GLI STATUTI, CHE SUA SANTITA' GIOVANNI PAOLO II°, HA INVITATO L'INIZIATORE A PRESENTARE. PERTANTO CARISSIMI FRATELLI IN CRISTO, STATE GIUDICANDO LA SANTA CHIESA. LA PACE A TUTTI VOI.

, saxbarresi@gmail.com il 24 febbraio 2013 alle 14:42 ha scritto:

CERCARE DIO E VIVERE CON LUI.
Ho incontrato, per caso, un amico che non vedevo da tanto tempo e mi sono fermato a parlare di come andassero le cose della vita. Subito, senza sapere della mia appartenenza al Cammino Neocatecumenale, né del mio Ministero Diaconale, mi ha evidenziato, con forza, che aveva acquistato, insieme al settimanale Famiglia Cristiana, il libro di Kiko Argüello “Il Kerigma”, che lo aveva letto, che si era posto alcune domande di cui non riusciva a darsi pace perché non trovava risposte. Con garbo, mi sono sentito di chiedergli perché del suo acquisto, conoscendo la sua lontananza dalla Chiesa, e conoscendo la sue idee chiuse verso il sacro. Non mi diede una risposta secca ma articolata, quasi come se nascondesse la voglia di curiosità di chi, come Kiko Argüello, cercando avesse incontrato Dio salvandolo dalla morte e dal non senso della vita. Il suo dire era pieno di spavento, paura di comprendere l'impossibilità dell'esistenza come tale. Insisteva nel dirmi che voleva comprendere il senso di questo comportamento umano: cercare Dio e vivere con Lui, che significato avesse. Come aveva fatto Kiko a comprendere che Dio era là nelle baracche con i poveri, sapendo che l'angoscia pone l'uomo di fronte al nulla e la sola esistenza autentica è quella che comprende emotivamente la radicale nullità dell'esistenza? Il mio incontro, come tutto ciò che ruota intorno alla mia vita non è casuale, non poteva finire con poche e semplici battute, ma doveva essere accuratamente accompagnato da un approfondimento, seppur dovevo correre per partecipare ad una riunione di lavoro. In quel momento un SMS mi avvisò dello spostamento della riunione e, quindi, continuai a ascoltare il mio amico nella sua profonda inquietudine su “come cercare Dio” e su “come vivere con Lui e per Lui”. Avevo finito anche io di leggere il libro da qualche giorno e avevo paura, nei suoi confronti, di essere un po’ saccente. La paura mi pervadeva in ogni momento della discussione, quasi come se fossi sotto esame. La sua perseveranza nel chiedermi come “come cercare Dio” era talmente forte che quasi avevo paura di rispondere. Inspirando e pregando nel mio cuore la Vergine Maria, cominciai a dirgli che Kiko Argüello cerca Dio perché Dio lo ha cercato per primo, non è colui che ha già trovato Dio: è un uomo che lo cerca per tutta la vita. La mia paura piano, piano svaniva mentre rispondevo, con l’aiuto dello Spirito Santo, che Dio ha cercato il suo operaio nella folla e lo ha chiamato al sacrificio: «C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?» (Salmo 34,13). Il Signore chiama sempre a scoprire la vera vita non accontentandosi a vivere superficialmente ma voler assaporare la vita a fondo. Kiko cerca Dio e anela a trovare in lui la vera vita, a sperimentare in lui una nuova qualità di vita, anzi: una nuova identità e ce lo annuncia con il Kerigma avendo la cura di annunciarci che Dio stesso ci cerca. Con umiltà e con sofferenza nelle persecuzioni, e ce ne sono tante, Kiko Argüello annuncia una rivelazione profonda che Dio con gioia ci cerca e ci corre appresso. L’annuncio del “terzo Angelo” non è una favola del nuovo cristianesimo, è una testimonianza vera che passa attraverso la vita di Kiko Argüello e la nascita del cammino neocatecumenale come itinerario di fede alla riscoperta del Battesimo. Penso che Kiko attraverso l’annuncio del Kerigma abbia lanciato un monito: cercare Dio equivale a cercare la parte più bella di noi stessi; “Glorificate Dio nel vostro corpo” - San Paolo