Ratzinger per non credenti
(Universale Laterza)EAN 9788842083856
I numerosi volumi e volumetti che hanno per oggetto papa Benedetto XVI coprono naturalmente, dato il pronunciato profilo pubblico – passato, oltre che presente – della sua figura, un arco di 180 gradi, dalla critica più radicale del suo pensiero e della sua visione1 all’ammirazione e adesione incondizionata. Tra i due estremi, vi sono molte cose di un certo interesse. Un papa difficile da amare, così lo definisce nel suo libro Leonardo Boff, esponente della teologia della liberazione che ha fatto parte dell’ordine dei francescani fino al 1992. Boff ripercorre nel volume le perplessità con cui ha accolto la notizia dell’avvento al soglio pontificio del card. Ratzinger che, a suo dire, proseguirà sul solco segnato da oltre vent’anni di pontificato di Karol Wojtyla. Un solco, afferma l’autore, che ha visto la Chiesa puntare più sull’identità che sull’ascolto, più su una teologia eurocentrica che sulle traiettorie disegnate dai teologi dell’America Latina o dell’Africa, continenti-sismografi d’ingiustizie sociali, di vite drammaticamente vissute al di sotto della soglia di sopravvivenza, oltre che segnate, specie nel caso africano, dalla peste dell’AIDS. Una Chiesa «europea», continua Boff, che sicuramente non può non affrontare il problema della dittatura del relativismo delle società avanzate, con la consapevolezza, però, che esso «in nessun modo è un problema della maggioranza delle culture che si orientano con le loro religioni». Quella del teologo brasiliano è, infatti, una voce cattolica che chiede di essere ascoltata proprio per l’amore che porta nei confronti della Chiesa stessa: è una voce che teme per il futuro di quest’ultima, ritenuto già in parte compromesso. Non a caso negli anni ottanta, quelli di Reagan e del thatcherismo, nel contesto dell’annuale riunione della rivista Concilium a Tubinga, un altro teologo cattolico, Hans Küng, ritenne opportuno usare la teoria del cambiamento di paradigmi per venire incontro alla pluralità dell’esperienza cristiana. A quella riunione partecipò lo stesso Boff con il compito di presentare il modello della teologia della liberazione: ne individuò il nocciolo nel fatto «di dare centralità al povero come produttore di bene sociale, attore della trasformazione della società e di una nuova ecclesialità ». Boff muove, dunque, dalla constatazione che i poveri dell’America del Sud non soltanto sono ancora privi dei mezzi basilari per condurre un’esistenza degna di questo nome, ma a essi è stata sottratta pure la capacità di creare e di modellare in un altro modo la realtà sociale ed ecclesiastica. Il problema dell’accoglienza, della convivenza, del rispetto e della tolleranza, in una parola della cultura della pace (mai come oggi essa reclama l’ascolto e l’attenzione di tutti i credenti) è, in realtà, prima ancora che problema politico, essenzialmente una questione etica (e qui ritorna la visione di Küng): vale a dire, secondo Boff, o c’è la volontà di fare una coalizione di forze interessate a una minima etica umanitaria, oppure potremmo andare incontro a una situazione senza ritorno. Ma chi è Benedetto XVI? Fabrizio Mastrofini, nel suo Ratzinger per non credenti, si propone di tratteggiare i contorni del pensiero, della spiritualità dell’attuale pontefice rivolgendosi a chi non crede; ma la sua lettura, fluida e avvincente, torna utile anche a coloro che, pur dichiarandosi credenti, vogliono saperne di più sulle prese di posizione di papa Ratzinger, su quale sia l’interesse fondamentale che muove la sua esperienza di cristiano. Mastrofini pone all’origine del suo lavoro la constatazione che, con il 1989 e la caduta del muro di Berlino, il concetto di «non credenti» ha subito una profonda modifica: negli ultimi due decenni la «non credenza» è diventata, nei fatti concreti, una vera e propria condizione dell’Occidente, radicata nel modo di vivere e nei comportamenti anche se non sempre teorizzata. Semplificando, Mastrofini spiega che secondo il papa la secolarizzazione, il relativismo, il venir meno del rispetto per la vita sin dal concepimento, non sono altro che espressione dell’obiettivo di mettere i cristiani, i cattolici in particolar modo, fuori dalla stessa cittadinanza a causa dei loro principi non negoziabili. Sarebbe cioè in atto, soprattutto nella «cittadella europea» devastata dalle immani tragedie storiche del Novecento, un ampliamento tale della nozione di «non credenza» da far diventare persino paesi un tempo cattolici, come la Spagna o la stessa Italia, terre su cui esercitare una nuova evangelizzazione. Opportunamente Mastrofini individua come la vera sfida della Chiesa consista nell’intercettare il «non credente» che è dentro ognuno di noi: Benedetto XVI ha raccolto tale sfida. L’analisi del giornalista diviene quindi un excursus rigoroso ed efficace intorno a quello che è, a suo dire, il problema principale dell’attuale pontefice, e cioè: come parlare della fede in un mondo in continua mutazione?
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2008
(http://www.ilregno.it)
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