lettera ai Corinzi. Sono convinto, dicevo al mio amico “lontano”, sulla soglia, che cercare Dio significa anche lasciarsi mettere in questione da lui. Noi non possiamo cercare Dio come si cerca una cosa che si può possedere; dobbiamo cercare Dio, chiedere di lui, e farci illuminare su chi siamo veramente, e se ciò che facciamo ha davvero senso. Se uno come Kiko Argüello annuncia il Kerigma, proclamando la morte e risurrezione di Gesù Cristo, secondo le scritture fatta sotto l'azione dello Spirito Santo da chi ne è stato testimone, ti invita alla ricerca di Dio che esige anche una ricerca di umanità autentica. Questo non significa appagarsi di ciò che raggiungiamo; la ricerca di Dio è un viaggio che non ha mai fine e non possiamo fermarci e riposarci. Ecco che il messaggio che Kiko vuole trasmettere attraverso il suo libro è fondante per la vita del singolo e della comunità, cioè l'efficacia del kerygma, che trafigge i cuori degli ascoltatori, suscitando la fede, non con discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza (1° Corinzi 2,4). Noi vogliamo sempre essere appagati nel vedere i segni e miracoli senza cercare Dio. Dobbiamo umilmente ritornare ad essere noi stessi e andare alla ricerca Dio che, attraverso il Suo unico Figlio Gesù Cristo, è andato alla ricerca dell’uomo. Dio cerca noi attraverso un mediatore: il terzo Angelo; cerca gli uomini smarriti che si sono allontanati dalla loro essenza più profonda. Gesù cerca la pecora perduta, il figlio perso e abbandonato a se stesso, per riportarli nella casa del Padre, là dove possano sentirsi davvero a casa. Attraverso il Kerigma annunciato da Kiko Argüello, Gesù mostra che il regno di Dio è già in loro, che in loro è già presente un nucleo divino, che essi sono in Dio e solo in Dio rinvengono la loro vera essenza. Alla seconda domanda del mio amico “come vivere con Lui e per Lui”, avendo presente la vita di Kiko Argüello con il cammino neocatecumenale e le testimonianze autentiche di tanti amanti della Chiesa, ho raccolto in sintesi una risposta che, forse, insieme, rivedremo fra qualche anno: Dio ci interroga incessantemente come ha fatto con Adamo: «Adamo, dove sei?» (Gn 3,9) Dove sei? Sei veramente là dove sembri essere? O con i tuoi pensieri e i tuoi desideri sei altrove? Ti lasci trovare da me, o mi stai sfuggendo? Ti nascondi, come Adamo, perché vorresti sfuggirmi? Se ascolto e accolgo il Kerigma e lo accetto così com’è senza nessuna elucubrazione mentale e credo nella risurrezione, inizia un’impresa che può compiere solo colui che si confronta con la propria verità e acconsente che Dio lo induca a confrontarsi incessantemente con se stesso. Sono in tanti a non credere nella risurrezione perché non ne hanno mai sentito parlare. Sono in tanti a non credere nella risurrezione perché orgogliosi, perché non vogliono far posto all'Assoluto, perché capiscono che, credendo, devono cambiar vita e non sono disposti a farlo. Come seguirlo? Se decidiamo di seguirlo la vita deve cambiare e Cristo dovrà essere il Signore della nostra vita sapendo che la potenza di Dio ci viene incontro, operando segni, prodigi e miracoli. Allora, quale è la magnificenza del kerygma di Cristo morto e risorto che Kiko annuncia? È un aratro che solca la terra, che apre i cuori con la semina evangelica in un tempo e in una Chiesa che si deve rinnovare nella sua forza apostolica – come ha detto Papa Benedetto XVI nel suo discorso di rinuncia al Papato. Posso seguire Cristo, quindi, solo se credo in una nuova proclamazione del Vangelo che è potenza di Dio per chiunque crede. Se cerco colui che mi cerca e credo in Lui la nostra vita si salverà. Coraggio! Spero di rivedere presto questo mio amico e poterlo abbracciare sotto la croce di Cristo Salvatore.
Salvatore Barresi

il 1 marzo 2013 alle 16:10 ha scritto:

Se devo dire la verità il libro è molto interessante, poiché il protagonista ha riscoperto Dio dopo averlo cercato dentro di sé. Difatti solo allora ha potuto fare del bene agli altri e trasmettere anche dei valori, laddove c'è molto dolore, e si sa che la disperazione non fa vedere altro che BUIO!! A mio avviso, un'educazione troppo dogmatica NON ci fa maturare
e il protagonista di questo libro dice tutto: in ogni gruppo religioso, il catechismo, le regole religiose e il Vangelo sono visti non con il suo cuore ma con quello di ogni comune mortale. E a questo punto nasce ogni forma di ribellione. E il libro, a mio avviso va acquistato se non altro per capire meglio come una educazione basata su "questo non si fa", come può influire sulla gente.

, paolenna@tiscali.it il 6 marzo 2013 alle 10:50 ha scritto:

Del soggetto del libro sono trattate 58 pagine delle 140 totali e bisogna raggiungere pag. 92 per trovare il contenuto del Kerigma.
Il linguaggio è povero, i concetti espressi sono spesso slegati tra loro e non catturano il lettore che non è coinvolto in prima persona. Molte le mie perplessità sui contenuti.
Libro privo di charme.

il 11 marzo 2013 alle 17:55 ha scritto:

Un libro interessante. Kiko Arguello racconta la sua vita usando parole semplici e aiutandosi anche con le immagini. Ottimo per chi per la prima volta si avvicina a Dio, specialemnte dopo anni di lontananza.

il 16 aprile 2013 alle 19:42 ha scritto:

Accusare Kiko d'eresia sulla base della testimonianza di un solo presbitero, quando la Chiesa ha approvato gli statuti e sostiene attravero i Papi il Cammino dalle sue origine, sembra un'eresia (scusate il gioco di parole). Parlare di Cammino come realtà che nega l'esistenza di Cristo è falsa testimonianza o semplice ignoranza: ha mai seguito una catechesi, un incontro, un'eucarestia del Cammino? Tutto è incentrato su Cristo! L'evangelizzazione che porta avanti il Cammino da anni dentro le Chiese chi altri può predicare se non Cristo? Il Cammino è coerente con il magistero della Chiesa, con il Catechismo della Chiesa Cattolica, c'è obbedienza e servizio al Papa e all'evangelizzazione, si sviluppa all'interno di chiese cristiane... non so che Cammino conosca lei, ma di sicuro non è il Cammino Neocatecumenale.

il 17 aprile 2013 alle 19:12 ha scritto:

Il libro non ha alcuna pretesa di stilistica, ma ha tono coerente con quello che si predica (umiltà e semplicità). Sembra che l'autore abbia intenzionalmente voluto fregarsene dello stile per rimanere il più coerente possibile all'annuncio del Kerigma che, come dice San Paolo, nasce dall'ascolto. Ed ecco che Kiko riporta quasi testualmente alcuni suoi discorsi tenuti durante incontri del Cammino, fregandosene di impreziosire o imbellettare un annuncio che è semplice "Dio ti ama profondamente, ed è morto per te perché tu non viva più per te stesso". La parte iniziale è necessaria a capire le origini del Cammino e di Kiko, ed è una premessa utile e indispensabile per giungere alla seconda parte: l'annuncio del Kerigma. Non si può parlare di bel libro, perché non credo sia questa l'intenzione di Kiko. Chi legge il Kerigma si deve ritrovare, deve cogliere lì ciò che è buono per lui oggi, nella sua situazione attuale di vita, nelle sue sofferenze, nei suoi vuoti e smarrimenti, nei suoi interrogativi. Non è un libro di piacere, ma un libro spirituale, che deve produrre interrogativi e dare risposte esistenziali. E in questo Kiko è sicuramente ispirato dallo Spirito Santo, ed il risultato ne è la conferma.

, frdelduca@libero.it il 28 aprile 2013 alle 17:55 ha scritto:

Bellissimo testo scritto da chi ha sperimentato sulla propria pelle la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. L'autore, nonchè iniziatore del Cammino neocatecumenale non ha inventato niente di propria testa, ha avuto l'intuizione di riscoprire un tesoro già presente nella Chiesa, vale a dire il catecumenato per adulti, percorso per la scoperta delle promesse battesimali indirizzato ai pagani della chiesa dei primi secoli, di grande attualità per i lontani dalla Chiesa del nostro secolo.Sicuramente uno dei frutti del Concilio Vaticano II che grande importanza ha dato al ruolo del popolo santo di Dio.Sicuramente un testo da leggere per chi è alla ricerca di una risposta seri ai problemi esistenziali.E' l'esempio concreto della presenza di Cristo nella nostra epoca che non smette di meravigliarci attraverso lo Spirito Santo. Soldi spesi bene, buona parte dei quali vanno a chi offre la propria vita per l'evangelizzazione delle nostre terre scristianizzate.
Grazie Kiko per tutto quello che fa per laChiesa

il 2 agosto 2014 alle 15:42 ha scritto:

L'unica "pretesa" dell'opera è quella di rendere testimonianza di un'autentica esperienza di fede. Il testo è una catechesi sulla novità "clamorosa" dell'annuncio cristiano, e introduce al nucleo esperienziale del Cammino Neocatecumenale, itinerario di introduzione ed educazione permanente alla fede cattolica soggetto negli ultimi decenni ad ogni debita approvazione ecclesiastica, oltre che alla reiterata, personale stima di tutti gli ultimi Pontefici.

il 15 novembre 2015 alle 11:56 ha scritto:

Un aiuto eccezionale alla conversione

Usato come nuovo:

Libro in condizioni pari al nuovo.

Privo di segni d`usura e di qualunque tipo di danno o vizio.

Trattasi, nella maggior parte dei casi, di libri acquistati da privati o biblioteche pubbliche o private in condizioni pari al nuovo, che vengono ceduti poiché costituiscono doppioni.


Usato in buone condizioni:

Libro in buone condizioni generali, del tutto fruibile.

Rispetto ad un libro "come nuovo" presenta però segni di usura che possono essere di vario genere.

I piu frequenti: sottolineato, copertina usurata, pagine ingiallite, orecchie d`asino.

Per ciascun libro sono precisamente indicati i segni di usura che presenta.